Infatti il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, On. Corrado Clini, ha confermatola disponibilità ad incontrare le comunità locali, i comitati e le associazioni di categoria in occasione della consegna dell’Appello promosso da Greenpeace per fermare le perforazioni in mare e tutelare l’ambiente marino nel Canale di Sicilia.
In quanto firmatario dell’Appello il Sindaco i Brolo (ci saranno anche i sindaci di Sicli, Pachino, Lampedusa, Gela, Linosa, Ribera, Sciacca……) è stato invitato a partecipare all’incontro con il Ministro che si terrà il giorno 9 ottobre alle ore 17:00 presso la sede del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, in via Cristoforo Colombo, n. 44, a Roma.
Dopo aver manifestato chiaramente la volontà di fermare le trivellazioni e proteggere l’ambiente marino per tutelare il benessere e le economie delle comunità locali, è importante che adesso la Sicilia sfrutti questa importante occasione di confronto per portare il proprio messaggio direttamente al Ministro.
“La Sua presenza – si legge nella nota di Greenpeace inviata a tutti i firmatari dell’appello – in questa occasione è pertanto fondamentale”.
APPELLO PER FERMARE LE PERFORAZIONI IN MARE E CHIEDERE UN’ EFFICACE PROTEZIONE DELL’AMBIENTE MARINO NEL CANALE DI SICILIA
Noi, Siciliani, Amministratori, Responsabili di associazioni e di organizzazioni professionali della Sicilia e cittadini del mare, coscienti delle minacce che gravano sull’ecosistema marino e sulle economie che da esso dipendono, firmiamo questo appello a testimonianza del Nostro impegno contro le perforazioni in mare e per chiedere,assieme a Greenpeace, al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare di proteggere in modo efficace il Canale di Sicilia e gli ecosistemi marini di tutte le nostre coste.
Considerando:
· Il grave rischio per l’ecosistema marino e per le economie che da esso dipendono che è rappresentato dalla ricerca e dallo sfruttamento di idrocarburi in mare;
· l’assenza di misure efficaci che permettono di proteggere coste e ecosistemi chiave del Canale di Sicilia, come i banchi d’alto mare, e di tutelare quindi dalle minacce delle perforazioni off-shore risorse che sono strategiche per le comunità locali;
· l’impatto che l’utilizzo e il trasporto di petrolio stanno già avendo sul nostro mare,
ci appelliamo al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio affinché si impegni ad agire in maniera rapida, coraggiosa e incisiva per:
1. il blocco immediato di ogni processo di autorizzazione per progetti di ricerca e perforazione off-shore, che mettono a serio rischio la biodiversità e le attività economiche del Canale di Sicilia;
2. la definizione di Siti di Interesse Comunitario (SIC) ai sensi della direttiva Habitat 92/43/CEE, per tutelare aree marine di rilevante pregio ambientale, che sono presenti nelle acque territoriali nel Canale di Sicilia, in un processo concordato e partecipativo con le comunità locali;
3. la rapida istituzione anche nel Canale di Sicilia di una Zona di Protezione Ecologica (ZPE), già istituita nel Mar Ligure e nel Mar Tirreno, che permetta di applicare a quest’importante area marina le norme dell’ordinamento italiano, e del Diritto dell’Unione Europea, in materia di protezione degli ecosistemi marini, comprese quelle relative ai SIC;
4. lo sviluppo – una volta definita la ZPE nel Canale di Sicilia – di misure di prevenzione, monitoraggio, controllo e repressione dell’inquinamento marino in generale e in particolare di quello che deriva dal trasporto di idrocarburi