Un libro che non è la semplice cronaca dei fatti, una lista di ben 40 “caduti di serie B”, di dura denuncia, ma che narra storie e personaggi, momenti e coincidenze, che fanno ricordare quanto la provincia messinese abbia pagato in tributi di sangue, di vite, di economie sommese dal fango, per macroscopici errori di valutazione, devastazioni ambientali precedenti, leggi miopi, servizi inadeguati, mancata presenza dello Stato (sia prima che dopo i fatti).
Una terra di nessuno abbandonata da uno Stato, è detto chiaramente nel libro, che ancora non eroga i fondi raccolti, che ha fatto passarella – con i suoi uomini migliori – su macerie e cadaveri, che non ha compreso dolore e disgrazie.
“Inferno di Fango” il titolo dell’opera di Gianluca Rossellini, giornalista dell’Ansa, da leggere per non dimenticare luoghi, date, nomi e responsabilità, e che a Brolo ha un valore in più.
Fa ricordare che tra quelle vittime c’è anche Carmelo, morto a Scaletta Zanclea nel 2009.
Era lì per lavoro; era un lavorarore; un imprenditore che si era fatto da solo, competente, un vero professionista che aveva portato la pietra del sud a definire saloni e luoghi di Malpensa, che entrava per le sue conoscenze tecniche a far lezioni sui restauri e sui materiali nelle università, che ha recuperato torri e ville sui nebrodi e dintorni, rimesso in piedi case e che forse è sceso dall’auto per aiutare qualcuno, fare qualcosa per gli altri, come amava fare, ed è sparito inghiottito dal fango.
Lasciando una famiglia attonita, sgomenta, ammutolita, sola, abbandonata… non dagli Amici ma dallo Stato.
Una famiglia che ha dovuto pagare anche le inserzioni sui giornali, -migliaia di euro – imposte dalle procure in tribunale, per ottenere , ma ancora non è definitiva la procedura, una sentenza che dia un senso giuridico alla morte di un padre, di un marito, un capofamiglia, ancora “presunto morto”.
Una famiglia che ha perso tanto ma non la dignità di onorare un affetto… e che era lì presente, a denunciare – in silenzio – uno Stato assente, sordo, deficitario, insensibile, crudo, come sono le foto che Gianluca ha messo a corredo del libro.
Ottima e chiara la relazione di Salvatore Granata che ha puntato il dito accusatorio sui sistemi politici, sulle logiche economiche, ma anche sulla mancanza di una cultura ambietale, che poi insieme a “bombe d’acqua” non prevedibili ma preventivabili degenerano in tragedie.
Gianluca Rossellini concludendo ha arricchito la conoscenza dei fatti rammentando quanto vide, in diretta, sui luoghi del barcellonese e della riviera ionica nelle immediate ore post alluvione, accorso come inviato dell’Ansa, ma lo scrittore ha anche sottoneato come “Il quadro che emerge è quello di una colpevole approssimazione nella gestione dell’emergenza, molte passerelle inutili e vuote promesse, insieme a una scorretta denigrazione delle popolazioni locali. Le accuse di abusivismo edilizio, poi rivelatisi false, hanno reso le alluvioni nel messinese tragedie di serie B, e presto sono state oscurate dai grandi mezzi di comunicazione e dimenticate dal resto dei cittadini italiani, che non si sono spesi in gare di solidarietà per i cittadini siciliani, come accaduto per altre tragedie occorse nel resto del territorio nazionale”.
E su tutto aleggiava, presente e forte, la grande solidarietà di quegli “angeli del fango” che subito, mettendo in moto la macchina dei soccorsi, arrivarono, a volte prima dello “stato” sui luoghi della tragedia evitando che la lista dei morti si allungasse ulteriormente.
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