Infatti ‘Italia sarà rappresentata dall’Associazione SIKANIE di Sinagra che partecipa al progetto con 10 giovani siciliani: Giulia, Roberta, Angela, Ylenia, Stefano, Vittoria, Valentina, Giorgia, Gabriella, Simone e Giorgia che provengono da tutti i nebrodi.
Attraverso laboratori sportivi ed artistici, il gruppo affronterà il tema dell’identità di genere nei suoi vari aspetti (le pratiche fisiche, le relazioni ragazzo-ragazza, la prevenzione del suicidio per le minoranze sessuali, l’omofobia, la transfobia,la violenza sulle donne,lo sport e i disabili, ecc.) e parteciperanno anche a divertenti laboratori sul contenuto giuridico, sociologico, storico, psicologico e biologico della identità di genere.
Nello spirito del “tutti diversi, tutti uguali” sarà allestita una mostra fotografica per abbattere gli stereotipi legati alle rappresentazioni del corpo e incoraggiare il dialogo, la cooperazione e la regolare attività fisica dei ragazzi con il supporto tecnico della fotografa professionista francese Miss Buffet Froid (http://www.missbuffetfroid.com) .
Tutto il materiale prodotto sarà messo disposizione degli operatori sociali , sanitari e scolastici che lavorano su questi aspetti sociali.
I ragazzi saranno seguiti in questo percorso di apprendimento non formale dalla Presidente dell’Associazione Angela Fogliani. che per descrivere lo spirito di questo scambio riassume quanto l’artista Miss Buffet Froid ha scritto nel suo sito ufficiale “La mia esperienza con un pubblico eterogeneo mi ha dimostrato che un’attività creativa, di intrattenimento e culturali potrebbe essere una vera cura per alcune malattie, come l’isolamento, l’ansia, la mancanza di fiducia in se stessa. processo di creazione permette un dialogo per risolvere le questioni, condividere … Ecco perché quando possibile cerco di respirare da quello culturale / creativo in tutto quello che ho iniziato. Un ministro della cultura ha dichiarato: “(…) la cultura è un antidoto (…), perché ci invita alla comprensione degli altri e della tolleranza fruttuosa, ci incoraggia ad andare per incontrare altre culture e altri immaginari.”
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Carcassonne (in italiano e in occitano Carcassona) è una città francese situata nel dipartimento dell’Aude, del quale è capoluogo, nella regione della Linguadoca-Rossiglione.
Le prime tracce di insediamento nella regione di Carcassonne, sono state datate al 3500 a.C. Attorno all’800 a.C., la collina di Carsac divenne un importante luogo di scambi commerciali.
Carcassonne divenne strategicamente importante quando i Romani fortificarono la cima della collina attorno all’anno 100 a.C. e resero il centro capitale della colonia di Julia Carcaso, in seguito Carcasum. La parte principale delle mura settentrionali risale a quell’epoca.
All’inizio del VII secolo, i Visigoti presero il controllo della zona e costruirono ulteriori fortificazioni, tuttora esistenti. Grazie a queste riuscirono a respingere gli attacchi dei Franchi. I Saraceni presero Carcassonne nel 725, ma Pipino il Breve li scacciò nel 759.
Nel 1067 Carcassonne divenne, tramite un matrimonio, proprietà di Raimond Roger Trencavel, Visconte di Albi e Nîmes. Nei secoli successivi la famiglia Trencavel si alleò alternativamente con Barcellona o Tolosa. I Trecanvel fecero costruire il Castello Comitale (Chateau Comtal) e la Basilica di Saint-Nazaire.
Carcassonne divenne famosa per il suo ruolo nella Crociata albigese, quando la città era una roccaforte dei Catari francesi. Nell’agosto 1209, l’esercito crociato di Simone di Montfort costrinse i cittadini alla resa. Monfort fece uccidere Trencavel e divenne il nuovo Visconte. Egli ampliò le foritficazioni. Carcassonne divenne una cittadella di frontiera tra Francia e Aragona.
Nel 1240 il figlio di Trencavel cercò di riconquistare il vecchio dominio ma senza successo. La città si sottomise al potere del Re di Francia nel 1247 e Luigi IX di Francia fondò la parte nuova della città oltre il fiume. Luigi e il suo successore Filippo III costruirono le mura più esterne. Secondo i contemporanei la fortezza era considerata inespugnabile. Nel 1355, durante la Guerra dei cent’anni, Edoardo il Principe Nero non riuscì a prendere la città, anche se le sue truppe distrussero la Città Bassa.
Nel 1659, il Trattato dei Pirenei trasferì la provincia di confine del Rossiglione alla Francia, e l’importanza militare di Carcassonne venne ridotta. Le fortificazioni vennero abbandonate e la città divenne principalmente un centro economico, incentrato sull’industria tessile.
La cittadella fortificata
Alla fine la cittadella fortificata di Carcassonne cadde in rovina; a tal punto che il governo francese considerò seriamente la sua demolizione. Un decreto in tal senso venne reso ufficiale nel 1849, ma causò un tumulto. Lo storico Jean-Pierre Cros-Mayrevielle e lo scrittore Prosper Mérimée, guidarono una campagna per preservare la fortezza come monumento storico. In seguito, nello stesso anno, l’architetto Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc venne incaricato del rinnovamento del luogo.
Il restauro della città fortificata costituisce un caso di studio nell’ambito dei corsi di restauro; Viollet-le-Duc sintetizzo così il suo approccio ai lavori di restauro del castello: “Restaurare un edificio, non è solo mantenerlo, ripararlo, o ricostruirlo, è riportarlo ad una condizione completa che potrebbe non essere mai esistita”.
Il pensiero del francese Le-Duc in materia di restauro era all’opposto di quello dell’inglese John Ruskin che negli stessi anni teorizzava un modello romantico di restauro conservativo che alterasse il meno possibile i monumenti e che doveva mostrare, e non nascondere, i segni del tempo. L’architetto francese si attenne rigorosamente ai suoi principi in occasione dei restauri del castello e l’edificio divenne così l’emblema stesso del restauro stilistico e fonte di accese critiche da parte degli architetti e restauratori favorevoli all’approccio conservativo, che lo accusavano di aver inventato di sana pianta parti del castello.
Le fortificazioni consistono di una doppia cerchia di mura e di 53 torri. La fortezza venne aggiunta alla lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO nel 1997.
La città fortificata di Carcassonne servì da ispirazione a Klaus-Jürgen Wrede per il suo gioco da tavolo Carcassonne edito in Germania da Hans im Glück e in Italia da Venice Connection.