Dopo la notifica del decreto penale di condanna emesso dal GIP di Patti nei confronti di 28 persone (i sindaci di Gioiosa Marea, Capo D’Orlando e Ficarra, nonché 25 persone di Gioiosa Marea) con l’accusa di interruzione di pubblico servizio per l’occupazione della ferrovia durante la manifestazione del 24/11/2009, indetta per protestare contro la mancata riapertura dalle S.S. 113 interrotta dalle frane verificatesi a Capo Schino, tutti i destinatari del decreto hanno manifestato la volontà di proporre opposizione in quanto considerano la condanna ingiusta.
Nella difesa degli imputati saranno impegnati tutti gli avvocati di Gioiosa Marea ed alcuni di altri comuni, che presteranno la loro opera gratuitamente. Inoltre tutta la comunità si sta mobilitando a sostegno delle ragioni delle persone condannate per testimoniare le propria solidarietà e fare quanto possibile in loro difesa.
A tal fine, anche a seguito degli incontri avuti con gli interessati che hanno condiviso l’iniziativa, ho elaborato una lettera aperta, allegata alla presente, di sostengo e solidarietà.
Il documento sarà diffuso capillarmente sia a Gioiosa Marea, sia in altri comuni, oltre ad essere scaricabile dalla rete.
Potrà essere sottoscritto da tutti coloro i quali hanno partecipato alla manifestazione, a prescindere se abbiano o meno partecipato all’occupazione dei binari, nonché da coloro i quali non vi hanno partecipato e tuttavia ne hanno condiviso lo spirito e la finalità.
Si tratta di un modo concreto e tangibile di esprimere solidarietà alle persone coinvolte nel processo e non lasciarle sole e far sentire loro che tutti gli abitanti dei territori interessati ed anche di altri territori, sono vicini e sostengono le loro ragioni che darà forza alla battaglia legale per contrastare una condanna che appare ingiusta e priva di senso.
Invito tutti, pertanto, a farsi parte attiva, divulgare i moduli, sensibilizzare le persone a sottoscrivere, in quanto, se saranno raccolte migliaia di firme, sarà offerto un validissimo strumento di supporto per affermare che si è trattato di una mobilitazione di tutta la società per rivendicare i propri diritti fondamentali e pertanto non si tratta di comportamento sanzionabile, tenuto anche conto che per un’azione che ha visto coinvolte migliaia di persone non possono pagare solo in 28.
Vincenzo Amato (26/11/2011)
LETTERA APERTA: SOLIDARIETA’ AI CITTADINI CONDANNATI PER L’OCCUPAZIONE DELLA FERROVIA A GIOIOSA MAREA DURANTE LA MANIFESTAZIONE DEL 24/11/2009
Con decreto penale di condanna recentemente notificato, il Gip di Patti ha inflitto la multa di € 3.750,00 ai sindaci Ignazio Spanò di Gioiosa Marea, Basilio Ridolfo di Ficarra ed Enzo Sindoni di Capo d’Orlando, nonché a Barbara Matassa, Giuliana Scaffidi, Calogero Bonina, Franco Maraffa, Magda Costantino, Tindara Scaffidi Salvo, Clelia Giganti, Paolo Accordino, Sara Santina Sidoti, Aldo Biagio Molica Colella, Domenico Salvatore Molica Colella, Alfredo Cusmà Piccione, Mario Enrique Scirocco, Elisabetta Natoli, Maria Molica Franco, Maurizio Borà, Domenico Silvestri, Angelo Cipriano, Marcello Siligato, Salvatore Miragliotta, Roberto Casella, Rita Sidoti, Barbara Nastasi, Giuseppe Spanò, Salvatore Buzzanca, accusati di interruzione di pubblico servizio per aver pacificamente occupato i binari della ferrovia a Gioiosa Marea durante la manifestazione del 24/11/2009 alla quale hanno partecipato oltre 5.000 persone per protestare contro l’intollerabile protrarsi della chiusura della S.S. 113 a Capo Schino causata dalle frane verificatesi negli anni precedenti.
Quel giorno, lavoratori, studenti, casalinghe, professionisti, imprenditori, pensionati, in sostanza tutti gli abitanti di Gioiosa Marea e del versante orientatale di Piraino, ci siamo astenuti dal lavoro, non siamo andati a scuola, abbiamo chiuso le nostre attività, tralasciato i nostri impegni quotidiani, per esternare la nostra rabbia e la nostra indignazione per la drammatica situazione di isolamento in cui era precipitato il paese, con enormi disagi per i collegamenti con l’esterno e l’accesso a servizi essenziali (scuole superiori, uffici giudiziari, ospedali e strutture sanitarie, uffici pubblici territoriali, ecc.) e pesantissime ripercussioni sulla già debole economia locale in quanto la stragrande maggioranza delle imprese avevano subito una drammatica contrazione delle loro attività.
Erano trascorsi molti anni da quando si erano verificate le prime frane senza che venissero avviati i lavori di ripristino definitivo e messa in sicurezza della strada. Tale ritardo non era dovuto a ragioni tecniche: in fondo, si trattava di lavori ordinari che di simili nel mondo ne vengono eseguiti a migliaia e con i moderni mezzi sarebbero statti sufficienti pochi mesi per completarli. No, il tempo trascorreva invano a causa del disinteresse, l’inefficienza, l’incapacità delle istituzioni nazionali e regionali preposte che, soprattutto alle nostre latitudini, sono brave nel disperdere ogni cosa in una specie di porto delle nebbie trasformando l’adempimento più banale in ostacolo insormontabile.
In tale contesto era inevitabile che montasse rabbia, indignazione ed esasperazione e non poteva essere altrimenti perché risultavano lesi il diritto alla libera circolazione, alla salute, allo studio, alla libera iniziativa economica, ovvero diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione Italiana e dalle carte internazionali dei diritti dell’uomo. Il paese ed territorio morivano lentamente ed ogni prospettiva di futuro sembrava destinata ad essere uccisa.
La tragica morte di un ciclista caduto nella voragine apertasi nella strada franata è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Bisognava far sentire forte la voce della protesta e così tutto il paese e le sue istituzioni, mettendo da parte divisioni, storie personali, appartenenze e contrapposizioni, si è unito in una corale manifestazione di protesta contro l’indifferenza, il disinteresse e l’abbandono delle istituzioni, con la sincera e generosa solidarietà di molti sindaci, associazioni, organizzazioni e cittadini dei paesi vicini che sono accorsi in massa a Gioiosa. La manifestazione si è svolta con la massima civiltà, senza alcuna forma di violenza verso persone o cose e per alcune ore sono stati occupati i binari.
Le ferrovie hanno sporto denuncia ed ora è arrivata la condanna dei sindaci e di altri 25 cittadini.
E’ un epilogo inaccettabile. Lo Stato che con una mano pretende di punire i cittadini, è lo stesso Stato che con l’altra ha privato per anni la comunità dei suoi diritti fondamentali, per cui non può considerare delinquenti le persone che hanno civilmente e pacificamente protestato per rivendicare ciò che ha loro negato.
Noi abbiamo lottato con la convinzione e la consapevolezza che la nostra azione fosse giusta ed inevitabile per non far morire il paese e non possiamo accettare che anche un solo manifestante possa essere condannato.
La nostra coscienza si ribella perché riteniamo che la condanna inflitta ai 28 cittadini viola quelle leggi non scritte, quei principi di diritto naturale, che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è di buon senso e che nell’amministrazione della giustizia devono essere sempre tenuti presenti.
Per queste ragioni esprimiamo la nostra incondizionata solidarietà alle persone condannate.
Sui binari non erano solo in 28, ma in migliaia.
Se coloro i quali sono stati condannati c’erano e sono colpevoli, lo siamo anche noi.
Lo siamo quelli che sui binari ci siamo andati, molti dei quali ci siamo anche autodenunciati ed ognuno valuterà se farlo ancora.
Lo siamo quelli che, seppur partecipi alla manifestazione, non abbiamo occupato la ferrovia, ma abbiamo moralmente condiviso ciò che è stato fatto.
Lo siamo quelli che non abbiamo partecipato alle manifestazione, compresi quelli che abitiamo in territori lontani, perche avremmo voluto esserci per condividerne le ragioni e gli obiettivi tenuto anche conto che si tratta di una battaglia di civiltà generale e sottoscrivendo la presente vogliamo far proprie le giuste ragioni dei manifestanti.
Qualunque scelta faranno le persone condannate per contestare l’ingiusto decreto penale, noi saremo al loro fianco.
Accorreremo in massa al Tribunale per far sentire tutta la nostra solidarietà. Siamo disponibili a testimoniare nel processo e a fare tutto quanto è nelle possibilità di ciascuno di noi in loro difesa.
A tutte le autorità ed istituzioni manifestiamo il nostro disappunto per l’ingiusta condanna. Non siamo animati da spirito eversivo, di sfida, o di volontà di contrapposizione fine a se stessa.
Noi rivendichiamo di aver agito per una causa giusta.
Noi ci riteniamo e siamo un popolo civilissimo e la manifestazione del 24 novembre 2009 lo ha testimoniato.
Non c’erano delinquenti o facinorosi dediti ad atti di violenza gratuita, ma onesti e laboriosi cittadini consapevoli che quello era l’unico modo per difendere e riaffermare i diritti negati.
Un atto di legittima difesa riguardo al quale contestiamo che possano essere irrogate sanzioni per cui chiediamo che venga riconosciuta la correttezza a la legittimità dell’operato delle persone ingiustamente denunciate e condannate.
Gioiosa Marea, dal 26/11/2011 e seguenti i sottoscritti cittadini
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