
Si è rinnovata anche quest’anno la processione più suggestiva tra quelle che svolgono a Brolo (foto tratte pagina della parrocchia MM.SS. Annunziata di Brolo).
Una volta tra le più partecipata rimane comunque molto evocativa quando percorre le vie del centro storico.
Ed è giusto rammentare, senza recriminare, e senza voler contaminare il “sacro con il profano” quando una volta anche i riti della Settimana Santa, in questo territorio, con la Costa Saracena che funzionava a pieno ritmo, a far da organizzatore, erano motivi di attrazione turistica.
Ed è giusto anche ricordare quelle due sperimentazioni di Via Crucis “scenografiche” che a Brolo suscitarono emozioni e partecipazione, dirette da Italo Zeus, coordinate da Massimo Scaffidi e da tutto lo staff dell’ufficio turistico, seguite dai ragazzi della Sak Be.
Esperienze che oggi, andrebbero certamente riprese e rilanciate quali momento di unione e condivisione anche perchè furono esperienze che oggi, grazie alla forza degli scout, dei giovani e meno giovani dell’oratorio, potrebbero diventar un grosso elemento aggregatore, trasversale.
La VIA CRUCIS DI BROLO tra Fede e Mistero alla ricerca della memoria storica del paese.
Sarebbe bello, far rivivere ancxhe per le future Vie Crucis, e ci fu un appello anche in tal senso del parroco, di non far perdere, anzi recuperare, l’antica tradizione dei ceri e delle lampadine accese al passaggio della vara e dell’esposizione delle “coperte”, che rimangono tra quelle vecchie tradizioni che uniscono la tradizione alle fede.
“La solenne celebrazione della Via Crucis a Brolo è certamente tra le processioni più importanti e partecipate dall’intera comunità la quale vive – si legge in un datato volantino della parrocchia – questo pio esercizio, con trasporto mistico e con una forte emotività suscitata anche dalla presenza di elementi e simboli appartenenti alla cultura popolare.
Un tempo non lontano, questa devozione impegnava non solo a seguire la Vara dell’Addolorata, ma ad esporre alle finestre ed ai balconi delle viuzze, delle piazze e delle strade, toccate dal percorso, coperte e teli pregiati ricchi di merletti, ricami e decori, ad illuminare con luci di ogni tipo il passaggio delle Immagini Sacre.
L’addobbo dei balconi oltre ad un segno di rispetto e di devozione serviva anche a “rischiarare” la via alla Madonna che era alla ricerca del Figlio (oltre all’occasione accolta dalla saggezza popolare per tirar fuori dalle cassapanche il corredo e mostrarlo).
Non sarebbe male riportare in auge queste usanze appartenute al passato, rispolverare la tradizione popolare, dare ad essa nuovo smalto e valore per la cultura dell’oggi”.
Da qui, a memoria per il futuro, il rinnovato invito ad esporre le coperte e ad illuminare con le classiche “barre di luci” i balconi e le finestre, “accendendo ceri e lampadine al passaggio della processione del Venerdì Santo e riprendere così una tradizione che vale anche per altri pubblici momenti religiosi”
E sfogliando nell’albo dei ricordi ecco una locandina
Univa tre paesi, Gioiosa Brolo e Piraino… serviva anche a promuovere un territorio.
Forse tra gli ultimi momenti di vitalità della Costa Saracena.
Un momento di riflessione è necessario.
Quella è un’esperienza da riprendere, o almeno da non dimenticare.
Magari vestendola con nuovi spunti, altre stimoli, visto i fallimenti in tema di promozione del territorio che si sono registrati.
Oggi forse non sono neanche proponibili i grandi progetti, ma questo non vuol dire che in futuro non siano strade percorribili nuovamente.