Domenica 27 novembre, un nutrito gruppetto di sinagresi e non (Circa 40), è partito alla volta di un magnifico borgo custodito in uno scrigno ben celato, proprio nella nostra provincia. Bastano solo 90 minuti per giungere in questo incantevole borgo dalla nostra cara Sinagra. I partecipanti, con un ammirevole interesse verso le meraviglie archeologiche e storiche che Novara di Sicilia offre, hanno trascorso una giornata memorabile, all’insegna dell’arricchimento storico-culturale ed etnologico, oltre che gastronomico e ludico (con il peculiare ed antico “gioco” del lancio del Maiorchino).
Partiti da Sinagra intorno alle 7:30 i partecipanti sono giunti dopo circa un’ora e mezza in paese, ammirando un panorama mozzafiato, anche se con qualche curva, tipica delle stradine di campagna, che alla scrivente piacciono tanto. Accolti da un’imponente statua di San Pio da Pietrelcina col suo sguardo rassicurante ed allo stesso tempo severo, gli avventurieri hanno preso d’assalto (ovviamente in senso ironico) un piccolo bar caratteristico per la colazione. Intenso l’odore di ricotta mista, mucca e pecora, infatti molti dolciumi erano a base di ricotta freschissima e scaglie di cioccolato ( raviolini o mezzelune, itita d’apostulu , scorzette d’arancia ricoperte alla nocciola, torroncini morbidi e paste alla nocciola ecc.). Si ringrazia il bar Buemi per la dolce accoglienza ed il bar….per la tappa pomeridiana. In piazza una piccola macelleria con prodotti tipici, in cui la simpatica proprietaria Antonella lavora anche la domenica, ma solo il mattino.
E’ bastato esplorare i vari vicoli che si intrecciavano senza la presenza di antiestetico asfalto ma con basolato per innamorarsi di questi luoghi magici. Le sculture che non si sono fatte scalfire dalle intemperie, le quali le hanno impreziosite con riflessi verdognoli arricchendole artisticamente. Particolare il busto di donna scolpito così bene da sembrare un calco, soprattutto per la simmetria degli occhi e per la plasticità, o la figura che prende le sembianze di una creatura mitologica (forse Eolo).
Il grazioso ed efficiente teatro, per nulla obsoleto o usurato dal tempo; dove si è svolto l’incontro con il Sindaco, molto disponibile e propenso allo scambio culturale, ad alcune giovani volontarie molto preparate, all’inimitabile elettricista con l’hobby dell’archeologia e dell’etnostoria che ha permesso loro di visitare ben due musei molto peculiari ed intrisi di storia e tradizioni. L’antica farmacia con ancora i farmaci controversi di un tempo, compresa un’inquietante “siringona” che veniva sterilizzata dopo l’uso e dall’apparenza tutt’altro indolore, a causa dell’ago, non proprio esile!
La figura della donna valorizzata nella sua interezza, dalla famiglia matriarcale alla centralità di ella all’interno della famiglia ( soprattutto in tempi di guerra e carestie), alla sua titanica forza nel sopportare il dolore.
Altro aspetto che ha particolarmente affascinato gli escursionisti compresa la scrivente, è stata la presenza delle piccole botteghe artigiane presenti che odoravano di antico. (Esse mi hanno riportato all’infanzia, quando, nella piccola bottega di mia madre, si riunivano le vicine giovani e meno giovani, a volte anche in cerca di consigli e compagnia che mia madre, oggi in meritata pensione, sempre con un sorriso e pazienza, accoglieva nelle diverse ore della giornata.
Incantevole il mulino ad acqua perfettamente funzionante, in cui si respirava l’odore del grano e non delle muffe cancerogene presenti nelle farine artefatte ed industriali che tanto bene alla salute non fanno. Le brave massaie sinagresi hanno acquistato delle particolari farine grezze integrali quali la Timilia (adatta alla panificazione) e alla Russello ( consigliata per la pasta fresca), oltre alla farina di mais, con cui si prepara la polenta, ma anche delle ottime panature (sia pesce, carne e verdure). Lo scroscio dell’acqua, le sue varie componenti simili a meccanismi di grandi “orologi” hanno riportato alla mente i mulini medievali custoditi nella nostra fascinosa Trinacria.
Il pomeriggio è volato prima con la visita dei musei 2 poi con la visita alla sede della pro loco, perfettamente in armonia con l’architettura locale. I tipici balconi con forme in ferro battuto raffiguranti particolari clessidre capovolte. Infine il tradizionale lancio del Maiorchino, formaggio tipico del luogo, altro tuffo nel passato tra lo stupore e il divertimento dei temerari, non sono stai pochi, i quali si sono cimentati in questa antica pratica ludica non priva di possibili piccoli fastidi per gli arti inferiori di coloro che assistevano. Infatti come sottofondo a questo antico gioco vi era la frase “ le gambe, le gambe” (utile avvertimento ovviamente nel dialetto gallico tipico dell’ameno luogo, che merita di essere visitato sia da scolaresche che da “giovani” di tutte le età).
Che dire, esperienza da ripetere al più presto, in uno dei borghi più belli d’Italia con vista mozzafiato ed aria frizzantina, che ci ha accolti come ospiti graditi, propensi ad arricchire il proprio bagaglio culturale, ricchezza immateriale che nessuna crisi potrà mai intaccare. Donne, uomini ed anche giovanissimi, accomunati dallo spirito di avventura e dal piacere dello stare insieme armoniosamente, fa ben sperare nel futuro dei giovani presenti, che , per una domenica, hanno abbandonato quasi del tutto la tecnologia, per immergersi nell’infinità delle bellezze che Novara di Sicilia custodisce con orgoglio.
La Presidente ringrazia vivamente per l’accoglienza, e, con i partecipanti, sarà lieta di ospitare i Novaresi nella ridente, ma ben diversa Sinus Agri, per far conoscere anche le nostre bellezze materiali e non, tradizioni antiche ed il nuovo museo etnostorico, sede della pro loco, abbellito esternamente dai volontari con pollice verde, i quali lo hanno reso un piccolo “orto botanico”. Ad maiora!
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