GIOVANNI D’AQUILA – Alice a Palermo è una Meraviglia
Cultura

GIOVANNI D’AQUILA – Alice a Palermo è una Meraviglia

giovanni_daquila211110Conversazioni sulle meraviglie.

di Chiara Sparacio

Italo Calvino scriveva che non si dovrebbe mai incontrare l’autore dei libri che si amano.

L’autore così dovrebbe essere una sorta di ombra delle proprie opere, dovrebbe essere ineffabile, qualcuno di cui si accetta l’esistenza ma non si dovrebbe desiderare la conoscenza.

Eppure alle volte il desiderio è così forte…

Un tempo uomini di tutti i tipi, alla fine delle rappresentazioni teatrali, si proponevano per far conoscenza della diva.

Venerdì sera io l’ho fatto: sono stata a teatro. Ci sono stata un po’ per caso in realtà: mia sorella cantava.

Cantava al Teatro Massimo di Palermo in prima mondiale in Alice nel Paese delle Meraviglie: testo e regia di Francesco Micheli e musiche di Giovanni D’Aquila.
Francesco Micheli è una vecchia conoscenza personale, Giovanni D’Aquila non lo conoscevo, ne avevo sentito parlare ma mai conosciuto.

L’altra sera, dopo aver assistito alla recita, ho desiderato conoscerlo.

Come facevano i bambini delle favole, ho espresso il desiderio prima di andare a letto e la mattina dopo ho avuto la mia intervista e siccome non ha senso possedere qualcosa e goderne da soli, la prendo e ve la regalo.
Tutto quello che si può desiderare sapere sulla carriera di Giovanni D’Aquila è accessibile su internet al sito www.giovannidaquila.it.

Se volete un giudizio su opera, cantanti e regia potrete andare su google e cartacei e trovare ciò che andate cercando.

Non è più il mio tempo di esprimere giudizi e di inseguire le note, con tempo e cambiamenti ho scelto di capire i messaggi piuttosto che lamentarmi delle screpolature.

Voglio parlavi di un dialogo su un’opera discussa e controversa.
Poiché qualcuno di voi non era in teatro durante le recite, è bene che fornisca alcune indicazioni:
Alice nel paese delle meraviglie

–    non è un’opera lirica ma una piece di teatro musicale;

–    è uno spettacolo per adulti che arriva prima ai bambini;

–    ha coinvolto sopra e attorno al palco più di 150 bambini delle scuole della città;

–    parla di una bambina di Palermo.

Vi sto confondendo?

Molto bene.

La confusione vi porta a curiosità?

Molto meglio.

La conversazione col M° Giovanni D’Aquila è stata molto gradevole e lui un uomo molto cordiale.

Vi racconto la trama e la storia nascosta dell’opera:

un giorno di dicembre 2009, Francesco Micheli (bergamasco) contatta Giovanni D’Aquila (nato a Grotte ma naturalizzato palermitano); gli chiede di preparare le musiche per un’opera che sarà Alice nel paese delle meraviglie.

A marzo la prima partitura è depositata. per la prima volta il maestro si cimenta con una corposa produzione di songs. La musica generale è su scala ottatonica: genere preferito e di eccellenza del maestro, ideale per creare il gioco classico-moderno distintivo della piece.

Intanto la scelta delle scene, degli interpreti, le proposte del teatro Massimo e le ricerche su you tube; labor limae per testi e note e incontro felice col direttore Arthur Fagen, studio e accordo col sound designer Rapisarda e la prima il 12 novembre.

È portata in scena l’opera del doppio: ogni suo aspetto ha un dritto e un rovescio, ogni sua anomalia ha una spiegazione logica; ciò che sembra coerente fa parte di un ragionamento pazzo.

 

alice_a_palermo Alice è una bambina palermitana figlia di un fattorino e di una casalinga che, soffermatasi a pensare sulle infinite linee dell’infinito, ha perso coscienza ed è precipitata nel paese delle meraviglie.

l paese delle meraviglie per un bambino di oggi, spiega Giovanni D’Aquila, è il mondo dell’opera: il bambino vede questi esseri con voci splendide e possenti, note tenute, abiti eccessivi, spazi magici e li trova meravigliosi.

Alice invece è una bambina vera e ha una voce che mal si sposa in tutto con quel mondo.

Il susseguirsi delle scene è fedele al testo di Carrol ma se per paradosso non si conoscesse la storia, non si troverebbe il nesso.

L’opera è per bambini nella sua architettura scenica: partecipazione di bambini, scenografie create da studenti, dinamiche e personaggi.

L’opera è per adulti nella sua raffinatezza testuale e musicale, si sovrappongono citazioni su citazioni: Gluk, Monteverdi, Verdi, Mozart, De André ma in modo buffo, come Carrol nella stesura del suo testo ha giocato con le parole inventandone di inesistenti, così D’Aquila ha stravolto arie note creando smarrimento nei cuori dei fini melomani e divertimento nei cuori più leggeri.

Senza dubbio il pubblico ideale è quello degli adulti colti e dal cuore semplice.
I testi sono ricchi di citazioni in dialetto e una delle songs racconta la storia del popolo siciliano; ho chiesto all’autore se fosse immaginabile quest’opera in altre città, se avesse dovuto subire variazioni o meno.

Io mi auguro che quando verrà rappresentata altrove resti intatta.

chiara_sparacio_2Chiara Sparacio

21 Novembre 2010

Autore:

admin


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