Nel “ Giorno Del Ricordo” va rivolto un pensiero alle vittime delle guerre. Un appello contro i nazionalismi e per costruire azioni finalizzate a prevenire i conflitti.
sabato 10 febbraio
la riflessione dei ragazzi, a cura del professore Salvatore Crisafulli
Durante la prima guerra mondiale il governo italiano aveva manifestato delle mire espansionistiche verso l’area balcanica e ciò si delineò con il Patto di Londra. Con il trattato di Versailles l’Italia si allargò verso est occupando Trieste, Gorizia, l’Istria e alcune aree della Dalmazia.
Croati, sloveni, italiani, tedeschi avevano vissuto per moltissimi anni senza tensioni. Negli anni venti scaturirono varie forme di violenze da parte del movimento fascista nei confronti delle popolazioni dominate. La politica dello Stato Italiano puntò sull’italianizzazione degli slavi e sulla cancellazione della loro identità.
Nel 1941 durante l’occupazione nazista e dell’esercito italiano la popolazione slava fu massacrata. Nel 1945 i morti arrivarono quasi a un milione. Dal 1943 in poi i partigiani comunisti e antifascisti del maresciallo J. Broz detto Tito deportarono migliaia di italiani nei campi di concentramento o li uccisero lanciandoli nelle foibe.
Successivamente le vessazioni e le violenze determinarono una terribile pulizia etnica che si concluse con un esodo verso l’Italia di 350.000 persone costrette ad abbandonare terre e beni.
i nazionalismi
Bisogna mettere sotto accusa i nazionalismi tedesco, italiano, jugoslavo che riuscirono a distruggere alle radici un esempio storico di convivenza pacifica di diverse etnie e culture. Un mondo che avrebbe molto da insegnare a tanti governi intolleranti di oggi e a milioni di persone che alimentano conflitti.
Le foibe non sono oscure voragini carsiche, che squarciano la terra. Rappresentano testimonianze silenti di una pagina oscura e dolorosa della storia europea. Dobbiamo intraprendere un viaggio verso la luce della memoria e della consapevolezza affinché il sacrificio delle vittime innocenti ispiri la nostra generazione e le future a combattere ogni forma di odio e di intolleranza. Si possono prevenire le guerre cercando di attenuare la povertà nel mondo, diminuendo la produzioni di armi, rispettando i diritti umani, garantendo giustizia sociale, un’equa distribuzione della ricchezza, milioni di posti di lavoro, diritti sindacali ecc..
Un mondo migliore è possibile. Possiamo costruirlo tutti ogni giorno con i nostri comportamenti.
Classe III C Scuola secondaria di I grado di Brolo Istituto comprensivo di Brolo