Alle prossime regionali voterò Salvatore Chiofalo. Cinque anni fa nonostante persone fidate me ne avessero parlato bene e mi avessero spinto ad abbracciare la sua candidatura, non l’ho fatto. Lo farò stavolta. Vista l’attuale confusione politica vorrei, però, fare qualcosa in più poter evitare che altri si trovino nella mia stessa situazione di allora; è per questo che ho pensato fosse opportuno come si faceva ai tempi delle prime democrazie scrivere perchè ho maturato questo convincimento e perchè consiglio a tutti di riflettere su questa decisione.
Chi mi parlò la prima volta Salvatore , si soffermò sul fatto che il suo impegno sulle questioni ambientali e del lavoro legate al raddoppio ferroviario erano da prendere ad esempio di quello che un politico deve fare e essere : impegnato, concreto, con una volontà per il cambiamento possibile.
Ha un’altra qualità, però, Salvatore, che oggi è il completamento ideale per chi vuol fare politica: ha l’umanità di chi ha una spiccata sensibilità per i più piccoli , di chi volendo che abbiano una formazione ottimale gli aggiusta le scuole, l’umanità di chi gioisce dei traguardi che le persone raggiungono nel loro cammino, l’umanità di chi ha a che fare giornalmente con i problemi della legislazione del lavoro, di chi è vicino alle difficoltà di quelli che hanno meno possibilità di affrontare le difficoltà dei giorni nostri, l’umanità di chi sa essere discreto e presente nella vita di quelli che non lavorano più, degli anziani.
In politica non ci si improvvisa e se la vuoi fare in maniera pulita devi documentarti per essere in grado di dare risposte, essere attento ed ascoltare gli umori della società , essere inclusivo e parlare a più persone possibili facendo in modo che possano seguire il tuo ragionamento; l’autoreferenzialità è una scelta poco lungimirante, la lotta sterile ed urlata ancora meno: si può “voltare pagina” solo risvegliando la partecipazione di chi si è assopito, coinvolgendolo con processi di partecipazione, per giungere al miglioramento della propria condizione.
Vivo in un piccolo centro sui Nebrodi in cui la politica pensa per lo più ad occuparsi dei problemi del singolo e raramente mette in moto progetti per tutti. Da noi la regola taciuta è la cordialità che si usa nei confronti del potente o del mafioso vicino di casa e del politico suo garante, è il nascondere la testa nel disinteresse, è il permettere che si arricchiscano in pochi per poi lamentarsi che le nuove generazioni sono emigrate; tutti sanno che il modo con cui gli amministratori ottengono il consenso segue “vie impervie” ma molti credono fermamente nell’ineluttabilità e nell’utilità di questo metodo, confermando sempre gli stessi blocchi di potere arricchito.. Direte: “E’ una realtà non molto dissimile da altre parti della Sicilia”, ma se ci si aggiunge che lo spettro delle “emozioni politiche” è mortificato da intolleranza diffusa nei confronti del pensiero differente e dall’istigazione a questo senso di rinuncia che è da sempre il soccorso al potente di turno , vi rendereste conto di come ci sia bisogno di una dose di coraggio in più per mettere la faccia e denunciare quello che, sotto gli occhi (e a quanto pare con il consenso) dei propri vicini, è la causa del declino e dell’impoverimento stesso del territorio.
La storia politica di Salvatore parte da questo coraggio, manifestato anche bruscamente, nonostante la mitezza del carattere sembrerebbe dire altro. Non ha dubbi Salvatore su chi sia la guardia e chi il ladro e, nella sua attività politica, ha perseguito la strada di una diversità non “di facciata”, del controllo di legalità nelle istituzioni (laddove la violenza più grande si perpetra anche senza spargere sangue), del recupero della dimensione solidale e partecipata per superare le imperfezioni del luogo in cui si vive. Dove ha avuto modo di incidere politicamente questo segno Salvatore lo ha lasciato in maniera netta, anche quando le sirene della convenienza personale lo avrebbero potuto portare altrove (non si è mai iscritto al PD, avrebbe potuto e gli sarebbe senz’altro convenuto).
Sono fiducioso dunque che permettiate che questa capacità di controllo ed ascolto sia messa a servizio dell’intera regione, per dar credito e forza alle tante piccole e grandi vertenze sul territorio, per far crescere i modelli partecipati e solidali , per vigilare sul malaffare che toglie risorse allo stato sociale e far tornare queste risorse ai cittadini. Sono convinto che su questo Salvatore potrà profondere un impegno concreto , perchè onesto e competente , corretto e organizzato, quello che serve, insomma, in questo momento.
Per voltare pagina insieme, io voterò Salvatore Chiofalo, e tu?
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