Le strutture di Raccuja e Serravalle tornano a nuova vita grazie a contributi pubblici e all’impegno di privati
La sezione siciliana dell’Istituto sabato 13 e domenica 14 maggio apre i recuperati castelli Branciforti di Raccuja e Serravalle nel comune di Mineo. La presidente
Trentasette siti principali in 19 città italiane, più 16 itinerari regionali con oltre 46 architetture fortificate saranno fruibili il 13 e 14 maggio in occasione della XXIV edizione della ‘Giornata nazionale dei Castelli’, organizzata dall’Istituto italiano dei Castelli onlus. All’interno delle strutture, oltre la possibilità di visitarle, numerosi eventi, manifestazioni, festival e itinerari turistici collegati per vivere due giorni alla scoperta di un inestimabile patrimonio italiano. La novità dell’edizione 2023 è il doppio calendario di iniziative: questo fine settimana, e a seguire, in autunno, il 16, 17 e 24 settembre.
“È un momento centrale della nostra programmazione annuale – spiega Michaela Marullo Stagno D’Alcontres, presidente nazionale dell’Istituto – perché ci permette di andare oltre la conservazione e valorizzazione delle nostre strutture fortificate,
IN SICILIA – La sezione siciliana dell’Istituto Italiano dei Castelli, presieduta da Maria Vittoria D’Amico Santagati, con il consiglio regionale e il supporto tecnico dell’architetto Fulvia Caffo, consigliere e presidente del consiglio scientifico di sezione e dell’ammiraglio Santo Giacomo Legrottaglie, delegato per la provincia di Messina dell’Istituto, rispettivamente sabato 13 e domenica 14, riaprono due importante siti recuperati: Il Castello Branciforti a Raccuja, in provincia di Messina e Serravalle a Mineo (Catania). Il castello di Raccuja è stato oggetto di un restauro molto lungo e importante, promosso grazie all’impegno costante del socio dell’Istituto italiano dei Castelli Nunzio Astone. La fortificazione era abbandonata in pessime condizioni e grazie al restauro della Soprintendenza ai beni culturali di Messina e ai fondi regionali, con la collaborazione del comune di Raccuja è tornato a splendere.
IL PROGRAMMA – Sabato 13 maggio al Castello Branciforti di Raccuja, il saluto del sindaco Ivan Martella con la presentazione dei progetti di lavoro sul Castello Branciforti. A seguire: Michaela d’Alcontres Marullo, presidente Nazionale dell’Istituto Italiano dei Castelli; Maria Vittoria D’Amico, presidente della sezione Sicilia Istituto Italiano dei Castelli; il contrammiraglio Santo Giacomo Legrottaglie, delegato per la provincia di Messina dell’Istituto; Lino Morgante, direttore editoriale di ‘Gazzetta del Sud’, il quale sostiene costantemente le iniziative dell’Istituto.
Gli approfondimenti saranno curati da Mirella Vinci, soprintendente ai Beni culturali ed ambientali di Messina (‘Cenni sulla Storia e sull’ Architettura del castello di Raccuja’); Biagio Ricciardi, Istituto Italiano dei Castelli (‘Breve Storia della famiglia Branciforti in Sicilia’); Antonello Pettignano, della soprintendenza ai Beni culturali ed ambientali di Messina, che ha seguito tutte le fasi del restauro promosso dal socio Nunzio Astone e la presentazione della raccolta di saggi ‘Il Castello di Raccuja e dintorni’.
Domenica 14 maggio, nel castello di Serravalle a Mineo: alle 9.45 i saluti della presidente della Sezione Sicilia, Maria Vittoria D’Amico Santagati e di Orsola Sedati. Alle 10, inizio visita guidata della struttura. Nel pomeriggio visita alla vicina area archeologica di Paliké, insediamento urbano del IV sec. a.C., sede del santuario più importante della popolazione sicula, dedicato ai fratelli Palici, di proprietà della Regione Siciliana e saluti del direttore del sito, Giuseppe D’Urso, che ne ha disposto l’apertura straordinaria esclusivamente per i partecipanti alla Giornata Nazionale dei Castelli. L’itinerario sarà guidato da Laura Maniscalco, massima esperta della storia dell’insediamento e delle campagne di scavo del sito archeologico.
DUE STRUTTURE DATABILI TRA L’XI E IL XIII SECOLO – Il Castello Branciforti di Raccuja è stato costruito nell’XI secolo dal conte Ruggero I d’Altavilla, sui resti di architetture di origine romane e islamiche. L’attuale proprietà è del Comune di Raccuja.
Il compatto edificio occupa un’area a pianta rettangolare che domina la parte alta del paese, nel cuore del centro medioevale. Dopo i Normanni furono gli Svevi ad ampliare la struttura, prolungando l’ala parallelepipeda e, probabilmente, sopraelevando la torre cilindrica tuttora esistente, in quanto la originaria costruzione a tholos fu rialzata di un piano.
Ancora con gli Svevi, intorno al XIII secolo, la struttura si presentava come un saldo fortilizio, nel quale era stanziato il governo della cittadina, che dipendeva direttamente dal re in quanto Raccuja era di dominio regio.
Il periodo branciforteo: dal 1552 conti di Raccuja furono i Branciforti, i quali modificarono e adattarono ampiamente la struttura castellana che conservava ancora un aspetto vetusto e medievale, per ricavarne un luogo di rappresentanza politico-amministrativa. L’ultimo grande intervento risale alla metà del XIX secolo quando la struttura, passata allo stato dopo la caduta degli stati feudali e poi all’Italia con l’unità del 1860, venne trasformata in carcere e alterata in molte sue parti.
Il castello di Serravalle è di proprietà privata, costruito nel XIII secolo. L’avvocato Orsola Sedati lo ha ereditato nel 2008, dopo la scomparsa della madre Francesca Millo di Casalgiate, alla quale, era stato tramandato, a sua volta, dalla madre Gerarda Millo di Casalgiate Grimaldi. La famiglia è proprietaria dell’edificio dal lontano 1513.
Il castello di Serravalle è una testimonianza di epoca medievale che, sin dalla sua costruzione ha rappresentato un punto di guardia della via che da Catania per Palagonia giungeva a Mineo, proseguendo per Caltagirone. La bellezza ed il mistero della struttura non passano inosservate a chi lo ammira e ciò che più colpisce è la perfetta armonia tra paesaggio ed architettura: è posto in cima ad un’altura, arroccato su un banco roccioso, Poggio Pizzuto. Il castello è tuttora punto di riferimento e di orientamento per il territorio circostante, caratterizzato da altri due castelli, Mineo e Mongialino, posti anch’essi a difesa della sottostante Valle dei Margi.
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