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GIOVANI DEMOCRATICI MESSINA – Disastro incendi: servono azione e prevenzione

Sono indispensabili una maggiore cura del territorio, la realizzazione di linee tagliafuoco e scelte politiche coraggiose da parte delle istituzioni.

A pochi giorni dagli incendi che hanno devastato parte della Sicilia, in molti comuni si contano i danni. Tragico il bilancio delle zone colpite, soprattutto nel messinese e nel palermitano. Dopo una sommaria ricognizione è emerso che in Sicilia sono bruciati circa 5600 ettari di territorio di cui 3700 circa di bosco e il resto di superficie di macchia mediterranea (FONTE: Presidenza della Regione Siciliana). In particolare, colpiti molti comuni dei Nebrodi e della zona Tirrenica, tra cui Santo Stefano di Camastra, dove si sono registrati i danni maggiori, Capo d’Orlando, Mistretta, Gioiosa Marea, Tusa, Patti, Sant’ Agata di Militello, Naso e Militello Rosmarino, Motta d’Affermo, Pace del Mela, San Filippo Pace del Mela, San Pier Niceto, Torregrotta, Monforte San Giorgio, Rometta, Gesso, Furnari e frazioni collinari di Barcellona Pozzo di Gotto. Colpite anche numerose infrastrutture, come l’autostrada A20 ME – PA, chiusa per lungo tempo tra gli svincoli di Buonfornello e Castelbuono, con non pochi disagi per i cittadini. Nonostante le elevate temperature e il forte vento di scirocco, l’ipotesi di autocombustione appare assurda e a dir poco credibile. La matrice degli eventi è sicuramente dolosa, come si spiegherebbe che decine di incendi possano scattare contemporaneamente, proprio in un giorno in cui il vento forte avrebbe amplificato i danni?
Come Giovani Democratici vogliamo denunciare una situazione che ormai cronicamente si ripete da anni, incendi dolosi che feriscono il nostro territorio e danneggiano una delle risorse più importanti, il patrimonio boschivo, con danni anche per l’agricoltura e rischi per la nostra incolumità.  Ci sentiamo in dovere, non solo di interessarci del problema, ma di fornire anche delle proposte.
Per prevenire fatti di questo genere devono essere moltiplicati i controlli sul territorio. Si potrebbero anzitutto impegnare i lavoratori forestali non solo in fase di gestione dell’emergenza ma anche in fase di prevenzione, soprattutto nei periodi più a rischio, come l’inizio della stagione estiva.
Questa linea di prevenzione deve sostanziarsi in una maggiore cura del territorio, nella realizzazione delle cosiddette “linee tagliafuoco” e  un’attenzione maggiore verso i terreni a margine delle infrastrutture più a rischio. La prevenzione può ben poco però se non si interviene in maniera incisiva anche con scelte politiche coraggiose. Per porre un freno a questi eventi disastrosi che ogni anno colpiscono il patrimonio paesaggistico siciliano, le istituzioni competenti devono attivarsi rapidamente e efficacemente. Il Presidente della Regione deve dare un forte e chiaro indirizzo politico, effettuare scelte coraggiose rispetto all’impiego dei forestali (formarli, specializzarli e metterli in condizione di interfacciarsi efficientemente con il corpo dei vigili del fuoco)  e chiedere con forza al governo nazionale un incremento di risorse tecniche e di mezzi non solo per la gestione dell’emergenza ma anche a servizio della fase di prevenzione, fermo restando il grande ed apprezzabile sforzo della Protezione Civile e della centinaia di volontari impegnati senza sosta in questi terribili giorni; è grazie al loro impegno e al loro coraggio se non si sono perse vite umane. I commissari provinciali dovrebbero intensificare gli interventi rispetto ad infrastrutture di propria competenza (strade provinciali) e anche i sindaci, in particolare quelli dei comuni maggiormente a rischio, potrebbero spingere i privati a mantenere “puliti” i terreni, limitando il rischio incendio. In ultima istanza, vale la pena sottolineare l’importanza dell’educazione al rispetto dell’ambiente e della natura soprattutto delle nuove generazioni; per questo è necessario l’impegno dell’istituzione scolastica per sensibilizzarle al rispetto e alla cura dell’ambiente.

Redazione Scomunicando.it

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