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GIOVANNI PELLEGRINO – Un ricordo, nell’anniversario della sua morte. A Gallico uno slargo viario porterà il suo nome

Il Comune di Reggio Calabria intitolerà in sua memoria lo spazio noto come ‘Palazzine San Biagio’, che diverrà ‘Largo Giovanni Pellegrino’.

 

Era nato nel 1932 a Gallico, direttore principale INPS, fu uomo politico, esponete della Democrazia Cristiana reggina, ma mai nè notabile nè uomo di potere, faceva parte di quel gruppo definito i “Comunistelli di Sagrestia”. Il Comune di Reggio Calabria intitolerà in sua memoria lo spazio noto come ‘Palazzine San Biagio’, che diverrà ‘Largo Giovanni Pellegrino’.

A volte ci sono volti, gesta, fatti che si defilano, come hanno spesso vissuto quegli uomini che li compirono, tra le pieghe dei ricordi, ma non degli affetti, perchè non bollati da protagonismi e voglie da prima donna.

Questo era Giovanni Pellegrino. Lui badava ai fatti, alla sostanza, non ai titoli dei giornali. Era concreto come la sua azione politica prima a Gallico, il suo paese, poi a Reggio Calabria, che negli anni “settanta” viveva il suo momento cruciale, tra la rivolta e l’antipolitica, tra scelte di campo e popolari e voglia di democrazia partecipata.

Pellegrino scelse sempre quest’ultima, combattendo all’interno della Democrazia Cristiana una battaglia di legalità e giustizia.

Il Comune di Reggio Calabria, ora, su proposta della Commissione Consultiva della Toponomastica, nello specifico, del Consigliere Comunale Francesco Gangemi, ha deciso di omaggiare la memoria di quest’illustre concittadino, esponente della Democrazia Cristiana gallicese, segnalando a suo nome nella nuova toponomastica cittadina lo snodo viario di Gallico, centro che l’ha visto nascere.

Così lo spazio noto come ‘Palazzine San Biagio’ prenderà il nome di ‘Largo Giovanni Pellegrino’.

L’iniziativa della giunta Falcomatà ha già trovato il riscontro della Prefettura reggina, un parere favorevole che di fatto, dando il via alla modifica toponomastica, riscopre la vita e l’esempio di un esponente della Democrazia Cristiana che tanto si è speso per il suo territorio, come ricordato nella relazione dell’amico Domenico Richichi allegata agli atti.

Un esempio quello di Giovanni Pellegrino di lungimiranza politica, di responsabilità sociale ma anche di marito affettuoso, sposato con Mariolina, un padre attento che amava filmare i sorrisi dei suoi piccini, Cesare, Daniela, Graziella, Giuliana e Valeria.

Morì a soli 48 anni, il 24 marzo del 1981.

Giovanni nel 1958 si laurea con il massimo dei voti e la lode in economia e commercio presso l’Università di Messina, ama la politica, ma non quella universitaria, si rivolge a quella delle piazze e dei circoli e nei primi anni ‘60 si scrive alla Democrazia Cristiana. Subito è il  segretario della sezione della DC di Gallico Superiore e dà un importante impulso all’attività del Partito. Nel 1976 è commissario del Comitato Comunale della DC di Reggio Calabria, l’anno dopo è Segretario Amministrativo del Comitato Provinciale della DC di Reggio Calabria.

Nel 1973 promosse e realizzò il rinnovamento all’interno della sezione della DC di Gallico Superiore raccogliendo attorno a sé un nutrito numero di giovani ai quali affidò il Partito sul territorio seguendone l’attività da vicino. Una scelta importante e strategica che gli permise di potersi maggiormente dedicarsi all’impegno di Consigliere comunale di Reggio Calabria, dove intanto era stato eletto, e per tenere fede all’idea che fosse necessario evitare, in politica, l‘accentramento di ruoli e compiti.

Politicamente faceva riferimento, su base nazionale, al senatore Amintore Fanfani, componente interna della democrazia Cristiana fondata dallo stesso Fanfani da Dossetti e da La Pira che per le idee che proclamavano furono definiti “comunistelli di Sagrestia”.

A Gallico, Pellegrino divenne il sollecitatore di iniziative di formazione politica e culturale. Si cominciò in quegli anni a studiare le idee dei grandi pensatori cristiano democratici e cattolici dell”800 e dei primi del ‘900: da Mounier a Romolo Murri, a Toniolo, da Jacques Maritain a Sturzo fino a De Gasperi , passando per le encicliche sociali dei Papi, soprattutto la Rerum Novarum, per finire ai quasi contemporanei La Pira, Don Milani, Dossetti.

Le idee e il pensiero di Giovanni Pellegrino, ora ma anche allora, si possono sintetizzare nella ricerca del bene comune, nel concepire la politica come servizio da rendere alla comunità e non come strumento di cui servirsi per raggiungere posizioni di privilegio o di comando.

Questo spesso lo mise contro altre linee di pensiero che albergavano in una Dc che brigava con socialisti ed in aria di compromesso storico che era anche in grado di chiuder occhi su appalti e connivenze di potere.

Lui proclamava che non era possibile fare politica disgiunta dalla morale, che politica e morale non sono in antitesi ma debbono essere, per un cattolico che opera politicamente, un punto di naturale convergenza.

Con Giovanni Pellegrino, dice chi lo conosceva bene, si provava il gusto di fare politica per la sua solarità nell’affrontare le problematiche politiche con fiducia, lealtà e ottimismo e sempre con il sorriso sulle labbra.

Convinto della necessità di una attività culturale nel territorio, ovviamente guardava a  Gallico con un particolare interesse, sganciata ma non avulsa dall’appartenenza alla dottrina sociale cristiana.

Così Giovanni Pellegrino fondò il Centro Studi “Ezio Vanoni”, dal nome del ministro delle finanze che negli anni cinquanta rilancio l’economia italiana con un piano pluriennale di crescita al ritmo del 5 per cento annuo che gettò le basi per il boom degli anni sessanta.

Il Centro Studi Vanoni fu, per molti anni, motore di attività culturali e sociali che prepararono la nuova generazione di giovani gallicesi.

Negli anni ‘75/’78 fu guida preziosa nella organizzazione delle Feste dell’Amicizia della sezione della DC di Gallico Superiore che rappresentarono momenti di dibattito culturale e politico per tutta la provincia di Reggio Calabria.

Un impegno politico, quello di Giovanni pellegrino, condiviso tra lavoro e famiglia.

Più volte candidato, ricordava il 17 voti presi alla sua prima esperienza alle comunali del 1965 e pi i successi nel 1970, nel 1975, mentre già nel 1972 aveva l’incarico di Delegato Municipale di Gallico.

In quegli anni, quale componente del Circolo di Collaborazione Civica “Nino Sergi”, fu promotore, assieme ad altri uomini di cultura gallicesi, di un regolamento per il decentramento amministrativo della città di Reggio Calabria.

Credeva nell’esigenza della partecipazione della gente alla gestione della cosa pubblica non confinata nel momento elettorale perché era convinto che una città come Reggio Calabria, che ha un vastissimo territorio, ha necessità di essere vicina e di avere vicini i propri cittadini nelle scelte amministrative.

Fu tenace sostenitore e fattore di questa idea di decentramento tanto che, in attesa della sua realizzazione, che avvenne, poi, con la legge apposita sui consigli di Circoscrizione, promosse una delibera di Consiglio Comunale che istituì la Consulta del Delegato Municipale.

In consiglio comunale, forte, anche del suo incarico politico di commissario del comitato comunale della DC, fece sua la delibera, con il concerto di alcuni illuminati consiglieri comunali, con la quale si istituì il Regolamento per il Decentramento Amministrativo nella città di Reggio Calabria: i Consigli di Circoscrizione.

Nel suo decennale impegno di consigliere comunale e di Delegato Municipale, innumerevoli sono le iniziative portate all’attenzione del Consiglio comunale della città: lo svincolo autostradale, la Gallico-Gambarie, che fa una scelta di futuro, la battaglia, purtroppo non vinta, per la localizzazione dell’Università nella zona nord della città (Santa Domenica e Arghillà) sono le più importanti.

Vi sono altre iniziative portate a conclusione positiva con l’ordinaria amministrazione quali il completamento della rete fognante con annesso depuratore, organizzazione dell’Agosto Gallicese che comprendeva una serie di manifestazioni culturali, sportive e ricreative che fecero da traino per lo sviluppo dell’attività turistica a Gallico.

Un uomo politico e del territorio a tuttotondo.

Questo fu, è stato ed è per chi l’ha conosciuto Giovanni Pellegrino.

Ora il comune di Reggio Calabra ha espletato gli atti per dedicargli, a memoria, una via.

Un bel gesto che da merito alla sua attività politica, al suo essere Uomo, all’esempio che è in grado di dare ancora non solo ai figli della Calabria, la sua Terra.

 

fotogallery tra pubblico e privato, tra politica e famiglia

 

Redazione Scomunicando.it

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