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FRANCO DE DOMENICO – Sicurezza, trasparenza ed efficienza nella gestione delle infrastrutture da parte del CAS

la nota dell’onorevole messinese.


Cambiano i governi, cambiano i commissari, cambiano i consigli di amministrazione, passano gli anni e anche i decenni ma -afferma in una nota il deputato regionale del Partito Democratico Franco De Domenico- la situazione del CAS rimane sempre incancrenita.
Non sono innamorato della chiusura del CAS e soprattutto difendo la sua sede a Messina, ma a quasi tre anni dall’insediamento del governo Musumeci e dei proclami di “rifondazione del CAS”, nulla è cambiato. Il CAS continua a essere inefficiente, poco trasparente, poco incisivo e poco vigile nella gestione dei lavori.
Così lo scorso 26 giugno l’ennesima indagine (dopo quella che ha portato al sequestro del viadotto “Buzza del 20 maggio scorso) e l’ennesimo provvedimento di restrizione della libertà di un dipendente del Consorzio Autostrade Siciliane e di sospensione di un altro, accusati di reati quali corruzione, falso ideologico, turbativa d’asta, tentata truffa aggravata in concorso, induzione indebita a dare a o promettere utilità. E, cosa ancora più grave per la sicurezza degli utenti, la Procura avrebbe ipotizzato la sussistenza di “gravi irregolarità” nella realizzazione dei suddetti interventi, con particolare riferimento ad un importante sistema di sicurezza delle gallerie.
Al centro dell’inchiesta vi sarebbero eterne incompiute: l’appalto per la messa in sicurezza delle gallerie “Tindari” e “Capo d’Orlando” della A20 Messina-Palermo; l’appalto per il ripristino dell’asfalto drenante del viadotto Catalano, sempre nell’ambito della A20 Messina-Palermo; l’appalto per la riapertura della galleria Sant’Alessio, lungo la A18 Messina-Catania.
In diverse precedenti interrogazioni ho evidenziato -continua Franco De Domenico- gravi carenze delle autostrade gestite dal CAS, ed in particolare della A18, quali: a) le continue e ingiustificabili restrizioni di carreggiata; b) l’inadeguatezza e la pericolosità del manto stradale in diversi tratti sconnesso e non drenante; c) la scarsa o assente illuminazione nelle gallerie e negli svincoli; d) la perdurante, rischiosa e ingiustificata (atteso il costo irrisorio) assenza di ripetitori della rete telefonica all’interno delle gallerie, che rappresenterebbero un importante presidio di sicurezza e le mie considerazioni sono confermate da quanto testualmente affermato dal GIP che definisce i tratti autostradali gestiti dal CAS oggetto di indagine come “già drammaticamente e notoriamente afflitti da gravi carenze strutturali”.
In buona sostanza mentre il Consorzio Autostrade Siciliane continua ad essere al centro di gravi inchieste dell’autorità giudiziaria, che confermano uno stato complessivo delle infrastrutture autostradali che appare assolutamente inadeguato, il Governo regionale e la governance dell’Ente brillano per un ingiustificato silenzio.
Per questo -conclude De Domenico- ho presentato una interrogazione urgente all’assessore Falcone per sapere quali tempestivi interventi di verifica e monitoraggio intenda mettere in atto al fine di garantire una gestione efficiente, corretta e trasparente delle infrastrutture autostradali in oggetto e di verificare l’idoneità dei lavori oggetto dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Messina, e dunque il livello di sicurezza effettivo delle autostrade A 20 e A 18, e per sapere in quali tempi si ritiene di intervenire per dotare le gallerie dei presidi di sicurezza come i ripetitori dei servizi di telefonia mobile.

Redazione Scomunicando.it

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