GIANLUCA MANCA – Omissione di soccorso. Reato grave.. ma evitiamo speculazioni
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GIANLUCA MANCA – Omissione di soccorso. Reato grave.. ma evitiamo speculazioni

L’avvocato Gianluca Manca, ammette le responsabilità, un video lo inchioda, nell’incidente dell’11 novembre scorso, avvenuto a Barcellona, e chiede scusa alla famiglia dell’anziano rimasto vittima  Non si sarebbe accorto di nulla, era distratto alla guida. Dopo avere sentito il colpo ha sollevato la testa senza però vedere nessuno ed ha quindi pensato di aver colpito un uccello che era andato a impattare sulla macchina. Lui è un professionista noto nell’hinterland. E’ il fratello di Attilio e da anni conduce una battaglia sul tema delle legalità per far luce su quanto accaduto al fratello. Ora si spera, mentre la giustizia farà il suo corso, che non si si inneschino speculazioni politico-legali che mischino questa triste storia con quanto accaduto a suo fratello per la quale Gianluca era diventato un paladino alla ricerca di una verità diversa da quella processuale.

 

L’incidente era accaduto a Barcellona l’11 novembre.
Il “pirata” aveva investito un anziano, poi era andato via.
Un incidente sotto il profilo sanitario di poco conto – praticamente reato da querela di parte – ma l’aspetto grave era l’omissione di soccorso.
L’autista infatti non si era fermato.
Omissione di soccorso. Reato divenuto oggi gravissimo ma che diventa infamante sotto il profilo morale.Gianluca Manca,avvocato, giudice onorario al Tribunale del Longano è stato inchiodata da un video.

La polizia ha lavorato sodo su quei frame ed ha mantenuto lo strettissimo riserbo sulle indagini.

Nessun nome era trapelato ma oggi il nome di Manca, con l’effetto di una bomba, è finito in cronaca” anche perchè la Polizia stradale del Distaccamento di Barcellona Pozzo di Gotto l’ha rintracciato, interrogato e denunciato.

Il pensionato transitava con la sua bicicletta, all’incrocio fra viale Aranci e via Generale Cambria, dopo l’impatto, l’auto, rallenta e successivamente si allontana senza prestare i soccorsi. Il video è implacabile.

 

Dopo gli iniziali no comment ora arrivano le prime dichiarazioni.

Quella di Gianluca Manca:

“Sono costernato per quanto è accaduto.

Sin da quando sono stato chiamato dalla Polizia stradale ed ho riconosciuto la mia vettura, ho subito ammesso le mie responsabilità nell’incidente, che è stato causato da una mia imperdonabile distrazione alla guida.

La verità è che stavo armeggiando con il lettore cd, che si trova in basso, lato passeggero, e non guardavo la strada, tant’è che non mi sono fermato completamente allo stop.

So che è difficile da credere, ma non mi sono reso conto di nulla.

Ho sentito qualcosa che ha urtato il cofano o il parabrezza dell’auto ma appena ho alzato lo sguardo, non ho visto nulla.

Così ho proseguito, avendo la sensazione che fosse stato un volatile. Se mi fossi accorto di aver investito una persona  – ha evidenziato l’avvocato Manca – mi sarei certamente fermato.

Non c’era alcuna ragione per non farlo.  Sono profondamente dispiaciuto per la sofferenza causata al signor Biondo e ad alla sua famiglia, alla quale tenevo a porgere le mie scuse personalmente.”

Potrebbe essere il classico ‘black out’ del cervello che mette la memoria in tilt per colpa di forte stress emotivo.

Infatti Manca avrebbe notato i piccoli segni sul cofano dell’autovettura esattamente quando la Polizia, nella giornata del 15 di novembre, glieli ha fatti notare.

Un comportamento che esclude ogni eventuale sospetto su manovre tese a dissimulare l’incidente passati quando ancora non si sapeva nè del video nè che l’investitore fosse individuato.

Nelle prossime ore se ne saprà di più anche su quanto il giudice deciderà di comportarsi nei confronti del Manca.

Quella dell’avvocato Giuseppe Sottile – legale del legale –  in una nota ha affermato:

“Il mio assistito è amareggiato per la campagna denigratoria che si è scatenata sui social, anche a causa della divulgazione del video dell’incidente, che ha suscitato commenti ed illazioni sgradevoli e infondate, alcune anche di carattere diffamatorio.

Il video che sta girando, peraltro, non è assolutamente fedele all’originale in quanto la scena viene vista molto più rallentata di quanto non lo sia nella realtà, con ciò dando una percezione falsata della dinamica dei fatti.

A quanto ha dichiarato il mio assistito voglio solo aggiungere che lo stesso è stato chiamato in Commissariato il mercoledì 15 novembre, ossia ben 5 giorni dopo l’incidente, e che solo in quel momento egli ha potuto notare per la prima volta gli impercettibili graffi sulla parte anteriore del cofano.

In pratica avrebbe avuto tutto il tempo di farli verniciare.” 

Cosa rischia chi non si ferma dopo un incidente stradale

Chi non si ferma dopo un incidente stradale può essere accusato del reato di fuga o, nei casi più gravi, del delitto di omissione di soccorso (o meglio detto «omissione dell’assistenza a persona ferita»).

Ma questo discorso ha valore generale e in ogni occasione, pure quando si tratta di danni minimi?

Ad esempio, che succede se urti con lo specchietto retrovisore quello di un’altra auto proveniente nel senso opposto e non ti fermi?

Hai responsabilità penali nel non essere sceso dalla tua macchina per verificare che non ci siano stati feriti e nel non aver fornito gli estremi della tua polizza di assicurazione?

La risposta è che se, dopo un incidente stradale, un tamponamento o solo dopo l’urto contro lo specchietto retrovisore di un’altra macchina, non ci si ferma e non ci sono danni a persone, non si commette reato, ma solo un illecito amministrativo.

Ma procediamo con ordine.

Il codice della strada stabilisce l’obbligo di fermarsi tutte le volte in cui ci sia stato un incidente stradale comunque ricollegabile al proprio comportamento che abbia prodotto danni alla persone. Quest’obbligo è necessario sia per attendere l’intervento della polizia che effettui i rilievi sul luogo e raccolga le opportune dichiarazioni, sia per prestare assistenza a coloro che si siano fatti male.

Infatti, il conducente ha l’obbligo di fermarsi per prestare assistenza e mettersi a disposizione degli organi di polizia per i rilevamenti tesi ad assicurare la ricostruzione della dinamica. Il reato di fuga è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni. Ancora più grave del precedente è non prestare assistenza alle persone ferite a seguito dell’incidente.

La reclusione in tal caso va da 1 a 3 anni.

Diverso è il discorso nel caso in cui, dopo l’incidente, non ci sono feriti, ma solo danni alle automobili (cosiddetti «danni a cose»).

È proprio l’ipotesi dell’urto dei soli specchietti retrovisori. Qui l’unica responsabilità del conducente che non si ferma, pur avendo invaso l’altrui carreggiata, è di tipo amministrativo e non penale.

La legge, a riguardo, stabilisce quanto segue: chiunque, in caso di incidente con danno alle sole cose, incidente comunque ricollegabile al suo comportamento, non ottempera all’obbligo di fermarsi, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 296 a euro 1.184. In tale caso, se dal fatto deriva un grave danno ai veicoli coinvolti tale da determinare l’applicazione della revisione dell’auto, si applica la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da quindici giorni a due mesi.

Ovviamente, la sanzione amministrativa richiede la possibilità di individuare il conducente che, nonostante l’urto dello specchietto, sia scappato immediatamente. Qualora, infatti, il danneggiato non riesca a recuperare il numero della targa di quest’ultimo, verosimilmente la farà franca.

Il danneggiato non potrà neanche ricorrere al Fondo di Garanzia Vittime della Strada, la cui operatività, nel caso di danni a solo cose, scatta dopo una franchigia di 500 euro (in parte tratto da laleggepertutti.it)

22 Novembre 2017

Autore:

redazione


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