Germanà – #‎Laccotostaisereno‬
Dal Palazzo, Istituzioni

Germanà – #‎Laccotostaisereno‬

“Io ambire al posto di Laccoto? Suvvia, facciamo i seri è sempre stato al contrario”.

Nino Germanà, l’altro onorevole brolese, risponde pesantemente all’intervista rilasciata al settimanale “109” dall’onorevole Pippo Laccoto. Si riconosce nel suo dire – anche se mai viene fatto il suo nome – e affonda il colpo:”Sono cresciuto con i valori della correttezza, educazione e rispetto del prossimo e della legalità […] Forse è per queste ragioni che sono stato definito politico di basso profilo … touche!”.

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Non bisognava essere per nulla chiromanti per non intuire che l’intervista di ieri dell’onorevole Laccoto – che parlando di affari di politica regionale si era dilungato anche, annunciando querele ed emettendo giudizi, su quello che è il “caso Brolo” – avrebbe avuto strascichi.

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Laccoto parla di amici e conoscenti, di atti e mutui, si statue e palme, e annuncia querele a politici e impiegati comunali, anzi alcune le da già per fatte, si tira fuori dagli addebiti che gli si muovono contro, parla di macchinazioni ai suoi danni e attacca chi gestisce la macchina del fango.

Senza far nomi parla anche di un politico di basso profilo, messinese, suo collega di partito – il Pd – che vorrebbe insidiargli la “poltrona”.

Insomma da battaglia.

Nino Germanà – si sente chiamato in causa – e gli risponde, senza perdere tempo, subito a tono.

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Sono cresciuto con i valori della correttezza, educazione e rispetto del prossimo e della legalità – dice –  Io non potrei mai ambire al ruolo ed alla poltrona…del Laccoto!“.

E continuando con sottile ironia afferma:”Del resto non sarei degno del suo magnificente e glorioso passato“. Aggiungendo: “Difficilmente riuscirei – se fossi sindaco di un comune florido – a raccoglierne l’eredità in attivo e ridurla sul limite del dissesto; 

Mi ricrederei del mio operato se fossi stato uno dei protagonisti della politica regionale sulla sanità ad avere contribuito al raggiungimento di un simile livello di efficienza del servizio sanitario, ormai tristemente noto a tutti;  

Non riuscirei a contrarre decine di mutui con la cassa depositi e prestiti (28 per l’esattezza) salvo richiederne la estinzione anticipata ad una banca privata aggravando le casse comunali di svariate centinaia di migliaia di euro (circa 800 mila €) a titolo di penale per estinzione anticipata; 

Non penso di essere capace di chiedere rimborsi legali sulla base di atti contestati e sulla base di procedure deliberative in corso di accertamento; 

Mai sarei così capace di individuare, promuovere e sponsorizzare ed affiancare come assessore il suo famoso e noto delfino e poi tentare inutilmente di scaricarlo solo dopo che sono saltate fuori le magagne”.

Evidenziato ciò Nino Germanà conclude:

Forse è per queste ragioni che sono stato definito “politico di basso profilo” … touche! 

Se questi sono i presupposti mi onoro del mio onesto e leale basso profilo!”.

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E’ un attacco durissimo, diretto, che sembra sconfessare anche quelle voci che volevano i due onorevoli brolesi, essere sul punto di una pace non dichiarata, una strategia di non belligeranza, per consolidare posizioni politiche, il primo a Palermo l’altro verso Roma.

Del resto, stante la situazione politica attuale, gli avvicinamenti di Alfano verso le posizioni di Renzi, allontanano pure l’ipotesi di avvicinamento diretto al Pd renziano di Germanà, – anche questa un’ipotesi accreditata e data quasi per certa nei mesi passati.

E allora nelle ipotesi della fantapolitica emerge una terza ipotesi.

Un evidente rafforzamento politico di Nino Germanà – sia in termini elettorali che nei rapporti con le istituzioni – e quindi la decisione – se non ora quando – di matare un avversario dalla mille risorse.

Infatti Germanà conosce bene Laccoto.

L’ha visto, da piccolo, vicino allo zio, Ninì, sa del suo rapporto con nonno Antonino, l’ha osservato qualche volta dialogare con il padre – Basilio – ma anche litigarci pesantemente.

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Ha visto l’enfante prodige della politica brolese, consolidare consensi e poteri, da segretario particolare a Roma, ai tempi di Spadolini, e prima ancora a uomo di segreteria, fidato e affidabile, nella democrazia cristiana, tessere le fila anche della politica brolese, fare il sindaco quando veniva eletto dal consiglio comunale, poi l’ascesa rapida e irrefrenabile. Solitaria.

Sindaco a Brolo, due legislature che l’hanno lanciato verso Palermo, quindi – qui – un suo repentino consolidarsi.

Laccoto difficilmente si sa se ha il punto in mano o bleffa.

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Così Germanà – cresciuto a pane e politica imparata la lezione – oggi lo attacca in maniera diretta, forse cogliendo o intuendo l’attimo della sua fragilità politica.

E affonda il colpo quando parla dei fatti di Brolo, allargando il tiro del suo dire:

“Non entro nel merito degli accertamenti che la Procura della Repubblica di Patti e la Corte dei Conti hanno fatto e faranno sull’operato dei precedenti amministratori, che se ritenuti responsabili del dissesto saranno incandidabili ed ineleggibili come per legge. 

Sento il dovere, però, quale cittadino di Brolo e di politico di evidenziare la enorme e inqualificabile responsabilità amministrativa di chi ha fatto fortuna politica proponendosi alla collettività quale buon sindaco di una comunità che, purtroppo è stata stretta dal malaffare e dalle ruberie” .

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Insomma è chiaro, Laccoto è il suo obiettivo – e quindi conclude: “Avrei preferito che ciò non fosse mai accaduto, ma quanto è stato accertato non potrà rimanere impunito. 

I responsabili dovranno assumersi gli effetti delle loro condotte, in ogni sede. 

Hai ragione Laccoto caro, io il tuo posto non posso proprio prenderlo… non sono all’altezza, che ci vuoi fare? 

Mi consolerò ogni mattina guardandomi allo specchio … Senza rimpianti e con serenità”.

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E questa non è – aspettando la replica non solo di Laccoto ma di altri che potrebbero aver da dire anche su quanto attribuibile all’intervista su “109” – che la seconda punta di un nuovo episodio del caso Brolo.

Per leggere l’intervista dell’onorevole Laccoto, vedi articolo precedente su Scomunicando.it oppure leggere “109” nel numero in edicola.

29 Agosto 2015

Autore:

redazione


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