Sono passati ben 75 anni da quando, lungo la polverosa rotabile che da Ficarra conduceva a Brolo, un appassionato cultore dell’immagine fotografica, don Peppino Pidonti, col suo treppiedi e la sua reflex immortalava gli attimi salienti della vita di persone e ambienti, manifestazioni e storia, guerra e pace della Sicilia d’epoca.
Era famoso don Peppino ed era richiestissimo perché la sua macchina fissasse sulla lastra quei momenti, il primo istante della vita di un bimbo o il ceruleo addio alla vita di un personaggio, spesso famoso, qualche volta solo di famiglia.
Era noto don Peppino in tutto l’hinterland, fino a Patti da una parte e a S.Agata Militello dall’altra e poi su, fino a S.Piero Patti, Raccuja, Galati Mamertino…….
Ma Brolo, anche per legami affettivi, diventò la sua base operativa ed il suo studio fotografico vide crescere Tindaro, con la stessa passione per la fotografia nel cuore.
Erano gli anni bui della guerra e, poi, del dopoguerra. La fotografia riproduceva i momenti bui e tristi ma anche la rinascita, lo sviluppo socio-economico.
Là, in Via Libertà, nella piazzetta, accanto all’edicola, il laboratorio fotografico. La fotografia faceva passi da gigante, perfezionandosi e, con essa, don Peppino ed il giovane Tindaro diventavano, sempre più, il punto di riferimento dell’immagine.
Tindaro metteva la fantasia, la sua arte grafica e quel gusto per l’immagine che è innato.
1950, 1955…….il Giro di Sicilia di automobilismo, il Giro d’Italia di ciclismo con Bartali, Coppi, Corrieri venivano immortalati da Tindaro Pidonti per andare ad arricchire una fototeca che oggi segna momenti di storia e di leggenda sportiva.
Quante coppie oggi, sfogliando l’album del loro matrimonio, ritrovano quelle immagini che Tindaro Pidonti scattava con tanta professionalità e molto buon gusto…
La fototeca Pidonti è oggi un archivio smisurato di immagini cui tanti attingono per documentare un’epoca, frammenti di vita, passaggi della vita sociale e amministrativa di quei paesi che fanno da cornice a Brolo.
E, con il fluire del tempo, anche la fotografia è cresciuta, si è trasformata, abbandonando il cartaceo e digitalizzandosi. Dall’analogico si è passati al digitale e non tutti hano saputo resistere al nuovo incombente.
Pidonti si è attualizzato, è andato al passo, grazie anche alla preziosissima collaborazione del figlio GIUSEPPE, sempre più addentro alle tecniche di elaborazione dell’immagine fotografica e dei vari segmenti ad esse connessi.
Per Giuseppe la tecnica digitale non ha segreti e qualunque elaborazione trova in lui un interprete bravissimo.
Accanto a Giuseppe entrano nel mondo della fotografia le due sorelle VITTORIA e FLAVIA, attente a cogliere i segreti e la manualità di quella che è, sempre più, un’arte e una tradizione familiare.
E Tindaro ne è contento perché sa bene che la tradizione fotografica PIDONTI avrà un seguito.
Sono passati 75 anni ma lui, Tindaro, ancora lontano da quel traguardo, continua a girare per la provincia e, qualche volta, anche fuori dalla Sicilia, al fine di immortalare sui suoi prestigiosi album le immagini più radiose di un incontro d’amore, i clic più unici di avvenimenti curiosi, la schiacciata poderosa del match-winner brolese, in un paradigma di immagini che coronano una tradizione passata attraverso ben tre generazioni.
Cronaca Regionale