In questo caso “Parole private di senso”, secondo Graziella Priulla, sociologa della comunicazione autrice del saggio Riprendiamoci le parole. Il linguaggio della politica è un bene pubblico (Di Girolamo), libro che è stato presentato ieri mattina al Lido di Naxos.
Parole oggetto e soggetto dell’atipico salotto lettarario che scopriva Drieu La Rochelle e Pino Lo Presti, il primo poeta francese messo al bando, decandente, socialista, fascista, internazionalista, pacifista e morto suicida, il secondo giovane, terrorista siciliano, morto di adis, autore di un libro, l’unico, recensito da Aldo Busi, oggi introvabile come lo è la sua stessa “memoria”, dimentica nel suo paese d’origine.
A parlare sono buoni tutti ma ad usare le parole in modo accettabile, non inflazionato in politica sono in pochi”. Di parola in parola – da libertà a moderato, da estremista a mercato – la sociologa ha illuminato il quadro desolante del politichese, un gergo in cui ogni significato viene stravolto, ogni parola piegata a un’interpretazione faziosa o quantomeno discutibile.
Un intervento che ha appassionato il pubblico e ha avuto il merito di non cavalcare l’onda dell’antipolitica e della disaffezione. Ma, al contrario, di invitare i cittadini i giovani a riscoprire il valore della partecipazione attiva alle decisioni sul vivere comune.
Ancora Parole, quelle lette dai ragazzi dell’Associazione Altaforte di Messina sonos atte protagoniste nell’ultima domenica di Naxoslegge che ha continuato la sua narrazione con Scomunicati, la nuova sezione del festival dedicata agli autori borderline della letteratura internazionale.
Scoperto da Aldo Busi, arrestato per terrorismo, ha gravitato nella galassia di estrema destra dei Nar prima di morire prematuramente dopo aver vissuto il disagiogiovanile, disgregato, in una Torino, già disumanizzata, negli anni settanta, dove era emigrato con la sua famiglia.
“La sua scrittura è ardua, estrema, parallela alle sue scelte di vita.
Il suo è un romanzo di ribellione – ha dichiarato Causale, che ha voluto dedicare l’incontro a Giuseppe Silla, Carmelo La Rosa, Orazio Viola, tre ragazzi catanesi che hanno condiviso un’esperienza simile a quella dello scrittore – pagine che lasciano presagire qualità letterarie che non ha avuto il tempo di esprimere.
Resta una promessa della letteratura siciliana e l’interprete della storia esemplare di una generazione che non ha avuto la possibilità di esprimersi, la parte più debole ed esposta perché quella che credeva di più e ha subito la delusione della sconfitta”.
Loro hanno visto “Drieu”, come uomo, come poeta, come politico, come malinconico decandete, inquadrandolo in quell’Europa già in rovina che lui sognava diversa….
Per la cronaca i giovani dell’associazione messinese già lo scorso anno si erano resi protagonisti di un arduo lavoro di ricerca su Celìne e si accingono ad addentarsi nei meandri letterari di Vladimir Vladimirovič Majakovskij.
Prima di chiudere l’incontro Massimo Scaffidi ha ribadito l’importanza della stampa libera e dell’opportunità che oggi la rete offre a tanti, praticamente a costo zero evidenziando che proprio “facendo rete” ci si può confrontare, in un’agorà virtuale, ma immensa…. reale anche se impalpabile, dove le lettere battute sui tasti diventano idee e fanno riflettere scatenando anche nuove primavere.
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