Quello che scriveva Eracleonte da Gela nel 233 a.c. narrando un momento storico difficile diventa oggetto di screzi e polemiche in tv
E’ iniziata l’aria tiepida e dovremo restare nelle case
Sui social si sta facendo largo uno scritto firmato da un certo Eracleonte da Gela, presumibilmente risalente al 233 a.C. Abbiamo tentato di attestare l’identità di questo sconosciuto, cercandone cenni storici o qualcosa che ci faccia almeno presumere sia mai esistito, ma su Wikipedia e quant’altro, non ce n’è alcun riscontro. La trama dello scritto di Eracleonte da Gela si allaccia alla primavera del 233 a.C., in riferimento alla colonia attica che si accingeva a festeggiare Dioniso (le celebrazioni facevano capo alle ‘Antesterie‘, di filo ionico-attiche, che collegavano la degustazione del vino alla primavera). Ad un certo punto sopraggiungeva un male virale, che costringeva i cittadini a rintanarsi in casa per bere, mangiare e dormire, affinché il tempo passasse in fretta ed il male sparisse (non sarebbe più stato possibile festeggiare la primavera, ma di altre scelte non ce n’erano, all’epoca, dando per buono lo scritto così come ci è stato presentato, ed adesso). Come si legge su ‘cosenostrenews.it‘, l’invito di Eracleonte da Gela, sia esistito oppure no, non potrebbe essere più attuale (forse proprio perché scritto nel 2020 d.C., chi può dirlo): bisogna restare a casa per dare al tempo l’opportunità di scacciare via il male.
Un testo utilizzato anche da Zaia che l’ha recitato in tv facendo scoppiare il caso con i le note da margine di Beltotto, ex portavoce di Zaia in Regione.
Quindi tutto può essere utile per tenere su il morale nella lunga quarantena da Coronavirus.
Anche una poesia, soprattutto se i versi sembrano scritti apposta per questa emergenza.
Così il governatore del Veneto, Luca Zaia, nel consueto punto stampa in streaming, ha recitato un componimento che gli era stato inviato da Giampiero Beltotto (presidente del Teatro Stabile del Veneto), attributo a Eracleonte da Gela, del 233 a.c., identità finora rimasta incerta.
«E’ iniziata l’aria tiepida e dovremo restare nelle case per le Antesterie le feste dei fiori in onore a Dioniso. Non usciremo non festeggeremo, bensì mangeremo e dormiremo e berremo il dolce vino, perchè dobbiamo combattere…. Il tempo trascorrerà e sarà il nostro alleato…». Versi «bellissimi» ha osservato Zaia, uno scritto antico e attualissimo allo stesso tempo. Se non che, sul web, hanno iniziato a circolare i dubbi dei cacciatori di bufale sulla reale identità di Eracleonte da Gela e quindi sull’attribuzione dei versi.
Ma Beltotto, ex portavoce di Zaia in Regione, rivendica senza imbarazzi l’invio poetico: «Sono io – dice – l’orgogliosa fonte. E in questo momento mi pare di nessuna importanza la sua attribuzione. La poesia esiste, i versi sono bellissimi, mi parevano adatti ai richiami alla popolazione fatti da Zaia in questi giorni. Eracleonte ? Stiamo discutendo ancora dell’attribuzione dei sonetti di Shakespeare, di Stendhal, e Neruda. Di che bufala parliamo ? Se chi fa ‘alzata di ciglio’ mi porta lo stato di famiglia di Shakespeare gli pago una cena».
Il testo – vero o falso – dello scritto di Eracleonte da Gela del 233 a.C. è il seguente:
E’ iniziata l’aria tiepida
e dovremo restare nelle case
per le Antesterie
le feste dei fiori
in onore a Dioniso
Non usciremo
non festeggeremo
bensì mangeremo e dormiremo
e berremo il dolce vino
perchè dobbiamo combattere
Le nostre città lontane
ornamento della terra asiatica
hanno portato qui a Gela
gente del nostro popolo
un tempo orgoglioso
Queste genti ci hanno donato
un male nell’aria
che respiriamo se siamo loro vicini
il male ci tocca e resta con noi
e da noi passa ai nostri parenti
Il tempo trascorrerà
e sarà il nostro alleato
il tempo ci aiuterà
a guardare senza velocità
il quotidiano trascorrere del giorno
Siamo forti e abbiamo sconfitto molti popoli
e costruito grandi città
aspettiamo che questo male muoia
restiamo nelle case
e tutti insieme vinciamo_
Eracleonte (233 a.c.)