FRANCESCA PINARDI – La fondatrice del brand Rock Rose si racconta attraverso San Valentino
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FRANCESCA PINARDI – La fondatrice del brand Rock Rose si racconta attraverso San Valentino

Intervista realizzata da Giulia Quaranta Provenzano

Oggi la blogger Giulia Quaranta Provenzano ci propone la sua chiacchierata con la fondatrice del brand Rock Rose. L’anche illustratrice e designer dei capi d’abbigliamento e accessori del marchio parmense si è un po’ raccontata attraverso  la festa degli innamorati ormai alle porte… 

Buongiorno Francesca e ben ritrovata! La festa degli innamorati è ormai quasi alle porte, dunque ti chiedo per te cosa significa tale ricorrenza e che valore attribuisci a San Valentino – ciò anche alla luce dello sconto del 20% che hai applicato alla tua nuova collezione di capi d’abbigliamento firmati Rock Rose in occasione per l’appunto della suddetta festività e valida pertanto sino al 14 febbraio [clicca qui https://instagram.com/rockrose_com?igshid=YmMyMTA2M2Y= per accedere al profilo IG della fondatrice del brand]. Buongiorno Giulia! Nella nostra epoca la ricorrenza di San Valentino mi pare dedicata per lo più alle coppie, tant’è che la ritengo un’occasione per ricordare di non darsi l’un l’altro per scontati e per passare assieme una serata romantica. Nella quotidianità infatti, soprattutto se si convive da parecchio tempo, talvolta capita di trascurare il prendersi un po’ di spazio per sé e per il/la proprio/a partner… quindi trovo che sia bene approfittare di tale festa per ravvivare il rapporto di coppia. La promozione di San Valentino firmata Rock Rose prevede uno sconto del 20% sulle nuove collezioni di capi d’abbigliamento in maniera da dare la possibilità, anche a chi attendeva i saldi, di anticipare l’acquisto e di sfoggiare un bel vestito il 14 febbraio. Ciò vale altresì per chi è single perché regalarsi qualcosa di bello rende comunque felici! …e ogni tanto bisogna pur togliersi una soddisfazione e farsi un regalo, specialmente se c’è come ‘scusa’ una promo!”.             

Per quello che concerne proprio la festa degli innamorati, vale la pena ricordare che il giorno di San Valentino deve il suo nome al martire cristiano Valentino di Terni, che fu giustiziato per aver celebrato il matrimonio tra una cristiana gravemente malata e un legionario romano. Va sottolineato tuttavia che fu papa Gelasio I a istituire tale ricorrenza in sostituzione dei festeggiamenti dei Lupercalia in cui, nell’antica Roma, i servi prendevano il posto dei padroni e viceversa – con lo scopo di dare luogo a un processo di rinascita e caos primigenio. Durante i Lupercalia le donne, in strada, venivano sottoposte ai colpi di fascine di rami stretti da spaghi e ciò a opera di gruppi di uomini nudi: quale reazione ti suscita sapere che, secondo la tradizione, le frustate servivano a dare una benedizione propiziatoria della fertilità femminile? “Sicuramente, quelli dell’antica Roma, erano altri tempi rispetto agli attuali… quella romana era un’epoca totalmente diversa rispetto alla nostra odierna e la schiavitù allora era qualcosa di ‘normale’… pertanto, anche la fustigazione delle donne a opera di uomini nudi va necessariamente contestualizzata nell’ambito rituale, di cerimonia. Senza contestualizzazione storica però tutto ciò è, ovviamente, assurdo… ma penso che dovrebbe servire a ricordare a tutti noi quanto siano importanti i diritti umani e quanto sia recente persino soltanto accettare l’uguaglianza tra persone di differente ceto, genere e razza”.

Ti sembra che, attualmente, la festa di San Valentino sia dedicata all’amore senza riferimenti alla sessualità oppure che ancora si tenda a categorizzare e a catalogare i sentimenti e i rapporti, le relazioni, in base al sesso di nascita? Sempre a questo proposito, ti domando altresì – tolta la cerimoniosità nella forma ma che non corrisponde, dietro all’atto, a un’omogenea e sincera intenzione con essa – qual è il tuo punto di vista sulla galanteria e se sei dell’avviso che alcuni gesti siano più o meno consoni in nome dell’essere maschio o femmina oppure no. “Sono del parere che, solo da pochissimo tempo a questa parte, le cose siano cambiate radicalmente in fatto di categorizzazione di genere. La galanteria, ad esempio, è vista oggi in primis come semplice retaggio del patriarcato e non come ‘legge’ – patriarcato quale retaggio che vuole l’uomo in dovere di proteggere la donna e la donna bisognosa di tale aiuto nonostante ciò, tuttavia, non sia sempre esatto o corrispondente a realtà (nel 2023 molte donne lavorano e hanno la propria indipendenza economica, oltre al fatto che alcune sono perfino più forti fisicamente e razionali degli uomini etc.). Sempre da pochi anni a questa parte, inoltre, vengono prese in considerazione anche tutte le sfumature dell’amore che esulano da quello eterosessuale, in passato emblema di San Valentino. È quindi, forse, anacronistico parlare adesso ancora di galanteria? Non lo so, ma credo che al posto della classica cortesia tipica del cavaliere che adora la dama amata e che la omaggia non soltanto nel giorno di San Valentino, la concezione della festa degli innamorati sia cambiata in direzione di in un più ampio festeggiare il sentimento dell’amore nelle sue più varie sfaccettature… e in ogni caso, secondo me, quello da cui non si può mai prescindere è il rispetto reciproco”.      

Ritieni poi che vi sia giustamente o inappropriatamente una sorta di galateo a indicare il più adatto utilizzo di un abito e di un accessorio secondo il sesso di nascita e l’occasione e l’ambiente in cui sfoggiarlo? E, a tuo avviso, il buongusto di cos’è sinonimo tenendo però sempre presente la differente sensibilità e le preferenze soggettive di ciascuno di noi? “Quello che mi sento di consigliare a ciascuna donna è di trovare il proprio stile. Quando capisci chi sei, qual è la tua peculiarità, sarai allora sempre perfetta in ogni occasione perché l’abito e gli accessori rispecchieranno la tua personalità. Mi piacerebbe, un giorno, che si potesse non dover indicare se qualcosa è ‘da donna’ o ‘da uomo’ ma solamente la taglia. Sarebbe bello se ognuno potesse accedere alla tipologia di abbigliamento che più sente consono a sé senza, per questo, essere considerato un’eccezione”.  

Infine, prima di salutarci, ti propongo pubblicamente un’idea che sono certa – dato il tuo notevole talento – che riusciresti a realizzare meravigliosamente ovvero perché non creare un pattern per una linea di vestiti del tuo brand Rock Rose in cui rendere protagonisti dei cornetti rossi e dei quadrifogli, magari all’interno di un Cuore Sacro, così da rivisitare l’interessante simbologia messicana che (al di là dell’essere un simbolo, attributo iconografico, religioso) allude al più universale amore incondizionato in un incontro con la cultura popolare italiana che appunto del peperoncino e delle quattro foglioline ne fa amati amuleti contro il malocchio e la iettatura? “Come sempre, cara Giulia, sei un’immensa fonte di ispirazione e ti ringrazio tantissimo per questa bell’idea: mi piace molto! Il tema del Cuore Sacro messicano mi affascina da tempo, come anche il tema degli amuleti in generale in quanto ogni più o meno piccolo oggetto da portare benauguralmente con sé è sempre ricco di simbologie… e parte e fa parte della nostra Cultura Mediterranea al punto che, ci si creda o no, qualsiasi talismano attira comunque immancabilmente l’attenzione. Credo proprio che, in questi giorni di progettazione, terrò senza dubbio assolutamente conto di questo tuo interessante spunto per un pattern estivo e colorato!”.     

9 Febbraio 2023

Autore:

redazione


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