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Giovanni Torres La Torre – “Teatro Viaggiante”

 

Relatrice la prof.ssa Carla Biscuso che ha ribadito Come nella precedente opera “Con patir di cuore”, che costituisce un’espansione del ‘Teatro viaggiante”, di fatto anteriore nel processo di elaborazione artistica, l’ambientazione è sospesa tra realtà e soglia.

La cittadina mitologica siciliana Nisia, sui Monti Nebrodi, rappresenta lo sfondo in cui si trova ad operare la compagnia di attori guidata da Cappellaccio, un eccentrico regista teatrale che esercita un fascino singolare stilla nobildonna donna Darton che, accantonando il riserbo dovuto alla sua natura ed alla vedovanza, si presta a svolgere il ruolo di mecenate.

Il variegato mondo di personaggi dai nomi parlanti che popola il borgo come Farmacopola farmacista e semiologo, Florindo Ganearius Nescionomen, l’oste o il Maestro Pennello visionario pittore del sottosuolo costituisce un coro di voci che si unisce a quella di sottofondo che proviene dalle corde più segrete del subconscio.

Nei frequenti automatismi, nel libero fluire delle parole e delle immagini, senza clic esse passino per il filtro dell’organizzazione razionale di senso, è evidente la lezione del Surrealismo e del suo teorico André Breton.

Nonostante il tragico epilogo, che sembra proclamare l’impossibilità di storie a lieto fine, quella che è inattaccabile è la convinzione della facoltà propria dell’artista di creare una sintesi tra la percezione del mondo oggettivo e la soggettività della percezione, in modo tale da raggiungere una “surrealtà”, farinata da elementi interni ed esterni, dal sogno e dalla veglia.

Le spinte centripete e quelle centrifughe che si dipartono dal nucleo centrale della trama, coinvolgendo il lettore in una narrazione vertiginosa e dalla volontà affabulatoria al punto da lasciarlo in balia del nonsenso, vengono rese con un linguaggio che, declinato al livello esponenziale delle sue potenzialità espressive, assume una varietà di sfumature tonali nonché un’alternanza di registri che concorrono a dipingere scenari onirici e multiprospettici.

Brani del libro sono stati letti da Donatella Ingrillì e da Graziella Lo Vano.

Nelle foto della scrittrice Linda Liotta Sindoni Lucio Falcone e amici dello scrittore.

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