«Miglia di posti di lavoro a perdere, grazie a spregiudicate operazioni finanziarie, ma anche concreti e seri problemi per l’amministrazione della giustizia». A lanciare l’allarme è il deputato europeo dell’IdV Sonia Alfano che ha partecipato all’incontro “Futuro prossimo†organizzato dai lavoratori del Comitato Atu (Assistenza tecnica unificata), a cui hanno partecipato anche quelli della societàEutelia S.p.A. – Agile srl.
«La situazione dei lavoratori Eutelia-Agile – ha dichiarato – è incredibile: la Agile, con una “disinvolta” operazione finanziaria voluta da Monte Paschi (banca che attualmente controlla Eutelia S.P.A), è stata ceduta dalla Eutelia spa, che opera nel campo dei call-center. Queste operazioni di cessione, hanno interessato circa 2100 persone: si vàda giovani ventenni a persone di altissima professionalitàche lavorano nel settore informatico dagli anni ’60 ai tempi della Olivetti. Gran parte di questi lavoratori adesso viene definito “sacca di personale improduttivoâ€Âe giàda tre mesi non percepisce retribuzione né rimborsi spese, anticipando di tasca propria i costi che dovrebbero essere a carico dell’azienda».
«Diversa – ha continuato -, ma a tratti connessa, è la vicenda Atu. Il lavoro del magistrato è ormai altamente informatizzato. Il problema nasce dall’attuale politica di esternalizzazione dei servizi informatici attuata dal ministero della Giustizia e che colpisce essenzialmente gli addetti all’assistenza informatica presso gli uffici giudiziari, la cui precarizzazione dura ormai da più di dieci anni a causa delle precedenti strategie di outsourcing. Gli stessi magistrati intervenuti all’ incontro, hanno evidenziato il problema: il tecnico informatico diventava una persona di fiducia, il che è essenziale per garantire una “serena” attivitàal magistrato che deve potersi fidare di colui che può accedere a tutti i dati, da quelli sensibili alle sentenze. Esternalizzando il servizio, affidandolo ad una gestione remota, magari ad un call-center, viene meno questo rapporto di fiducia e soprattutto i dati sensibili divengono accessibili ad operatori “invisibili”: a chi far ricadere la colpa nel caso di un’eventuale fuoriuscita di tali dati?».
«E’ chiaro – ha concluso – che in ballo non ci sono solo alcune migliaia di posti di lavoro».
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