In ordine alla quantità e qualità della spesa vorrei che il Gruppo di Minoranza, esaminando le uscite degli ultimi anni, segnali con importo e causale le spese sostenute per iniziative voluttuarie.
Ebbene dall’esame delle scritture contabili e degli interventi posti concretamente in essere chiunque potrà verificare come si siano affrontati solo e soltanto costi:
— per ind
Le azioni da intraprendere per il recupero di quanto non pagato dai furbi presentano dei costi (per strumenti tecnici di limitazione delle forniture, per compensi di avvocati, per tributi e diritti da pagare al fine di ottenere decreti ingiuntivi e, dopo di questi, intraprendere esecuzioni mobiliari, presso i debitori o presso terzi, o esecuzioni immobiliari, per portare ad esecuzione ingiunzioni fiscali) che il Comune in questi due anni non è stato in grado di sostenere per carenza di fondi.
Ho fin qui subito con pazienza i rimproveri dalla Corte dei Conti, che persiste nel battere sugli stessi tasti a tutela, com’è ovvio, solo degli aspetti tecnico/contabili di sua competenza, e con la stessa capacità di sopportazione, mi sono sorbito i ripetuti attacchi politici di una Minoranza che ha fatto delle questioni di bilancio motivo fondante della sua attività di opposizione.
Mi sembra però non condivisibile l’attacco portato da chi per formazione, cultura ed esperienza professionale ben conosce il funzionamento nonché l’efficienza e l’efficacia di certi meccanismi volti al recupero delle insolvenze più disparate. Mi ferisce sentirmi rimproverare che l’amministrazione da me guidata su questi temi così delicati ha saputo fare solo proclami seguiti dal nulla.
In effetti ciò ha del vero. Ho, però, la presunzione di credere che non mi si vogliano rimproverare, fra le righe, forme di connivenza nei confronti degli inadempienti e/o dei disonesti.
I tempi però sono maturi per cambiare atteggiamento. Finalmente registro le condizioni per mettere da parte la mia prudenza rispetto ad azioni di recupero i cui costi ho temuto possano rivelarsi superiori agli incassi.
Se la Corte dei Conti, conscia della situazione finanziaria del Comune, mi continua a sollecitare il recupero di soldi dovuti per tributi e canoni; se anche la Minoranza, sulla scia del Giudice Contabile, reclama a gran voce le medesime azioni di recupero, già da subito:
— emanerò atti di indirizzo agli uffici affinché, se legalmente possibile, vengano in tempi strettissimi sospese tutte le forniture comunali agli utenti morosi e non bisognosi (specie a quelli che hanno fin qui inteso privatizzare gli utili e pubblicizzare le perdite), vengano accertate eventuali violazioni di sigilli apposti ai contatori e/o allacci abusivi al pubblico acquedotto, vengano introdotte misure sanzionatorie indirette per chi non paga la spazzatura (specie le utenze commerciali);
— darò prontamente incarichi a legali (invito anzi la Minoranza ad indicarmi colleghi disposti a lavorare senza acconti e con vaghe prospettive di saldo delle loro competenze) per attivare tutte le azioni giudiziarie di cognizione, monitorie e, quindi esecutive nei confronti degli utenti e contribuenti inadempienti e morosi; quanto alle somme necessarie per i contributi unificati le lasceremo “a debito”.
Sono certo che l’operazione troverà l’approvazione della Corte dei Conti nonché, finalmente, l’avallo della Minoranza alla quale ultima, però, chiedo una cortesia: fatemi pervenire un vostro atto di condivisione rispetto alle azioni di spesa di cui poco sopra ho detto. Questo per avere compagnia nell’eventualità, un domani, la stessa Corte dei Conti intendesse perseguire i responsabili di eventuali danni erariali connessi alle azioni di recupero intraprese.
Finora, nei quasi due anni della mia gestione, in ragione della conclamata carenza di fondi, il comune ha agito in giudizio, con difesa assicurata gratuitamente dal sottoscritto, solo quando vi sia stata la prospettiva di conseguire risultati assai utili per l’ente mentre la giunta ha autorizzato incarichi ad altri legali solo per cause subite in cui si è ritenuto necessario che il comune si difendesse.
Altro argomento ancora una volta proposto nel documento della Minoranza perché oggetto di ripetuti rilievi da parte della Corte dei Conti è quello dei costi del personale.
Il gruppo consiliare di Minoranza insiste nel suggerire come rimedi il pensionamento di alcuni dipendenti, risparmiando così i loro stipendi, o la revoca degli incarichi ai Responsabili di Area per risparmiare sulle indennità loro riconosciute.
Si tratta di operazioni facilissime da articolare in un manifesto o in un comizio.
Cosa diversa è la loro pratica attuazione.
Il gruppo consiliare di Minoranza vive la realtà della macchina organizzativa dell’Ente e ben sa come i dipendenti possibili candidati a forme di pensionamento anticipate non siano disposti ad accettare provvedimenti che possano determinare una loro prematura quiescenza.
Si tratta di soggetti, titolari di mutui immobiliari, di prestiti personali, con figli giovani ancora studenti o disoccupati per i quali la decurtazione dei proventi, prima del tempo in cui saranno costretti a subire ciò per il normale pensionamento, costituirebbe un gravissimo problema.
Quanto ai ruoli dei Responsabili d’Area vorrei mi si spiegasse se, al di là degli aspetti connessi a modestissimi risparmi economici, si fa il bene del paese trasformando gli Assessori, da elaboratori di proposte di azione, in funzionari cui competerebbe la gravosa e complessa responsabilità di gestione tecnico-giuridica di procedimenti e provvedimenti in materia, ad esempio, di bilancio, di lavori pubblici o di personale.
Il gruppo consiliare di Minoranza si è chiesto se pure in un piccolo paese come il nostro non vi siano ormai problematiche della gestione concreta che richiedono professionalità ed esperienza che si costruiscono nel tempo e che per questo vengono (pur se modestamente) remunerate. Si è domandato qual è stato e quale continua ad essere il senso della legge Bassanini e se la stessa ha un valore preponderante rispetto alla norma che, per valutazioni meramente economicistiche, nei piccoli centri consente di trasformare, per incanto, in tecnici esperti soggetti che tali non sono.
Io faccio questi ragionamenti e li pongo all’attenzione della cittadinanza. Non mi sento depositario di verità.
Se il gruppo di Minoranza conosce provvedimenti di pensionamento coattivo, anche per motivi di salute, che potrebbero incontrare il consenso del Sindacato e che, a fronte degli inevitabili ricorsi dei lavoratori, il magistrato del lavoro non annullerebbe o non ridimensionerebbe con ordini di assegnazione a mansioni meno gravose a parità di retribuzione, lo faccia presente; rediga le bozze degli atti amministrativi necessari ritenuti di competenza di Sindaco, Giunta o Consiglio comunale ed io li sottoscriverò e chiederò che vengano approvati.
Si potrebbe obiettare che io, la mia Giunta e la mia maggioranza siamo l’amministrazione attiva ed a noi spetta di agire.
So bene che è così. Ecco perché, quando la Minoranza consiliare, con proposte di atti legittimi sarà riuscita ad attivare le iniziative di cui sopra, in relazione alle quali io ho ritenuto di dovermi fermare, ed avrà, quindi, dato dimostrazione palese della mia carente capacità amministrativa, garantisco che tempestivamente rassegnerò le dimissioni. Le amarezze derivanti dalla difficile situazione sono il mio pane quotidiano. È spiacevole dover rispondere, anche a fronte di richieste di interventi minimi: “no, non si può, non ci sono fondi”.
Solo il rispetto per il grande onore attribuitomi dai cittadini mi ha imposto di resistere.
È giusto che trovino ulteriore spazio politico e ruoli amministrativi attivi coloro che avranno dimostrato ai cittadini, nei fatti e non attraverso facili “prediche”, di essere più solerti rispetto a Sindaco, Assessori e Consiglieri di maggioranza nella cura del pubblico interesse e nell’aggredire, con atti deliberativi rientranti nelle competenze degli eletti dal popolo, le problematiche del mancato pagamento di tributi e tariffe così come le criticità finanziarie determinate dai costi del personale.
Non ho il minimo dubbio che gli amici del gruppo consiliare di Minoranza ed i loro supporter, più o meno palesi, sapranno rimpiazzare l’azione meritoria di quel signore che personalmente, quotidianamente, in ore prossime all’alba, provvede a svolgere i più disparati, e spesso umili, servizi pubblici garantendo consistenti risparmi al comune; o di quell’altro signore che crea eventi culturali, realizzazioni artistiche e museali senza fondi ma dando fondo al suo talento ed al suo lavoro, o di quel signore che da quando è stato eletto non si dà tregua nello studiare azioni che portino alla riduzione dei costi di utenze, tariffe e servizi, o di quella signorina che insieme ad altre signore e signorine silenziosamente, ma efficacemente, operano tutti i giorni sui servizi sanitari e sociali, con i bambini e con gli anziani e sul disagio economico, o di quel tale che mette a disposizione le proprie competenze per aiutare a far avanzare lavori pubblici o condurre in porto istanze di finanziamento.
Quando ci riesco anche a me piace esaltare i miei sostenitori, ma ho sempre evitato, e ciò mi permetto di suggerire, di fomentare la “lotta fra poveri” e di coltivare l’animosità di alcune fasce di lavoratori precari (come precari siamo tutti quelli, autonomi o dipendenti, che lavoriamo “nel privato”) o dei disoccupati, nei confronti di chi ha un lavoro stabile, il c.d. “posto fisso”.
L’amministrazione che mi onoro di guidare, sulla base di un grande ed impegnativo lavoro profuso dalle funzioni tecniche del comune e dopo l’attento vaglio di un revisore dei conti sulla cui professionalità e correttezza nessuno può nutrire, ritengo, dubbi di sorta, ha “partorito” un Piano di riequilibrio con cui:
— si è inteso dare soluzione alle criticità di bilancio del comune programmando però soltanto impegni da attuare nell’ambito del quadriennio (il saldo criterio guida è stato quello di lasciare a chi verrà dopo di noi i conti a posto senza fargli subire obbligazioni di sorta);
— si è voluto con determinazione evitare processi di mobilità del personale (in ragione dei quali dopo ventiquattro mesi di retribuzione corrisposta all’ottanta per cento alcune persone e le loro famiglie sarebbero rimaste senza stipendio e senza pensione per qualche anno) anche per scongiurare ricadute negative sulle prospettive di stabilizzazione degli articolisti e dei lavoratori socialmente utili;
— si è evitato l’accesso al fondo di rotazione che avrebbe consentito di sanare le criticità con somme, però, da restituire allo stato in un arco temporale più o meno lungo.
Ritengo che la mia azione, quella degli Assessori che ho designato e della maggioranza consiliare che mi sostiene sia stata improntata a prudenza ed accortezza in un momento storico non facile per tutti gli enti locali della Sicilia.
Nessuno può sapere quale sarà la sorte del Piano di riequilibrio, specie alla luce dell’ultima delibera della Corte dei Conti.
Il da farsi per scongiurare un esito negativo è, al momento, oggetto di studio e di valutazione ad opera delle funzioni tecniche del comune (Responsabile dell’Area finanziaria), cui rinnovo la mia più totale fiducia, di esperti che sto consultando, nonché’ da parte di tutti quegli amministratori che stanno affrontando con passione la tematica.
Stiamo lavorando per comprendere cosa realmente, nei diversi particolari, abbia disposto il Magistrato Contabile e quindi se, vi sono le condizioni, di “partorire” provvedimenti correttivi che siano positivamente valutabili dalla Corte dei Conti ma che, principalmente, non blocchino l’attività amministrativa, non stravolgano la vita delle persone e non frenino il trend positivo di sviluppo del paese (amici della minoranza consiliare chiedete ai cittadini dei dintorni un’opinione su Ficarra e sui suoi amministratori, sull’attuale, modesto, Sindaco, sul precedente e sui suoi Assessori e Consiglieri le cui iniziative, chi sa perché, in passato, in più occasioni hanno travato il vostro sostegno).
A proposito del trend positivo di sviluppo del paese ritengo si tratti di una realtà innescata da accorte amministrazioni che hanno preceduto quella attualmente in carica la quale intende coltivare e far crescere tutto ciò e la cui sfide attuali consistono nel razionalizzare i servizi sotto il profilo dei costi, nel mantenere i beni pubblici in accettabili condizioni di manutenzione, nel favorire il diffondersi di occasioni di reddito e di lavoro per tutti i residenti, nel continuare a dotare il paese di opere infrastrutturali che facciano da volano alle azioni appena indicate e siano funzionali a migliorare gli standard di vita dei cittadini.
A chi intende sfruttare le delibere censorie della Corte dei Conti o le difficoltà economiche in cui si dibatte l’ente comune di Ficarra presentando il tutto come frutto di pressapochismo amministrativo o peggio di adombrati loschi scenari, di fatto inesistenti, consiglierei un atteggiamento meno saccente nei confronti di chi si critica.
Quanto ai riflettori mediatici che si sono voluti accendere sulla “Vicenda Corte dei Conti” e sui problemi finanziari del comune, sono felice che mi si sia dato il destro di esprimere in proposito il mio pensiero (che intendo mettere a disposizione dei media che riterranno di darmi spazio).
Io, come ho fatto finora — se non costretto, come in questo caso, dalle circostanze a fare cosa diversa— eviterò di mettere il mio paese all’attenzione della pubblica informazione per polemiche o fatti negativi. Sono felice quando, per iniziativa mia o di chi mi è vicino ma anche per apporto di altri ficarresi, si scrivono articoli e si realizzano servizi televisivi su Ficarra come paese che sta sviluppando energie pubbliche e private, che ha capacità di intercettare finanziamenti e di realizzare le opere, per la qualità dei servizi e dell’accoglienza forniti, per gli eventi di successo che si realizzano malgrado i pochi fondi a disposizione.
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