Elezioni e Territorio: Patti al Centro di tutto. L’idea che non vuol essere una “provocazione” ma la base del formarsi di un comitato cittadino la lancia Lucio Melita
Patti al centro di tutto.
Un’idea che diventi collettiva che ha già nel suo essere quella di dar vita ad un comitato e che in questi giorni circola su gruppi, sui social.
Questo in concomitanza anche con l’imminenza della campagna elettorale sia quella per il rinnovo dell’Ars, che quella che guarda a Roma.
A parlarne per primo, ora in maniera evidente, dopo diversi incontri avuti, è Lucio Melita – commerciante, imprenditore e che di politica ne mastica – che si fa portavoce di quel desiderio di rivalsa che si avverte in molti pattesi, di voglia di riscatto per le aspettative del paese, ma che sa soprattutto di futuro, di progettualità politica.
L’oggetto del dire di Lucio Melita è molto semplice, ma nasce da un pensiero articolato.
“Patti ormai è da decenni che non esprime una figura di rilievo ai vertici del Parlamento regionale ed anche nazionale. Il nostro territorio è ora un terreno di conquista per i candidati che provengono da fuori, da Brolo, Milazzo, Barcellona, Torrenova e dalla città di Messina. Candidati che raccolgono voti e consensi, fanno promesse, – ed nessuno qui li vuole criticare per questo – ma che lasciato ben poco, anzi nulla, alle aspettative del paese.”
Per Lucio Melita la politica scellerata degli ultimi anni ha svuotato, e vuol, farlo con maggior pressione, quelle funzioni, quelle prerogative, quelle istituzioni che vedevano Patti una volta città zeppa di interessi, di aspettative e di futuro.
“Di fatto Patti – dice Lucio Melita – ha perso terreno nei confronti di quel grande bacino d’utenza, una volta geograficamente e istituzionalmente il “suo”, e vede spuntate le sue priorità una volta fatti di ospedale, uffici, tribunale”.
Melita è molto esplicito nel suo pensiero quando tira il conto dell’analisi e punta alle conclusioni.
“Sarebbe bello che oggi il sindaco della citta, e nel caso Gianluca Bonsignore, l’attuale primo cittadino, si candidi alla Regione per volontà dell’intera Citta, diventandone il coagulo di una scelta corale. Per lui un voto trasversale, senza colore politico, per il territorio. Bisognerebbe, con un impegno politico e sociale forte, coeso, di frontiera far convergere voti sul candidato-primo cittadino. Un voto unanime, al di là dello schieramento che lo accoglierebbe. Un voto non sul nome ma sul ruolo, come primo cittadino.”£
E aggiunge: “Un voto che possa permettere al cittadino pattese di trovare un elemento di confronto. Da Patti il discorso si potrebbe allargare al comprensorio d’area rappresentato da consorzi, circoli, gruppo sociali ei quali Patti fa parte ed anche dai comitati, per esempio quelli pro-ospedale. Sarebbe una scelta di rottura, dirompente, fuori da ogni logica di partito, un segnale forte alle politica e che porti davvero a Palermo un rappresentante del territorio”. E patti oggi ha i numeri per farlo.
Poi conclude: “Questo sarebbe, per la prima volta, un segno di Rivolta Nobile, e chi ama Patti dovrebbe soffermarsi a pensare a quest’opportunità. Potrebbe anche andar male, nel senso di un mancata elezione, ma sarebbe importante provarci”.
Quest’idea, in questi giorni viaggiando sui social, sta pigliando piede e lo stesso Melita non esclude la formazione di un comitato ufficiale che possa portare davvero, in maniera trasversale, al sindaco di Patti, la proposta della candidatura. Sarebbe un segnale di ri-partenza, anche per far capire che Patti ancora ha sogni, coltiva ambizioni, e non dispera di ritornare a essere quella città centro di 1000 interessi.