di Giovanni Frazzica
La fratellanza umana non è solo un dato meramente emotivo o sentimentale
Lo studio sul tema della fraternità, inizialmente di carattere laico e sociale, non poteva rimanere insensibile alla improvvisa notizia della temporanea infermità di papa Francesco, una figura che richiama alla mente il tema di fratellanza umana, intesa come criterio di convivenza pacifica e che rappresenta la nuova frontiera dell’umanità.
Non possiamo quindi non dare la precedenza a questa che è l’idea di fondo, che scaturisce da quel “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, firmato ad Abu Dhabi dal Grande imam di al-Azhar al-Tayyeb e da Papa Francesco il 4 febbraio 2019.
Questo importante “Documento” evidenzia la necessità di un cammino comune per le donne e gli uomini contemporanei nella ricerca e nella promozione della cultura dell’incontro e del rispetto reciproco.
Fratelli tutti
“La fratellanza umana non è solo un dato meramente emotivo o sentimentale, è un forte messaggio dal valore anche politico e porta direttamente a riflettere sul significato della cittadinanza: tutti siamo fratelli, e quindi tutti siamo cittadini con uguali diritti e doveri, sotto la cui ombra tutti godono della giustizia.” Un ulteriore passaggio nell’esplicitazione del significato della fratellanza umana si trova nell’Enciclica Fratelli tutti, lettera sulla fraternità e l’amicizia sociale del 3 ottobre 2020. Questa lettera evidenzia la necessità di fondare una nuova fraternità umana che si basi sul principio di solidarietà e di sussidiarietà in una società in cui facilmente prevale il pregiudizio e la “cultura dello scarto”.
A seguire, in occasione della 1° giornata internazionale per la fratellanza umana, è stato evidenziato che “non c’è più tempo per l’indifferenza, o siamo fratelli o crolla tutto: fratellanza vuol dire mano tesa, rispetto, ascoltare con cuore aperto, fermezza nelle proprie convinzioni”. Questa è una idea di fratellanza con forte connotazione religiosa, ma c’è un filone che potremmo definire “laico”, che acquista rilievo con lo slogan della Rivoluzione francese del 1789 “Liberté, Egalité, Fraternité” e che già allora si poneva il problema dei limiti sociali all’economia. In seguito “fratelli” saranno solo coloro che appartengono alla stessa nazione o alla stessa classe sociale, ed è lo Stato che si fa interprete del principio di fraternità trasfigurandolo in “solidarietà” per attenuare le diseguaglianze sociali.
Con il marxismo la fraternità si concretizza in solidarietà all’interno di quelle classi che condividono le stesse difficoltà e gli strumenti di lotta per superale.
“Fratelli d’Italia”
Ma c’è anche un filone nazional-risorgimentale, pensiamo al nostro inno di Mameli e “Fratelli d’Italia”, che oggi va tanto di moda e non solo perché è la base musicale per festeggiare la nazionale di Mancini.