“Contro l’Europa delle banche” – Forza Nuova sfila intorno alla Camera di Commercio di Messina
“Non ci avevano detto che ci avrebbero fatto fare il giro del palazzo, questi sono scampoli di democrazia”, commentava un militante che ha partecipato alla manifestazione regionale di Forza Nuova oggi pomeriggio a Messina, allorquando le forze dell’ordine hanno deviato il corteo che, giunto a piazza Cavallotti, si apprestava a svoltare verso piazza Stazione, dopo aver percorso tutto il perimetro del palazzo della Camera di Commercio.
Questa è stata la tanto attesa manifestazione regionale dell’organizzazione di estrema destra Forza Nuova oggi a Messina: un giro di palazzo nella zona più desolata del centro, quando invece l’evento era stato previsto nella centralissima piazza Cairoli, molto “appetibile”, in questo periodo natalizio.
E andiamo ai numeri: “stanno sfilando in trentotto”, ha detto qualche “esterno” che dal marciapiede ha voluto togliersi la curiosità di contare i manifestanti, anche se qualcuno sosteneva che a sfilare fossero più di quaranta.
Questo il colpo d’occhio: tutti composti e ordinati, vestiti di bianco, disposti come un plotoncino di soldati, con la bandiera in mano, in una cornice di silenzio talvolta surreale, interrotto solo da qualche intervento e da alcuni slogan, rigorosamente provenienti da un foglietto tenuto in mano da chi portava il megafono.
I poliziotti, quelli, non li ha contati nessuno, ma l’impressione che si aveva era che fossero, lì per lì, quanto i manifestanti.
Il contenuto delle frasi scandite nel corteo, a dire il vero, non era niente male:
“Banche, usura, massoneria, le nostre idee vi spazzeranno via”;
“Politici europei, oggi come ieri, siete tutti servi dei banchieri”;
“Per voi stipendi d’oro, per noi l’austerità, ma la bomba sociale esploderà”.
E qualcuna, guardava addirittura oltre:
“La rivoluzione scoppia in un momento, la rivoluzione è come il vento”.
Nessun riferimento ai temi etici, come, ad esempio, immigrazione, omosessualità e quant’altro, ma le “pulsioni” al solo pensiero che in tarda mattinata alcune centinaia di militanti della sinistra messinese e dei movimenti avevano sfilato in loro contrapposizione, non sono mancate: “Dove sono gli antifascisti?” si sono chiesti un paio di volte dal megafono, e poi “No pasaran non ha avuto effetto”, ha detto alla fine della manifestazione il segretario regionale Giuseppe Provenzale.
Ma al di là di tutto, il primo obiettivo nel mirino dei manifestanti non si faceva tardi a capire quale fosse: “Il primo nemico è l’Unione Europea”, ha detto sempre Provenzale, dall’improvvisato “palco” allestito a fine manifestazione, utilizzando una panchina dello slargo davanti alla Camera di Commercio. Che poi ha aggiunto: “Vogliamo una moneta di proprietà del popolo e dello stato e non delle banche”.
Ed in tal senso, alla fine del “raduno” messinese, è venuto fuori il gesto più forte e simbolico: la messa al rogo della bandiera dell’Unione Europea come “simbolo d’oppressione”.
E prima che si compiesse il clamoroso gesto, erano state le parole di Giuseppe Bonanno Conti a “colorare” le ultime battute della manifestazione: “Domani ci aspetta il grande compito della rivoluzione italiana”.