FRANCO SALVO – Creare, trovare, sperimentare. Un musicista da riscoprire e scoprire
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FRANCO SALVO – Creare, trovare, sperimentare. Un musicista da riscoprire e scoprire

Fu il primo flautista del gruppo storico Taberna Mylaensis, fu lui a  caratterizzare per sempre i primi 2 album, quelli dell’ascesa al successo con la RCA, con quel modo tutto suo di esprimere suoni arcadici e ancestrali.

Ricordando la Taberna Mylaensis è un gruppo musicale fondato da Luciano Maio nel 1975

Elemento catalizzatore così lo presentò l’RCA, esprimendo non solo la sua virtù di polistrumentista ma anche le sue capacità musicali di arrangiatore.

Franco Salvo, infatti, non fu solo un pregevole esecutore, mise anche a  disposizione il suo estro creativo, elegante e  armonioso che si dipana nella compostezza incisiva dei brani.

Del resto fu  anche sua l’intuizione melodica del brano più rappresentativo di quegli anni, Fammi Ristari ‘nto menzu di to brazza: i flauti intonano una melodia medievale, provenzale quasi  a voler trasportare in una dimensione sognante…fiabesca…

“Venni suggestionato da un film storico sul medioEvo e quando Bobo (Otera, autore del testo) mi fece leggere il testo, subito mi lasciai prendere da quella suggestione. Poi, come era il nostro modo di lavorare, fece sentire a tutti il riff e ne completammo l’armonia. La resa musicale era davvero frutto di un continuo scambio tra tutti, specie tra me, Luciano ( Maio, uno degli storici fondatori e continuatori della band) Carmelo (Gitto chitarrista e voce), Bobo (Otera)e Alberto (Cocuzza, voce)”.

La realizzazione dei primi due Lp Fammi Ristari e Populi e Santi, furono un vero e proprio exploit del gruppo made in Milazzo che si fece stimare anche a livello internazionale: qui si fondono preghiere antiche canti d’amore e di avventura, canti di un popolo che grida forte la sua Identità e la sua storia , con  rinnovati mezzi espressivi. Una ricerca assidua fatta sul campo e sui testi dei più grandi etnomusicologi dell’800, Pitrè Salamone _Marino e Vigo a cui Bobo Otera diede sicuramente particolare  contributo.

 E’ impetuoso, Franco, passionale e travolgente: c’è in lui l’enthusiasmòs di Dioniso: conversare con lui  è come rivivere i momenti creativi di tutti quei brani che hanno ancora  qualcosa di magico: la voce ipnotica e magnetica  di Luciano Maio e quella forte  e decisamente ancestrale di Alberto Cocuzza si fondono in una  miscellanea di voci in cui anche il compianto Carmelo Gitto ebbe rilevante parte.

“Era questo  l’aspetto calamitante: creare, trovare , sperimentare.

L’utilizzo del flauto , sia traverso che dolce, fu insieme alle chitarre  la scelta preponderante dei primi 2 album: era un modo di rispettare la purezza delle melodie. Si pensi che il Canto di Carcerati era un vero e proprio lamento in acustico, venne musicato per mitigare  la  forte disperazione che il canto faceva emergere.”

“Musicalmente la Taberna fece una rivoluzione in Sicilia, superando l’approccio classico alla musica tradizionale e popolare!

In effetti, gli ispiratori di questo nuovo modo di concepire la musica furono La NCCP (Nuova Compagnia di Canto Popolare) e  Roberto De Simonee la Taberna volle sicuramente seguirne il solco.

Franco Salvo dopo l’esperienza di musica popolare, da famelico amante della musica, si trasferì a Roma dove si specializzo in Sax e si aprì alla musica jazz.

Ha diretto numerose edizioni del Milazzo Jazz.

Un musicista da riscoprire e scoprire per la sua intatta vocazione: contribuì a creare un gruppo che resterà nella storia musicale  siciliana  come vera e propria leggenda!

14 Marzo 2021

Autore:

redazione


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