La sostenibilità ambientale? Ripensiamo alle case coloniche siciliane e troveremo risposte attuali.
Architettura sostenibile e nuove tecnologie: questo il tema del forum ospitato alle Gole Alcantara e organizzato da Terralcantara Parco Botanico e Geologico, in collaborazione con il Parco Nazionale 5 Terre e l’Ambasciata Argentina.
A portare la loro esperienza legata alla realizzazione di opere architettonicamente sostenibili in un contesto climatico variegato e a volte estremo come quello argentino, gli architetti appartenenti ad “Arquitectura Sustentable”, Eduardo Yarke e Martha Fujol.
I lavori, coordinati da Silvio Benedetto, operatore culturale e rappresentante del Parco Nazionale 5 Terre, hanno registrato anche la presenza di Silvia Lotti, autrice di reportage e documentari sul tema, impegnata in diverse attività culturali per conto del Parco 5 Terre.
L’architettura sostenibile è l’architettura che, integrando strutture tecnologie appropriate, conferisce priorità alle finalità progettuali determinate dall’esigenza di efficienza energetica, di riduzione dell’impatto ambientale e di miglioramento della salute, del comfort e della qualità della fruizione degli utenti e, dunque, degli abitanti.
«Una certificazione di sostenibilità – ha sottolineato il professore universitario Yarke – non può prescindere da alcuni parametri importanti, quali la localizzazione della struttura, il materiale per la costruzione utilizzato, l’efficienza energetica, l’illuminazione naturale e dunque l’esposizione, la canalizzazione e ottimizzazione delle risorse idriche piovane, lo smaltimento e il riciclo dei materiali in fase di dismissione».
Argomenti perfettamente in linea con il territorio isolano, protetto e difeso dai Parchi Regionali dell’Etna, Nebrodi, Madonne e dell’Alcantara.
«Non esistono ricette univoche – ha illustrato l’architetto Fujol – ma ogni territorio e ogni ambiente climatico necessita uno studio attento che possa poi sfociare in una serie di accorgimenti tecnici capaci, assieme ai materiali utilizzati, di creare un percorso di sostenibilità».
«Ripensando alle antiche case coloniche – commenta l’ingegnere Maurizio Vaccaro – presenti ancora nella Valle Alcantara come testimonianze del passato, mi rendo conto di quanto i nostri avi avessero a cuore le tematiche ambientali. Oggi nella Valle si ha davvero la necessità di una programmazione sostenibile, alla luce dei tesori naturalistico-ambientali presenti e possiamo guardare così al passato per programma un futuro sostenibile».
A portare la loro esperienza legata alla realizzazione di opere architettonicamente sostenibili in un contesto climatico variegato e a volte estremo come quello argentino, gli architetti appartenenti ad “Arquitectura Sustentable”, Eduardo Yarke e Martha Fujol.
I lavori, coordinati da Silvio Benedetto, operatore culturale e rappresentante del Parco Nazionale 5 Terre, hanno registrato anche la presenza di Silvia Lotti, autrice di reportage e documentari sul tema, impegnata in diverse attività culturali per conto del Parco 5 Terre.
L’architettura sostenibile è l’architettura che, integrando strutture tecnologie appropriate, conferisce priorità alle finalità progettuali determinate dall’esigenza di efficienza energetica, di riduzione dell’impatto ambientale e di miglioramento della salute, del comfort e della qualità della fruizione degli utenti e, dunque, degli abitanti.
«Una certificazione di sostenibilità – ha sottolineato il professore universitario Yarke – non può prescindere da alcuni parametri importanti, quali la localizzazione della struttura, il materiale per la costruzione utilizzato, l’efficienza energetica, l’illuminazione naturale e dunque l’esposizione, la canalizzazione e ottimizzazione delle risorse idriche piovane, lo smaltimento e il riciclo dei materiali in fase di dismissione».
Argomenti perfettamente in linea con il territorio isolano, protetto e difeso dai Parchi Regionali dell’Etna, Nebrodi, Madonne e dell’Alcantara.
«Non esistono ricette univoche – ha illustrato l’architetto Fujol – ma ogni territorio e ogni ambiente climatico necessita uno studio attento che possa poi sfociare in una serie di accorgimenti tecnici capaci, assieme ai materiali utilizzati, di creare un percorso di sostenibilità».
«Ripensando alle antiche case coloniche – commenta l’ingegnere Maurizio Vaccaro – presenti ancora nella Valle Alcantara come testimonianze del passato, mi rendo conto di quanto i nostri avi avessero a cuore le tematiche ambientali. Oggi nella Valle si ha davvero la necessità di una programmazione sostenibile, alla luce dei tesori naturalistico-ambientali presenti e possiamo guardare così al passato per programma un futuro sostenibile».