Saràla “C.G. Costruzioni srl” di Castel di Tusa a ripristinare la viabilitàtra da Calavàa Gioiosa Marea.
A darne notizia è l’Anas che comunica di aver aggiudicato a tale ditta, dopo l’espletamento della gara di appalto, i lavori di messa in sicurezza della strada statale 113 “Settentrionale siculaâ€Â, nel tratto compreso tra il km 86,800 e il km 97,966. La gara di applato si è svolta il primo febbraio scorso.
I Lavori che comporteranno un investimento complessivo di quasi 3,9 milioni di euro saranno finalizzati all’incremento della sicurezza di tutto quel tratto di strada che corre lungo il costone di Capo Calavà, ormai da tempo intransitabile per una frana che ha compromesso l’economia di diversi paesi, soprattutto quello di Gioiosa Marea che riveste una notevole importanza soprattutto sotto il profilo turistico.
L’intervento, inserito nel piano di appaltabilità2009, prevede oltre la messa in sicurezza dei costoni a monte e a valle del tratto stradale, anche la ricostruzione ed il rifacimento della sede stradale che parzialmente è segnata da cedimenti strutturali e da larghi crepacci, causa quest’ultimi della morte di un clochard qualche mese fa.
“La realizzazione dell’intervento – ha detto Pietro Ciucci direttore dell”Anas Sicilia- consentiràdi ripristinare le condizioni di sicurezza viabile e ristabilire la circolazione attualmente interdetta, da Calavàa Gioiosa Marea, e deviata sull’autostrada A20 “Palermo–Messinaâ€Â, e su strade comunali secondarie ed inadeguateâ€Â.
Una dichiarazione quest’ultima di enorme gravità, in quanto è un vero è proprio atto d’accusa ed un grido d’allarme, da parte di un organismo competetente e qualificato sulla situazione viaria di questa zona della provincia oggi ancor più devastata dalla frana su un altro tratto di ss.113, quella tra Brolo e Capo d’Orlando.
Di fatto l’unica strada percorribile, per le emergenze ed il quotidianio lavorativo, è la tratta autostradale, sulla A20, che unisce Patti a Rocca di Caprileone, divenuta – giocoforza – una sorta di strada statale, a pagamento,unico caso in Italia, ma anche qui l’asfalto dissestato ed uno svincolo in disgrazia, potrebbero far riempiere pagine e pagine sull’insicurezza della sua viabilità.
Sarebbe davvero il caso di fare un “ponte sulle frane” e non sullo stretto.
Davvero si viaggiava meglio ai tempi dei borboni sulle strade dell’isola, insicure forse per i briganti ma non certo per le frane.
Cronaca Provinciale