Attualita

GIOCHI DI CARTE – Quali sono i più antichi al mondo?

Le carte nell’immaginario collettivo e nella cultura popolare

Chi non ha mai trascorso un pomeriggio o una serata a divertirsi con gli amici a qualche gioco di carte? Ancora oggi, nonostante l’avvento del digitale, queste attività sono al centro dell’intrattenimento; non c’è bisogno di conoscere quante sono le carte francesi per capire che l’atmosfera resa da una partita dal vivo rimane senz’altro impagabile. Il ruolo che ricoprono le carte nell’immaginario collettivo e nella cultura popolare è notevole, ma paradossalmente anche molti appassionati ignorano le origini di certi giochi. Alcuni di questi affondano le proprie radici in tempi piuttosto antichi.

D’altronde, le carte venivano utilizzate come strumento di diletto già 1.000 anni fa, in Cina. Solo dopo alcuni secoli giunsero anche nel Vecchio Continente. Va da sé che non è difficile imbattersi oggi in moltitudini di giochi differenti, la cui diffusione è stata favorita in primis dal commercio navale: le carte erano infatti il principale passatempo dei marinai, che non disponevano di tante soluzioni per ingannare le attese dei lunghi viaggi.

Uno dei giochi più datati è sicuramente il Ganjifa, nel quale le carte venivano impiegate alla stregua di valute. Si tratta di un gioco dalle origini persiane, che è diventato conosciuto specialmente in India. Le notizie in merito sono esigue, ma ciò che è certo è che il nome del gioco significava semplicemente “giocare a carte”. Un altro gioco antico viene individuato in “Machiavelli”, un omaggio al celebre filosofo: in questo caso ci si trovava davanti a una versione alternativa del “ramino”. Quella di dar vita a varianti dei giochi più noti era una consuetudine fino a qualche decennio fa. Non poteva essere altrimenti, dal momento che i marinai entravano in contatto con svariate popolazioni, ognuna delle quali rimaneggiava le regole dei giochi secondo le proprie preferenze.

L’esistenza di un ulteriore gioco antico ci viene tramandata invece da un’ordinanza fiorentina del 1376, che bandiva il gioco di carte delle naibbe. Tuttavia, le informazioni al riguardo si fermano qui, sebbene nel 1340, a Barcellona, si citasse un “nayps da 44 pezzi” in un documento mercantile. Non è dato sapere, però, se il riferimento fosse allo stesso gioco o se ad un’attrazione diversa, se non addirittura ad una tipologia di mazzi di carte. Molto probabilmente molti altri giochi di una volta si sono persi tra i meandri della storia: basti pensare che il Poker non è nato prima del XIX secolo, quindi è praticamente impossibile che nel corso di 500 anni qualcuno non si sia sbizzarrito nell’inventare qualche altra attività legata alle carte.

Anche in Italia alcuni giochi iniziano a sentire il peso degli anni. Giochi regionali come il Trionfo e la Mariglia appartengono addirittura al XVII secolo. La Bestia, per quanto inventata di fatto in Francia, risale alla metà del XVIII secolo ed è dunque antecedente alla Briscola, gioco dalle molteplici varianti le cui prime tracce storiche sono del 1828. In quel periodo prese vita anche la Scopa. La Scala 40 è arrivata invece da noi solo dopo la prima guerra mondiale, dall’Ungheria. Il gioco più antico d’Italia dovrebbe essere però la Zecchinetta, introdotta dai lanzichenecchi addirittura nel XVI secolo.

Redazione Scomunicando.it

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