A margine della mostra che si sta svolgendo alla stazione Termini di Rona il commento di www.agoravox.it
Il mio sguardo libero: 41 volti per la legalità
In una stazione emozionata e sorridente, tra studenti, fotografi, giornalisti, curiosi ed anche gente che ha fatto della strada la sua dimora, è stata inaugurata il 30 marzo la mostra fotografica “Il mio sguardo libero/volti per la legalità”, di Fiorenza Stefani, promossa dall’Associazione culturale “A Voce Alta”. Un progetto che intende riunire l’Italia del Nord e l’Italia del Sud in nome della legalità.
“Cosa mi ha colpito più tutto in queste foto?” – esordisce Tano Grasso (che nei giorni scorsi è stato lìobiettivo di un tentativo squallidissimo d’azione denigratoria sulla sua attivà – ndr) – “Mi ha colpito la capacità dell’artista, per nulla scontata, di offrire una rappresentazione serena e anche gioiosa di soggetti impegnati in prima linea nello scontro alle mafie. Basta vedere la foto di Don Aniello! La cosa colpisce perché l’iconografia prevalente dell’antimafia è quella dell’eroe solitario, solo, sofferente e isolato.
Ho cercato nella normalità di rispondere alla mia vocazione. Sicuramente non penso che alla gente del rione Don Guanella si possa dire “porta pazienza, affidati al Signore e vedrai che in Paradiso avrai la risposta al tuo bisogno di giustizia”. Io credo che un prete non deve solo annunciare il Vangelo, ma deve vivere la dimensione che ti porta a lottare per la giustizia e a stare dalla parte della gente! Ho cercato di fare ogni giorno ciò che la mia vocazione mi chiedeva di fare. Siamo chiamati tutti a vivere nella quotidianità l’impegno contro qualsiasi forma di violenza e ingiustizia. Quando vado nelle scuole ai ragazzi cerco di suggerire degli atteggiamenti, delle scelte per contrastare la malavita. Prendo spunto da quanto detto dal Procuratore Capo della Repubblica di Firenze Giuseppe Quattrocchi che ha invitato a non andare a mangiare in una catena di pizzerie di Firenze, Prato e Pistoia dietro le quali c’è la camorra… Dobbiamo fare anche noi così. Io non ho mai chiesto ai parrocchiani di affrontare i camorristi, come ho dovuto fare io per difendere la gente, anche negando i sacramenti a persone affiliate o camorristi… Ecco la magistratura dovrebbe farci sapere anche se in città ci sono catene o ristoranti affiliati. Questa sarebbe una forma di contrasto concreta, perché io, sapendolo, non andrei a finanziare il patrimonio della malavita, mangiando lì. Ai ragazzi dico non fatevi lo spinello: vi rincretinisce e date soldi alle mafie. È di 200miliardi di euro il fatturato annuo della criminalità, che si nasconde anche dietro i videogiochi o le cose rubate! Solo quando noi tocchiamo gli interessi, l’aria e l’acqua della criminalità, allora stiamo sgretolando questo impero. Ognuno può fare la sua parte: le Istituzioni, la Chiesa e noi cittadini. E i volti di questa mostra ci ricordano che nel quotidiano siamo tutti chiamati a non girarci dall’altra parte ma a fare la nostra parte”.
Presente alla inaugurazione anche il Magistrato presso il Massimario della Cassazione Raffaele Cantone, sottoposto a scorta dal 2003: “Queste foto ci fanno venire meglio di come siamo nella realtà… ma la cosa bella è che dalle foto emerge come chi sta nell’antimafia non è brutto e accigliato. L’antimafia è fatta di gente normale!”.
La mostra, con il patrocinio della Provincia di Roma e di GrandiStazioni (Gruppo FS), realizzata dall’Archivio Fotografico Parisio di Napoli in collaborazione con l’Associazione A Voce Alta, è dedicata al giornalista scomparso Giuseppe D’Avanzo.
La mostra ha ricevuto dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, una medaglia di rappresentanza.
Hanno contribuito alla realizzazione della mostra: Libera; Fondazione Pol.i.s.; Fondazione Silvia Ruotolo; Fai (Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura Italiane); Casa della Memoria di Brescia; Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie; Fondazione Cariplo; Biblioteca civica Berio; Comune di Genova; Città di Torino.
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