Ecco la relazione del segretario regionale Roberto Ginex nella riunione del Consiglio dell’Associazione Siciliana della Stampa del 7 aprile 2022 per tutti gli iscritti messinesi all’OdG
la relazione nella sua versione integrale
Intanto, desidero ringraziare il presidente dell‘ordine dei giornalisti Roberto Gueli, i consiglieri tutti e i revisori per 1′ occasione che ci hanno dato con di riunirci nella sede del nostro Ordine, per la prima volta nel fase post emergenza Covid, utilizzando la modalità mista di presenza e in collegamento da remoto.
Quello di oggi è un consiglio importante considerati i punti all’ordine del giorno mi riferisco in particolare all’approvazione del bilancio e alla data che questo consiglio deciderà su quando celebrare il congresso dell’Assostampa chiamato a rinnovare le cariche. Ci siamo visti lo scorso febbraio e in queste settimane abbiamo continuato a portare avanti una serie di attività sia come segretaria regionale ma anche quelle provenienti dalle segnalazioni dei colleghi.
Ma l’occasione è buona oggi per ribadire che, seppur con posizioni che per certi aspetti possono essere diverse, con la nuova dirigenza di questo ordine dei giornalisti si è ristabilito quel rapporto virtuoso che il nostro sindacato auspicava da tempo. La necessaria, indispensabile ed indifferibile collaborazione tra istituti di categoria chiamati a tutelare i giornalisti siciliani.
Voglio partire dall’esprimere grande apprezzamento al presidente Gueli per aver accolto immediatamente l’appello di Assostampa del1’11 dicembre scorso per la ricostituzione dell’0sservatorio sulla Carta di Firenze. Che effettivamente abbiamo riavviato. A molti può apparire piccolo o irrilevante passo avanti e invece no perché care colleghe e colleghi qua si tratta di andare a vigilare sulle condizioni economiche mortificanti e di precarietà cui sono costretti centinaia di giornalisti in Sicilia. Un lavoro quello dell’Osservatorio che si sposa con quella della nostra Commissione regionale lavoro autonomo, organismo di riferimento sindacale per i colleghi precari. Noi tutti abbiamo il dovere etico e l’obbligo deontologico di dare nuovo impulso a questi organismi perché abbiamo bisogno di cambiare passo. La Carta di Firenze in 10 anni ha mostrato tutti i suoi limiti, ma al contempo purtroppo è la carta deontologica meno rispettata nella storia delle carte deontologiche. Ordine e Assostampa insieme, anche attraverso l’0sservatorio, hanno il compito e ripeto il dovere morale di vigilare sull’effettiva applicazione della Carta di Firenze. Finché l’abbiamo questa è. Tuttavia, al contempo non possiamo scaricare su alcuni colleghi le responsabilità degli editori di applicare compensi da fame.
Lo sappiamo tutti, è inutile nascondere la polvere sotto il tappeto, che l’informazione, oggi più che mai, si muove grazie sulle gambe dei colleghi precari. Cronaca nera e giudiziaria, la bianca, soprattutto nelle province e nella città non capoluogo, fino alle aree di guerra, ma in tutto questo gli editori proseguono imperterriti a non considerare i collaboratori come persone, tanto che non hanno la “dignità” di poter incontrare direttori ed editori per un confronto. Semplicemente perché non vengono considerati oltre che non ricevuti. Mi sono chiesto e mi chiedo tante volte se quello spirito di cooperazione, collaborazione, solidarietà che prevede la legge istitutiva della professione venga rispettato e soprattutto se qualcuno ha mai pensato di dover mettere bocca su quanto vengono calpestati i collaboratori pagati 3 o 5 euro lordi a pezzo. Dove sta lo spirito di “colleganza ”. Il rischio serio è quello di allontanare la base dei nostri colleghi dai dirigenti degli istituti di categoria e tutti dal rispetto delle regole deontologiche alla base della nostra professione. Il rischio è il via libera agli abusi fatti di sfruttamento continuo. Il rischio è il tutti contro tutti.
Ci siamo mai chiesti quanti colleghi hanno deciso di lasciare la professione per seguire altre strade? Soprattutto verso l’insegnamento, unico porto, sempre precario, ma certamente più sicuro. Molti di voi lo sanno che tanti bravissimi colleghi hanno dovuto a 40/50 anni deviare il loro percorso professionale, rimettendosi sui libri a studiare per avere maggiori certezze rispetto al loro futuro. L’insegnamento, un’a1tra strada tortuosa ma che garantisce oggi più del giornalismo nel suo tempo di maggiore crisi del settore. Colleghe e colleghi che hanno dovuto sobbarcarsi il costo di trasferimenti al Nord, che hanno abbandonato questo nostro campo perché ormai spremuti e mortificati dal loro stesso sogno; colleghe e colleghi offesi e costretti a vivere sotto la soglia della dignità retributiva. Brave colleghe e bravi colleghi che hanno resistito mille e mille volte magari per vedere quella loro firma sul giornale con un compenso di pochi euro. Anni e anni sulla strada tra telefonate e computer, sogni sfumati tra vite mortificate in attesa di un futuro che non c’è stato e che hanno dovuto ripensare per sopravvivere.
Come sindacato riteniamo di voler condividere con l’0rdine la necessità di dotarci di strumenti più efficaci per ridurre le inaccettabili sacche di precariato, ma anche quella di una politica costante di azioni congiunte e coordinate tra Ordine e Assostampa e di una ripresa di coscienza che non può prescindere dal ritrovare un contatto reale tra colleghi per riportare ad una giusta consapevolezza. Noi un piccolo contributo stiamo cercando di darlo a partire dai corsi di formazione sulla Carta di Firen2e a Palermo, a Siracusa e a Catania, dove abbiamo riscontrato non soltanto il successo delle iniziative ma anche l’interesse di tanti colleghi che hanno partecipato.
Poi siamo costretti a riscontrare il totale disinteresse della politica verso la nostra categoria. E’ assolutamente curioso che i giornalisti sempre a contatto per lavoro con politici e amministratori non riescano ad avere una interlocuzione per la risoluzione dei problemi della categoria. Nessuno pensi che qualcuno vuol appiattirsi sulla politica, ma la politica ha il dovere di ascoltare le rivendicazioni dei giornalisti, che sono una categoria altre. Ma non lo fa. Poi arriviamo alla beffa: in Sicilia, Regione a statuto speciale, la giunta Musumeci ha già dato attuazione normativa all’equo compenso per gli incarichi di lavoro autonomo in tutti gli enti locali siciliani, Regione e Comuni, di cui possono però godere gli iscritti a tutti gli ordini professionali, ma non i giornalisti. La Giunta regionale ha addirittura imposto la sua applicazione con uno specifico atto d’indirizzo in tutti gli enti che ricadono sotto la vigilanza e il controllo della Regione Siciliana, secondo cui i compensi equi vanno determinati espressamente rispetto ai parametri emanati dal ministero vigilante. Ma per gli iscritti all’ordine professionale dei giornalisti, il competente Ministero di Giustizia a più di 10 anni ormai dalla legge 27/2012 non ha mai provveduto a stabilire per decreto ministeriale i relativi parametri dei compensi.
Considerata anche la richiesta del nostro Osservatorio regionale, condivisa e sottoscritta da tutti i componenti, desidero chiedere anche oggi all’Ordine dei giornalisti di attivarci assieme, con una azione congiunta per richiedere al Ministero di Giustizia di adempiere al1’emanazione dei parametri per l’equo compenso dei giornalisti, secondo le disposizioni della legge 4 dicembre 2017, n. 172.
La richiesta congiunta Ordine-Sindacato al Ministero di Giustizia si muove per dare una risposta forte alla gravissima situazione di precarietà retributiva in Sicilia, sollecitando con urgenza l’adempimento, finalmente, di emanazione delle tabelle dei compensi dei giornalisti, affinché si possa dare attuazione ne1l’Isola anche per la nostra categoria, l’unica ad esserne esclusa proprio a causa di tale mancanza, alle disposizioni attuative della nostra Regione sull’equo compenso, adottate con provvedimenti autonomi dal governo Musumeci, in coerenza con le norme dello Stato.
Anche il nuovo testo del Ddl sull’equo compenso, già approvato alla Camera e in questi giorni in discussione al Senato, conferma quanto vige per la legge 172/2017, cioè la necessità per i giornalisti del decreto ministeriale con le tariffe minime e ancora una volta fa emergere l’omissione del nostro ”vigilante” ministero di Giustizia che tuttora non ha fissato i parametri dell’equo compenso Solo per i giornalisti, elemento ”chiave di volta” della precarietà retributiva, come sottolineato da1l’Osservatorio sulla Carta di Firenze.
Supportare questa richiesta su una particolare situazione tutta siciliana, da parte di Ordine e Assostampa assieme, significa compiere un primo importante passo che va nella direzione del riconoscimento del diritto di ogni giornalista ad avere corrisposto un compenso dignitoso e regolare sotto ogni aspetto, al pari di ogni altra professione. E questo va fatto fin dall’inizio del percorso professionale.
Oggi a1l’Ordine come sindacato dei giornalisti chiediamo di percorrere assieme una strada che sappiamo essere impervia, ma di continuare a percorrerla tutti insieme, senza pregiudizi, ciascuno anche con le proprie idee che però devono prodursi in sintesi, in un percorso di scambio e di sostegno reciproco prima di tutto per ridare fiducia ai tanti colleghi che oggi si domandano e chiedono a dirigenti di ordine e sindacato perché continuare, perché si può ancora credere in questa professione e perché riconoscersi in Ordine e Sindacato resta l’unica cosa giusta da fare. Tutti dobbiamo assumerci le nostre responsabilità e nessuno si salva da solo.
Vi informo che lo scorso 16 marzo in sede ministeriale è stato firmato l’accordo che prevede dal 24 marzo 2022 la cassa integrazione al 34% per i colleghi dipendenti del quotidiano La Sicilia di Catania. E’ stato avviato lo stato di crisi aziendale che prevede anche il prepensionamento per 8 colleghi. Al momento si attende la disponibilità dei fondi. ln particolare si resta in attesa della conclusione degli stati di crisi di altre aziende, in linea di massima le somme ci dovrebbero essere, ma appunto si attende. Con l’azienda è stato concordato e ribadito quanto previsto dalla legge e cioè che ogni due pensionamenti ci sarà un nuovo inserimento e che comunque i contratti part time verranno anche rimpiazzati. Cioè se un collega da part time passerà a full time prendendo il posto di un prepensionato, il contratto part time passerà ad un altro o altra collega. Come avevo accennato nel corso dell’ultimo consiglio, dal lº aprile tre colleghi della redazione di Siracusa del Giornale di Sicilia sono stati trasferiti 2 a Palermo e 1 ad Agrigento, mentre il collega che lavorava a Catania è stato trasferito nella redazione di Caltanissetta. La situazione di gravissima crisi che stanno vivendo i quotidiani cartacei siciliani e l’editoria siciliana è nota a tutti. Ribadisco anche oggi che non è una crisi che non è di questi giorni né di questi mesi. E’ una crisi che arriva da lontano, la situazione è diventata sempre più grave e coinvolge tutti indistintamente. E’ una situazione che stiamo seguendo e che sta costringendo i colleghi dipendenti ad ulteriori, pesanti sacrifici. Una situazione che si aggiunge e si accompagna alla questione tuttora irrisolta, dei collaboratori che vantano 7/8 mesi di collaborazioni arretrate. Assicuriamo alle colleghe e ai colleghi un sempre pronto intervento del sindacato presente sempre in tutte le vertenze. Stiamo e staremo accanto ai colleghi di tutti i giornali per tutto quello che si può fare, sia sotto il profilo legale se necessario che sotto il profilo sindacale nei rapporti con gli editori e con i cdr. Siamo intervenuti assieme aII’0rdine con una nota Io scorso 23 febbraio sulla delicata vicenda delle tv private in Sicilia con un pezzo di informazione che rischia di sparire a causa della transizione del sistema radiotelevisivo alle nuove tecnologie. In Sicilia potrebbero spegnere il segnale un’ottantina di Tv locali. E’ evidente la nostra preoccupazione perché ogni antenna dismessa è una voce che manca al pluralismo democratico. Ma anche perché le ricadute negative sotto il profilo occupazionale potrebbero essere davvero nefaste con centinaia di colleghi a rischio posto di lavoro senza parlare di tecnici, assistenti, ecc.
Abbiamo chiesto al governo nazionale di valutare interventi che possano consentire il mantenimento dell’offerta informativa e la tutela dei livelli occupazionali. La nuova distribuzione delle frequenze lascia fuori circa 500 emittenti in tutta Italia. In Sicilia particolarmente colpite sono le aree territoriali di Siracusa e Catania. C’è un problema di disponibilità di frequenze aggiuntive a costi accessibili alla piccola emittenza locale. Sula questione è intervenuto anche il governo regionale con il presidente Musumeci.
UFFICI STAMPA
Lo scorso 23 febbraio abbiamo incontrato finalmente l’assessore alle Autonomie locali e funzione pubblica, Marco Zambuto con Vito Orlando e Marina Mancini, rispettivamente presidente e vicepresidente del Gruppo uffici stampa Sicilia, per avviare il tavolo congiunto che da tempo richiedevamo per mettere ordine su criticità e deregulation negli uffici stampa degli enti locali in Sicilia. Nel corso della riunione, alla quale hanno preso parte anche le dirigenti generali dei due dipartimenti, Carmen Madonia, sono state affrontate le criticità che attualmente si registrano negli uffici stampa degli enti locali dell’Isola, a partire dalla differenza del ruolo di portavoce da quello di addetto stampa. Il sindacato dei giornalisti ha ribadito la necessità che i comuni si dotino di uffici stampa con giornalisti per evitare il rischio che possa configurarsi il reato di esercizio abusivo della professione, anche in relazione alle centinaia di comunicati stampa che ogni giorno arrivano alle redazioni firmati da amministratori locali e persino anche senza alcuna firma. Siamo e restiamo convinti che se tutti gli enti locali si dotassero di uffici stampa si potrebbero aprire nuove prospettive occupazionali per la nostra categoria che potrebbe così fronteggiare meglio la perdurante crisi del settore dell’editoria, offrendo al contempo la professionalità del saper fare informazione alle amministrazioni locali. La Consulta alcuni giorni fa ha respinto l’istanza relativa al fatto che in Sicilia i portavoce debbano essere iscritti all’0rdine dei giornalisti, su questo purtroppo abbiamo poco da fare. La proposta del sindacato è quella di procedere subito con la denuncia per esercizio abusivo della professione non appena saranno intercettati comunicati stampa firmati da portavoce non iscritti a1l’Ordine. si debba fare un distinguo tra le figure di portavoce e addetto stampa. La Consulta ha deciso di non decidere, noi dobbiamo andare avanti per la nostra strada che è quella di avere addetti stampa nei vari enti e questa pronuncia in fondo ribadisce che il legislatore nazionale e regionale non richiede l’iscrizione all’Odg per il ruolo di portavoce e quindi cosi se i sindaci vogliono informazione pubbIica dovranno ricorrere agli addetti stampa.
Sugli uffici stampa abbiamo questa interlocuzione aperta con l’assessore Zambuto, proprio alcuni giorni fa ho contattato la sua segreteria. Al momento come sapete si è aperto il fronte elettorale e c’è questa frattura dentro Forza Italia che sta condizionando tante cose. Abbiamo predisposto grazie al presidente del Gus Vito Orlando, una bozza di direttiva che è stata inviata a Zambuto e alla dirigente generale Rizza affinché possa essere fatta propria dall’assessore e inviata a tutti gli enti locali. Stiamo in attesa per ottenere un nuovo incontro.
Lo scorso 8 marzo siamo stati auditi in commissione salute a1l’Ars sulla questione degli uffici stampa nella sanità siciliana. Con il presidente del Gus Vito Orlando abbiamo presentato il dossier sulla informazione nella sanità con riferimento alle aziende sanitarie ed ospedaliere. Era presente anche l’assessore alla salute Razza. 11 dossier è molto completo e avevo ipotizzato a tal proposito di organizzare una conferenza stampa coinvolgendo anche l’0rdine dei giornalisti per evidenziare le carenze che si registrano in talune aziende da anni. In modo da accendere con più luci i riflettori sul tema. Nella sostanza noi chiediamo due cose: la prima approfittando della riorganizzazione delle piante organiche, solo la metà (9 su 18) delle aziende hanno un addetto stampa e quindi chiediamo la copertura di questi posti bandendo i concorsi entro la fine di quest’anno, mentre per gli addetti stampa in servizio si chiede il passaggio nella nuova figura di giornalista pubblico.
L’inter1ocuzione con la politica è difficile e anzi ritengo che vada portata avanti, se possibile, un’azione coordinata anche con l’0rdine dei giornalisti rispetto al pressing sulla politica. Attendiamo risposte che purtroppo tardano ad arrivare.
INPGI
Infine, qualche notizia su Inpgi che come sapete dal prossimo lº luglio passerà a Inps. Inpgi e lnpgi sono impegnate in questa fase nella vicenda del passaggio del personale — 100 dipendenti così come prevede la norma – e in un secondo tempo sicuramente dal primo luglio Fieg ed Fnsi tratteranno con Inps altri temi fondamentali. La consulta delle associazioni regionali si è riunita lo scorso 22 marzo con la Fnsi e siamo stati informati che l’erogazione delle somme previste dovrebbero rimanere tali considerate le attività svolte dagli uffici di corrispondenza fino al 30 giugno 2022. Per quest’anno si dovrebbe ricevere, se tutto va bene, il 72% dei fondi avuti nel 2021. Con l’assistenza del consulente del lavoro e con il tesoriere abbiamo inserito in bilancio preventivo 2022 il 50% rispetto a quanto avuto nel 2021 per essere prudenti, perché al momento l’unica cosa certa è la corresponsione del 50%. Bisogna attendere il rinnovo della governance del nuovo Inpgi che dovrà regolare poi la convenzione con gli uffici di corrispondenza; inoltre bisognerà attendere anche le interlocuzioni tra Fusi e Inps per capire se si potrà stipulare una convenzione anche con Inps per un contributo alle Associazioni come uffici di corrispondenza. In tal senso, abbiamo fatto uno screening delle attività svolte dall’ufficio inviato alla Fnsi proprio per dimostrare l’importanza del lavoro dei nostri uffici. Vi informo anche che attualmente Fnsi e lnpgi stanno cercando di far mantenere dei fondi della Fnsi che sono conservati da lnpgi. Fondi che hanno una origine contrattuale e rischiano di transitare nell’lnps. Si parla di un fondo di 3,2 milioni di euro e un altro previsto di circa 61 milioni, di cui circa 24 sono impegnati per sostenere il costo dei prepensionamenti. Restano circa 38 milioni, per finalità sociali, che rischiano di passare al1’lnps. Si sta cercando in tutti i modi di mantenere quei fondi al nuovo lnpgi per lasciarli nella disponibilità della nostra categoria.
Con riferimento alle altre attività siamo impegnati con la prefettura in un percorso di legalità con le scuole del palermitano relativo all’importanza dei beni confiscati alla mafia, iniziativa seguita dal vicesegretario Roberto Leone, stiamo lavorando alla possibilità di un’azione coordinato con l’Ufflcio scolastico regionale attraverso un progetto per coinvolgere i giornalisti nei progetto Pon che si portano avanti nelle scuole siciliane, per questo c’è stato anche un incontro nelle scorse settimane. L’iniziativa è seguita dai vicesegretari Leone e Puglisi. Abbiamo partecipato lo scorso 1 aprile alla “Settimana delle memoria” nell’ambito della manifestazione “Non ti scordar di me”, promossa da Comune di Erice e Libera contro le mafie, in collaborazione con le istituzioni scolastiche del territorio e con il Comune di Trapani e il Polo Universitario di Trapani, per ricordare Barbara Rizzo, Giuseppe e Salvatore Asta, vittime della strage mafiosa di Pizzolungo del 2 aprile 1985. lu particolare il vicesegretario Leone venerdì scorso è stato presente e ha partecipato nell’Aula Magna del Polo Universitario di Trapani con il collega Salvo Palazzolo, il procuratore della Repubblica di Trapani Gabriele Paci, e il presidente dell’ordine Gueli al dibattito con gli studenti e alla premiazione della VI edizione del concorso giornalistico “Santo della Volpe”, promosso da Comune di Erice, Libera, Fnsi, Ordine dei giornalisti di Sicilia, Usigrai, Articolo21 e Libera informazione.
lnfine, ringrazio la segretaria provinciale di Trapani e il segretario Vito Orlando per l’iniziativa a ricordo di Giovanni Ingoglia di ristampare 100 copie di un numero unico di “Labirinti”, rivista culturale da lui diretta alla fine degli anni 80 insieme con Ludovico Corrao. E’ un modo per ricordare il collega che fu segretario provinciale prima di Vito, vice presidente del consiglio regionale, che ci ha lasciato e che tanto ha creduto nel nostro sindacato.
Grazie dell’attenzione.
NOTE BILANCIO
Abbiamo chiuso il 2021 con una situazione patrimoniale attiva di oltre 19l mila euro. Ad oggi nelle casse dell’Assostampa ci sono oltre 200mila euro. 11 problema è quello relativo al fondamentale contributo de1l’Inpgi, che diminuirà sensibilmente, e alle spese relative al congresso, abbiamo previsto in bilancio 20mila euro. Positiva la voce dei recuperi relativi ai colleghi morosi favorita dalla sanatoria messa in atto. Sulla sede stiamo valutando una che costi molto meno rispetto a quella attuale. Stiamo valutando anche l’eventualità dell’acquisto per non gettare soldi. Attualmente spendiamo circa 1.400 euro a1 mese di affitto che sono 16.800 l’anno, ai quali vanno aggiunti 300 euro al mese di condominio e altrettanti per le pulizie. Quindi siamo intorno ai 24mila euro l’anno. Una cifra consistente sulla quale pende il taglio dell’Inpgi. Confindustria Sicilia si sta trasferendo nei locali della Camera di Commercio di Palermo e ci sarebbe la possibilità di condividere degli spazi, si tratta della metà di un piano. Assostampa potrebbe avere uno spazio di circa 100 mq a circa 650 euro al mese di affitto. Ci sarebbero per esempio la disponibilità di una sala per le riunioni del consiglio ed anche per riunioni di giunta se i locali a disposizione non fossero sufficienti. Ad ogni modo non scartiamo l’ipotesi di acquisto, con il tesoriere Leone abbiamo visto un locale alle spalle dell’attuale sede di via Crispi, in vendita per 80mila euro ai quali si deve aggiungere la somma per i lavori di sistemazione. L’ipotesi di acquisto è legata solo a situazioni vantaggiose nei costi e comode sotto il profilo logistico. Le quote associative rispetto al 2020 hanno avuto una crescita negli introiti, in particolare anche le quote arretrate. E’ evidente che se ci sono più colleghi che pagano e molti che aderiscono alla sanatoria decisa nel 2021 c’è ancora fiducia nel sindacato la qual cosa premia la bontà del lavoro di questa dirigenza. Sulle uscite, il segretario precisa che alla voce “imposte e contributi” va calcolata una cifra di circa 6mila euro pagati come imposte per la liquidazione della signora Chiara Basile. Oggi non sappiamo cosa avremo da lnpgi nel 2023 e quindi dobbiamo agire in modo prudente. Si è intervenuti in bilancio sul taglio dei contributi alle sezioni provinciali alle quali però, dopo una valutazione con il tesoriere, si è pensato di dare un contributo extra per il 2022 di 500 euro a tutti. Il taglio sarebbe di circa il 50%. Nel 2020 abbiamo avuto un attivo di quasi 42mila euro e nel 2022 di 66mila euro che in due anni significa un avanzo di oltre 100 mila euro. Questo non è soltanto ascrivibile alla emergenza Covid, è evidente che c’è stata una maggiore attenzione nelle spese e si sono fatte maggiori economie.