Duro intervento dell’esponente di Articolo Uno, firmataria insieme a Domenico Siracusano, che commenta la presa di posizione del Garante per l’infanzia e l’adolescenza e “i processi a favore di telecamera” del primo cittadino: «Il Sindaco-censore si sostituisce alle Autorità Competenti e si permette di emettere sentenze»
«Le parole del Garante per l’infanzia e l’adolescenza del Comune di Messina, Angelo Fabio Costantino, opportunamente interpellato nei giorni scorsi da quattro associazioni locali, interrompono, finalmente, il crescente clima di gogna mediatica che il Sindaco, Cateno De Luca, da mesi, alimenta quotidianamente».
Parole di Maria Flavia Timbro di Articolo Uno, che insieme al coordinatore provinciale Domenico Siracusano, commenta la recente polemica sull’utilizzo dei social da parte del primo cittadino.
«Minori, ambulanti, lavavetri, dipendenti comunali, vigili urbani, giornalisti. In questi mesi i video, le invettive, i processi a favore di telecamera di De Luca non hanno risparmiato nessuno – prosegue – Dietro l’agitata bandiera della legalità, del rispetto delle regole, della tutela dell’ordine pubblico, il Sindaco cela (sempre a favore di camera) una visione palesemente giustizialista del suo ruolo, quella dell’unum castigabis, centum emendabis (punirne uno per educarne cento).
È così che nomi, volti, vite e vicende personali vengono violate in nome di un po’ di consenso elettorale in più; è cosi che il Sindaco-censore si sostituisce alle Autorità Competenti e in barba ad ogni garanzia, ad ogni diritto, al principio di separazione dei poteri, si permette di emettere sentenze ed infliggere punizioni a mezzo social.
Prenda provvedimenti – scrive ancora – contro i fannulloni se ve ne sono, contro coloro che non rispettano la legge, contro chi attenta al decoro o all’ordine pubblico, ma lo si faccia in silenzio, senza calpestare mai la dignità, la libertà personale e la privacy delle persone, a maggior ragione se quelle persone sono minori.
Sono tante e tali le emergenze di questa città, le disuguaglianze sociali che la lacerano, le sue periferie dimenticate, i minori a rischio devianza che stupisce che il Sindaco abbia tutto questo tempo per “educare” i cittadini a mezzo social. Se davvero – come dice – il Sindaco lo sa fare – conclude – faccia il suo lavoro con rigore, ma solo con gli strumenti che lo Stato Democratico gli mette a disposizione, sapendo che tra di essi non vi sono né selfie né video in diretta su Facebook».