La potatura dei pini è generalmente un’operazione sconsigliata in quanto i pini hanno uno schema di crescita molto rigido, monopodiale ed impostato secondo schemi precisi e sono completamente diversi dalle piante a portatura simpodiale come per esempio le querce, i platani e le altre latifoglie.
La potatura dei pini può essere fatta solamente per alzare la chioma eliminando i rami più bassi, oppure per pulire la chioma da eventuali rami secchi, ma potature di formazione su queste piante sono caldamente sconsigliate.
L’equilibrio interno delle forze che agiscono su una pianta di pino è delicato e frutto di una serie di forze e resistenze che nel loro complesso danno alla pianta la stabilità necessaria per stare in piedi e non cadere. Intervenire con la potatura su questa pianta potrebbero essere la causa di gravi scompensi negli equilibri delle forze della pianta.
La cimatura dei pini, è un trattamento che a nostro avviso dovrebbe essere vietato.
I pini non hanno, a differenza delle latifoglie, la capacità di ricacciare rami dopo il taglio ed una cimatura del pino eseguita in quel modo significherebbe privare per sempre il pino della sua porzione apicale.
Un intervento simile, oltre che veramente ignobile dal punto di vista estetico, è il classico taglio eseguito dai giardinieri improvvisati che non conoscono minimamente la fisiologia delle piante e la botanica in generale.
Un pino capitozzato non può rigermogliare, non è previsto nel suo DNA quindi è inutile tagliarlo e poi sperare che questo germogli.
GLI ERRORI PIU’ COMUNI NELLA POTATURA D’ALBERI, ARBUSTI E PIANTE DA FRUTTO
Una bella tosata ci voleva proprio!”
Ovviamente no.
La “capitozzatura” non è il metodo migliore per risanare una pianta,
L’Italia è il paese europeo (a giudicare dal paesaggio) dove si taglia e pota nella più totale disinvoltura.
E il cattivo esempio è dato dagli enti pubblici.
Un’indagine condotta su numerosi comuni della provincia di Brescia – ma tutta l’Italia è paese – pochi anni orsono, aveva certificato come la quasi totalità dei lavori di giardinaggio appaltati fosse stata concessa a ditte prive di qualifica professionale.
I risultati si vedono: ovunque capitozzature indiscriminate, e tagli a macchina distruttivi.
Una capitozzatura infatti richiede mezz’ora, contro le due o tre ore richieste da un taglio ragionato.
E’ un errore, dovuto alla cattiva abitudine di interpellare chiunque su problemi di giardinaggio, dando a tutte le risposte lo stesso peso.
Se si ha un braccio rotto, si chiama il medico.
Ma se c’è da potare, spesso il parere dell’amico vale più di quello dell’agronomo.
Ma tornando alla “capitozzatura”.
Si tratta di un taglio di accorciamento che si è rivelato molto pericoloso per la salute delle specie arboree.
Solo di recente si è capito che capitozzare un albero non solo è inutile, ma addirittura dannoso.
La capitozzatura consiste nell’asportare la cima dell’albero ed i suoi rami principali, lasciando delle parti monche, come se l’albero fosse stato “decapitato.
In pratica si tratta di asportare la chioma dell’albero lasciando solo il fusto con dei monconi.
Questa pratica compromette la ripresa vegetativa dell’albero indebolendolo ed esponendolo all’attacco di malattie funghine.
Le chiome degli alberi sono state capitozzate nell’ambito di potature obbligate, per rimuovere chiome disomogenee ed eccessive che danneggiavano alcuni contesti urbani.
La lunga esposizione del fusto monco all’azione degli agenti esterni, causa anche una ritardata cicatrizzazione delle ferite e spaccature che favoriscono l’ingresso di agenti patogeni.
Le infezioni prolungate e non curate possono, inoltre, portare alla morte della pianta.
Ed ancora:
Il sole, infatti, attraverso la fotoinibizione delle auxine (i più importanti ormoni di crescita vegetali), regola lunghezza e robustezza dei getti, facendoli crescere verso la luce. Immaginiamo cosa può succedere dopo un taglio indiscriminato.
Quando si osserva il paesaggio verde umanizzato, viene tristezza.
Chi non conosce le caratteristiche di un albero è pieno di illogiche paure: cadrà, danneggerà la casa, si ammalerà, romperà il selciato, sfonderà le cantine, sporcherà con le foglie, intaserà le grondaie, toglierà la luce, attirerà topi, insetti e uccelli, darà fastidio all’automobile, causerà un blakout imbrigliando i fili dell’alta tensione … E sarà pertanto indotto a tagliare il più possibile, causando di contro guasti e disordine.
Per una volta, facciamo funzionare il cervello e “diamoci un taglio”.
E come diceva anche “Zio Michele”, uno che conosceva bene i campi ( ed anche i pozzi.. sic!) “Se si vuole ottenere qualche risultato, alle cellule (e agli organismi viventi) bisogna parlare sottovoce”.
La prossima volta che impugneremo un paio di forbici, proviamo a ricordarcelo.
Elaborati liberamente tratti da
http://www.giardinaggio.net/giardino/domande-e-risposte-giardino/potatura-pini-marittimi.asp
http://www.vivaioclorofilla.it/html/giardini_glierrori.htm
http://www.giardinaggio.net/giardinaggio/potatura/potare-alberi.as