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GIOIOSA MAREA – … Parlando del sequestro del “municipio”

 

Riceviamo e pubblichiamo.

 

In data 09/03/2012 i Carabinieri di Gioiosa Marea hanno disposto il sequestro preventivo del palazzo municipale di Gioiosa Marea sul quale sono in corso lavori di ristrutturazione, sul presupposto che a carico del sindaco, del progettista  del direttore dei lavori e del dirigente dell’ufficio tecnico comunale sia configurabile  il reato di cui all’art 18 della legge 02/02/1974 n. 64 e del D.M. 16/01/1996 per aver  disposto l’inizio dei lavori senza la prescritta autorizzazione ai fini antisismici da parte del Genio Civile e per averli proseguiti nonostante l’ordine di sospensione impartita dallo stesso Genio Civile.

La notizia ha avuto enorme clamore mediatico sugli organi di stampa e di informazione  locali, regionali e nazionali, destando incredulità e sconcerto e molti cittadini potrebbero essere indotti a pensare che siano stati commessi gravi reati in quanto è inusuale che si provveda al sequestro di un bene pubblico (per di più la casa comunale)  per violazioni attinenti alle autorizzazioni.

Dall’esame dei fatti, invece, risulta che tutti i soggetti che hanno avuto parte nel procedimento hanno agito correttamente per cui, quale  difensore del sindaco, dott. Ignazio Spanò e del  dirigente  dell’ufficio tecnico, ing. Franco Ballato,  previo loro consenso, per consentire all’opinione pubblica di comprendere l’esatta portata della vicenda,  anche al fine di evitare ogni possibile strumentalizzazione e speculazione,  ho il dovere di precisare quanto segue.

1) Non è vero che i lavori  non fossero autorizzati. Al riguardo occorre precisare che l’art. 32 della legge regionale n. 7 del 19/05/2003 ha eliminato l’obbligo della preventiva autorizzazione ex art. 18 della legge  02/02/1974 n. 64 e consente che i lavori vengano iniziati dopo la presentazione del progetto al Genio Civile il quale deve completare l’istruttoria nei successivi 60 giorni e se entro tale termine non formula richiesta di integrazione o esprime diniego motivato,  l’autorizzazione si intende resa.

Il Comune di Gioiosa Marea ha provveduto al deposito del progetto presso il Genio Civile di Messina in data 27/07/2011 e da quel momento era legittimato ad avviare i lavori. Inoltre,  nei termini prescritti dalla norma non è pervenuta alcuna richiesta di integrazione documentale o alcun  motivato provvedimento di diniego, per cui l’autorizzazione è da intendere definitivamente rilasciata.

2) Fino a quando non è stato disposto il sequestro,  presso il Comune di Gioiosa Marea non era pervenuta alcuna ordinanza di sospensione dei lavori. L’ordinanza è pervenuta solo in data 12/03/2012 ore 13,13, ovvero tre giorni dopo. Questo significa che non è stata commessa alcuna violazione dell’obbligo di sospendere i lavori in quanto i destinatari non erano a conoscenza del divieto per cui è errata l’affermazione secondo cui i lavori sarebbero proseguiti nonostante la sospensione.

3) Per le superiori ragioni  è da ritenere che il sequestro appare ingiustificato, sia perché il reato è insussistente, sia perché difetta il presupposto in base al quale è stato disposto ovvero che i lavori venivano proseguiti nonostante la sospensione,  posto che l’impresa esecutrice e tutti gli altri soggetti aventi parte nelle gestione ed esecuzione dell’appalto, non essendone a conoscenza, agivano nella piena consapevolezza di operare legittimamente e qualora avessero avuto contezza della sospensione si sarebbero fermati. Dunque il sequestro appare una misura sproporzionata ed anche lesiva dell’immagine del Comune e per tali ragioni è stata tempestivamente presentata istanza al competente magistrato affinché non effettui la convalida, ovvero disponga il dissequestro ed in caso di rigetto sarà proposto ricorso al Tribunale del Riesame.

Se le premesse sono queste, i cittadini si chiederanno com’è possibile che sia  arrivato a tanto. La risposta è da ricercare nel fatto che il Genio Civile di Messina, secondo una sua personalissima interpretazione,  si rifiuta di applicare l’art. 32 della legge regionale 7/2003, in palese violazione dello spirito e della lettera della norma. Ciò ha suscitato numerose polemiche e vibranti proteste che ha indotto anche il presidente del Consiglio dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Messina a stigmatizzare in più occasioni tale comportamento che è stato censurato anche del dirigente dell’Assessorato Regionale delle  Infrastrutture della Mobilità e dei Trasporti, organo sovraordinato al Genio Civile,  il quale ha invitato tutti i dirigenti degli Uffici del Genio Civile dell’isola (compreso quindi quello di Messina)  a rispettare le procedure richiamate dall’art. 32 senza deroga o eccezione alcuna. Ciononostante l’ufficio di Messina  persevera nel suo rifiuto di applicare correttamente la legge comportandosi come se fosse una specie di repubblica autonoma e su tali basi, a tutela della proprie ragioni,  l’ing. Ballato  ha sporto denuncia per abuso in quanto vedersi addebitata la responsabilità penale per essersi comportato in conformità ad una precisa diposizione dei legge, non è certamente piacevole.

Questi sono i fatti. Si tratta di una  controversia interpretativa con il Genio Civile attinente a questioni giuridico-amministrative circa le modalità del rilascio dell’autorizzazione dalla quale è scaturita una  sospensione dei lavori che appare priva di ogni presupposto giuridico e rispetto alla quale il Comune ha avviato le procedure per impugnarla innanzi al Tar al fine di ottenerne l’immediata sospensione. Questioni, dunque, di carattere formale e non violazioni della normativa antisimica in  quanto nell’ordinanza di sospensione dei lavori recapitata il 12/03/2012  lo stesso Genio Civile è stato costretto  riconoscere che risulta dimostrata la conformità delle opere realizzate alle norme di legge. Significa che  ha esaminato il progetto e che non ha ravvisato alcuna violazione. Sol perché si ostina a non riconoscere il meccanismo del silenzio assenso per il rilascio dell’autorizzazione previsto dalla legge regionale 7/2003, ha contestato l’omesso rilascio della preventiva autorizzazione, invece non più necessaria in virtù di tale legge.

In definitiva, è importante che i cittadini sappiano che le opere sono conformi a legge e che i soggetti che hanno seguito il procedimento hanno agito correttamente ed anzi si può affermare che sono vittime di una burocrazia che applica le leggi in maniera discutibile.

Ma oltre ai soggetti coinvolti,   è vittima anche l’intera comunità che ancora una volta paga per i disservizi burocratici,  subendo danni alla propria immagine con il rischio di compromettere anche il completamento dell’opera.

E’ auspicabile che nessuno tenti di strumentalizzare quanto accaduto per fini politici tenuto conto che si sta entrando nel vivo della campagna elettorale. Anzi sarebbe segnale di grande maturità e senso civico che tutti manifestassero solidarietà e vicinanza alle persone coinvolte anche per spingere la autorità che saranno investite dalle questione ad addivenire ad una celere soluzione del problema che interessa tutta la comunità.

Infine, è augurabile che tutta la vicenda sia  esclusivamente scaturita dalle divergenze interpretative tra il Comune ed il Genico Civile e che i disguidi (come l’omessa notifica dell’ordinanza di sospensione dei lavori prima del sequestro) siano effettivamente tali e non frutto di interferenze o pressioni interessate per finalità poco nobili. Qualora, invece, dovessero essere ravvisati abusi da chiunque posti in essere, saranno senza indugio denunciati alle competenti autorità.

Gioiosa marea, 14/03/2012

avv. Vincenzo Amato

 

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