GIORNALISTI – Giulia Quaranta Provenzano, riflessioni di vita e artistiche
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GIORNALISTI – Giulia Quaranta Provenzano, riflessioni di vita e artistiche

Riflessioni di vita e artistiche

Oggi vogliamo dare spazio al vissuto e ad alcune considerazioni della nostra collaboratrice Giulia Quaranta Provenzano, a seguito del suo confronto con il manager Alberto Arnaud – è possibile leggere l’intervista, al detto manager appunto, cliccando qui https://www.scomunicando.it/notizie/alberto-arnoud-non-vedo-lora-di-poter-esplorare-e-scoprire-nuovi-mondi-attraverso-le-persone-e-la-musica/     

Alberto Arnaud: <<(…) Ho sempre nutrito una forte passione per la musica e l’arte e ho sempre desiderato di poter lavorare con artisti e cantanti di talento. Sono molto appassionato nell’aiutare le persone a raggiungere i loro obiettivi e a realizzare i loro sogni e credo che il mio lavoro come manager, unito alla collaborazione con altre persone coinvolte – come me – nei progetti, mi abbia permesso di mettere a disposizione le mie competenze per il successo degli artisti appunto con cui ho lavorato o lavoro attualmente>>.Giulia Quaranta Provenzano: Penso che ognuno di noi esseri umani abbia delle passioni, una sorta di molla che ci proietta in una potenziale direzione, che sono conseguenza e frutto d’una personalità che si è formata e che si forma nel tempo. Il fondamento biologico ossia la costituzione ereditaria, dalla quale deriva la costituzione morfologica e le funzioni vitali (circolatoria nonché respiratoria e digestiva, ecc.) dipendenti dal sistema nervoso ed endocrino determinano inevitabilmente un’iniziale struttura psichica, temperamento. Vi sono però anche fattori ambientali, che interessano tutta l’esistenza degli uomini, che entrano in gioco nella personalità tant’è che essa è il risultato di tutti tali condizionamenti dei fattori ereditari ma altresì dalla reazione ai tali condizionamenti sia iniziali che ambientali appunto. Per me vita è reattività e movimento, è ossia imprescindibile avere capacità d’analisi e di riflessione e di conseguente risposta, il ché mi fa affermare che vivere equivale a un viaggio in cui impulsi, tendenze istintive, disposizioni, necessità, stati affettivi si incontrano con l’iniziativa del soggetto sito in un qual certo ambiente (che influisce su di lui, sia che sia per aderenza che per contrapposizione proprio all’ambiente e rigetto d’esso) benché, tuttavia, il temperamento e il carattere – carattere che è conseguenza dell’iniziativa del soggetto sotto l’influsso ambientale – creino a loro volta valori, modelli di comportamento, forme di organizzazione sociale in grado di modificare l’ambiente e la stessa personalità. Per quello che personalmente mi riguarda nutro una passione a cosiddetta prova di bomba per l’arte tutta, al punto che senza poterne godere e vivere mi ridurrei soltanto a un corpo sfibrato e senza anima o emozioni e sentimenti che dir si voglia. Probabilmente ciò è dovuto all’interazione tanto tra fattori costituzionali innati che educativi, ambientali e culturali… quello che, senza dubbio, sento e non ne ho diversa memoria è che sono letteralmente nata con in una mano la penna e nell’altra la macchina fotografica. Il mio interesse e la mia dedizione viscerale alla musica, sia come ascoltatrice e critica sia come paroliera, non è che direttamente proporzionale alla fortuna di avere una predisposizione e una coltivata sensibilità tale da rendermi conto che proprio musica e matematica coinvolgono tutto l’Universo… e non per nulla, la musica stimola la consapevolezza interiore così come accresce il nostro benessere e migliora il nostro umore. Ci sono studi che dimostrano che l’Universo vibra alla frequenza di 432 Hz e che codesta frequenza ristabilisce in noi armonia e benessere, fino ad arrivare alla guarigione, diversamente ad esempio dell’accordatura attuale a 440 Hz che è stata introdotta da Paul Joseph Goebbels. Che dire, invece, della scrittura?, Sa essere (non di meno alla musica per l’appunto) uno sfogo, terapeutica per chi la esercita e uno specchio verso una consapevolezza più profonda di sé e dell’altrui condizione/realtà persino per chi legge!

Alberto Arnaud: <<Da bambino, sognavo di diventare un esploratore del mondo. Amavo stare all’aperto, scoprire cose nuove e imparare. Tuttavia, ho deciso di perseguire una carriera nel campo musicale e non solo. Non vedo l’ora di poter ancora esplorare e scoprire nuovi mondi attraverso le persone e la musica (…)>>. – Giulia Quaranta Provenzano: Partendo dal presupposto che ho anticipato poco fa, ossia che ho idea che la scrittura e la musica possano effettivamente essere terapeutiche e risultare catartiche, in un minima misura le incasso tuttavia più come pharmakon nell’accezione di veleno piuttosto che di medicina dacché – ad oggi – ancora non costituiscono la mia professione e dunque non mi ci posso dedicare completamente. Ecco, quindi, che sono proprio la mia passione in accezione etimologica tardo latina di pati, “patire, soffrire”. Tutto comunque serve per arricchirsi interiormente e potenziarsi e allora non mi piace lamentarmi e preferisco vivere le difficoltà come un’occasione di sviluppo di sfaccettature che magari diversamente e spontaneamente avrei ignorato e accantonato. Se ci si sta ora domandando, da bambina, chi mi immaginavo di divenire terminato l’iter scolastico, universitario, in verità non mi sono mai posta aprioristici limiti d’interesse (e neppure limitati a solamente alcuni campi specifici) né ho mai congetturato e dettato per partito preso limiti e confini alla volontà. Trascorrevo le mie giornate all’aria aperta con mia nonna materna, tra il verde e l’azzurro, quando ancora non ero in età scolare e poi tra la Scuola di Ballo liscio e da sala – fino a che non abbandonai la danza perché il mio partner non voleva prendere parte ad alcuna competizioni e, a detta del maestro, il mio livello era tanto elevato che avrei potuto ballare unicamente con un insegnate ma farebbe stato ugualmente impossibile gareggiare – e libri, fogli, penne, pennarelli, pastelli, rullini, stereo e videocassette. Alla luce di ciò, anche perché ero alquanto introversa e i miei genitori volevano che divenissi almeno un poco più espansiva, cominciai a fare pallavolo… e una volta iniziata tale attività, dal momento che sono sempre stata estremamente ambiziosa e determinata, sono arrivata a giocare in Serie B2 e a disputare il Campionato Italiano Under 21 di Beach Volley quando ero solo una tredicenne (tant’è che gli organizzatori mi chiesero se avessi già fatto il morbillo). A diciotto anni d’età, però, ho appeso le ginocchiere al chiodo. Sono 167 cm d’altezza, il mio ruolo era quello di libero ovvero di giocatrice di seconda linea specializzata nella ricezione e nella difesa, vivo in una provincia nella quale con lo sport non si percepisce onorario o comunque insufficiente a rispondere al fabbisogno – che nemmeno può essere soddisfatto con un secondo lavoro, data la dedizione che richiede l’agonismo – e perciò ho preferito investire in un percorso universitario anche in quanto sono spontaneamente portata per lo studio e la ricerca. Desidero infatti essere il più possibile e sempre informata su vari argomenti e settori e, non a caso, la stessa arte non la penso e non la percepisco a scomparti isolati e stagnanti ma interdipendente e doverosamente, per l’eccellenza e amor di completezza, comunicanti tra loro. Se si hanno alcune lacune, in primis a livello di curiosità e d’audacia, un fallimentare effetto domino è facile a verificarsi… fino a portare a una fragilità intellettiva e pragmatica non da poco e veramente non irrilevante. È così che conseguita la laurea magistrale in Metodologie Filosofiche e il diploma post-laurea quale critica letteraria e d’arti visive secondo Metodo Mascialino, nonostante io abbia soprattutto scritto sillogi poetiche e partecipato a mostre Personali e Collettive nella veste di espositrice Fotografa d’Arte, decisi di testare la mia rincorsa al “capitale garantito” e capacità o no di stare davanti all’obiettivo fotografico e presi parte a un corso e altresì a uno stage attoriale con insegnante l’attore e tennista professionista cosentino Giuseppe Morrone. Lui è stato, per me, il “mio” Uomo dell’Arcobaleno. È stato proprio grazie all’iniziale scontro-incontro con Giuseppe che ho capito che sia la considerazione che l’affetto e l’amore non si possono comprare nemmeno al più caro prezzo, cioè rinunciando alla fedeltà a se stessi e al proprio sincero e autentico piacere. Accettare tutto questo è stata una strenua lotta tra potere, volere e dovere. Ho dovuto mettere in preventivo e non tentare di evitare sul nascere l’eventualità di deludere e rimanere delusa e, alla fine, lo scorso agosto 2022 ho persino rassegnato le dimissioni volontarie… mi sono ufficialmente dimessa da un incarico di prestigio, durato sette anni, quale quello di ispettrice direzionale di produzione per Generali Italia S.p.A..

Alberto Arnaud: <<Definirei la mia vita come un’esplosione di colori… ci sono toni luminosi e vivaci, che rappresentano i momenti felici e spensierati, a cui affianco le sfumature più scure e intense dei periodi difficili (…)>>. – Giulia Quaranta Provenzano: Beh, non posso esimermi dall’ammettere e sottolineare nuovamente che musica e colori sono, per me, il fondamento della vita… protagonisti degli ambiti che amo, corrispondono e coincidono con ciò che costituisce l’esoscheletro e l’endoscheletro dei miei interessi più imi e inaggirabili. A novembre dello scorso anno – tanto per fare un esempio – ho cominciato a collaborare con un’illustratrice e designer di capi d’abbigliamento per quello che concerne il suggerimento di alcuni pattern, che lei è poi andata a sviluppare graficamente. Inizialmente mi ero proposta soltanto come modella degli abiti del brand ma non ho potuto non focalizzarmi subito pure sui significati dietro a ogni vestito, curandone ben presto la sezione di presentazione semantica [clicca qui https://www.rockrose-shop.com/pages/il-significato-dietro-i-nostri-pattern]. Il condividere parecchie mie idee inerenti le più differenti fantasie (mood sia divertente e ironico, con animali inusuali e oggetti che richiamano vari hobbies, che strizzante l’occhio allo stile alternativo goth e rocky spooky, con tatuaggi e teschi oppure ancora ispirato a temi riguardanti il mondo del vintage, Anni ’40-’50 e ’60 per occasioni più formali) è venuto da sé, difatti tutto ciò di cui faccio esperienza diretta o indiretta non mi lascia mai insensibile e vi attingo e lo rielaboro prima o poi. Da piccolina non facevo che bearmi della vista di fiori e animali e della lettura non solo di libri e saggi ma direttamente del dizionario e del vocabolario dei contrari e dei sinonimi, da giovane donna mi sono occupata di alcuni cantanti emergenti principalmente a livello di immagine nonché di storytelling dei videoclip che andavo a organizzare per loro, mentre attualmente sarei entusiasta e molto grata se qualcuno finalmente “puntasse” direttamente e specificatamente su di me così da far sbocciare una più completa, piena e appagante mia creatività che ho un po’ e a lungo tenuto in soffitta e dietro le quinte rispetto alla consapevolezza di tanti ascoltatori che neanche sanno che ho scritto testi di canzoni (di cui un tale si è addirittura appropriato, sapendo che non avevo depositato alcunché presso la SIAE) per eccesso d’altruismo e non ossessione alla monetizzazione di quello che ho sempre fatto per soddisfazione fine a se stessa… ma non perché desideri l’anonimato e nemmeno che si ometta cosa è frutto anche della mia creatività!    

4 Maggio 2023

Autore:

redazione


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