Attualita

GUARDARE OLTRE – Ottobrando attraverso gli scatti di Franz Demarchelier De Feudis

Guardare oltre: Fotografia, Memoria e Narrazione a Ottobrando

Il Potere di uno sguardo

Ogni autunno, tra le strade di Floresta, si apre un viaggio che chiama a sé migliaia di persone per Ottobrando, una festa intrisa di tradizioni culinarie, suoni, incontri e soprattutto di visioni. Ma la celebrazione non è solo il palcoscenico di tradizioni e sapori; è l’inizio di una nuova narrazione visiva. La fotografia digitale si erge a protagonista, catturando non solo l’evento, ma anche l’essenza invisibile della festa, diventando memoria vivente e condivisa. Le fotografie scattate a Ottobrando, grazie all’occhio del fotografo e all’uso di tecnologie digitali, non si limitano a rappresentare, ma aprono finestre attraverso cui “guardare oltre” e rileggere la storia della festa, come un ponte tra passato e futuro.

La Fotografia come visione e descrizione

Nelle foto scattate, ogni immagine è un invito a esplorare l’evento in profondità. Il fotografo osserva con lo sguardo dell’antico cantastorie, con l’intento di oltrepassare la superficie e restituire al pubblico un’immagine che racconta, più di quanto l’occhio riesca a cogliere. Non si tratta solo di immortalare momenti, ma di scrivere, attraverso la fotografia, un testo visivo che accompagna il visitatore nel tempo narrato della festa, in cui la dimensione della festa si espande oltre il qui e ora. Ogni immagine descrive dettagli che potrebbero sfuggire all’occhio in movimento: i colori degli addobbi, i gesti dei venditori di castagne e vino, l’intreccio delle mani che lavorano, tutto si fa racconto visivo.

Tecnologia e immaginario  come ponte di memoria

La fotografia digitale, con la sua capacità di catturare l’istante in alta risoluzione e di essere condivisa in tempo reale, ha trasformato radicalmente l’immaginario legato a una festa come Ottobrando. Gli smartphone, le reflex e i social media aprono le porte a una memoria che non è più personale, ma collettiva. Ogni foto scattata, condivisa e commentata entra a far parte di una nuova narrativa della festa, un’immagine moltiplicata che vive e si evolve nei ricordi e negli schermi di migliaia di persone. Queste fotografie digitali, come finestre spalancate, ci invitano a guardare oltre il tempo, ricollocando l’istante vissuto in un flusso continuo di connessioni tra passato e futuro. Attraverso questi scatti, quelli di Franz Demarchelier De Feudis  – fotografo pugliese ma nebroideo d’adozione – , Ottobrando vive non solo nei ricordi di chi ha partecipato, ma nell’immaginario di chi guarda, amplificando il senso della festa e della tradizione.

Fotografia come narrazione

Ogni immagine non è solo un momento fermato, ma un racconto che invita a riflettere sul passato per riscoprirlo nel presente e per immaginarlo in un futuro. In questo contesto, la fotografia assume il ruolo di narrazione visiva, capace di fermare l’istante per restituire significati. Gli scatti non sono ricordi isolati; sono tasselli di una storia in divenire, sono narrazioni che, attraverso l’immagine, ci pongono davanti alla sfida della memoria e della lettura. Il fotografo diventa un narratore che, con scatti e parole, ci conduce oltre, mostrandoci non solo il volto della festa ma la sua essenza, il suo spirito intramontabile che risuona anno dopo anno.

Guardare Fuori per Guardare Oltre

Un tempo, la fotografia ritraeva semplicemente ciò che accadeva davanti all’obiettivo, quasi come un affaccio sulla realtà. Oggi, grazie alla fotografia digitale, ogni scatto è una grande finestra spalancata non solo per “guardare fuori”, ma per “guardare oltre”, oltre la superficie di ciò che vediamo, oltre la singola cornice della festa, per ritrovare quella dimensione collettiva e senza tempo che la celebra e la rende eterna.

Ogni foto, allora, diventa una testimonianza, un atto di “ekphrasis” visiva che racconta Ottobrando come la vive chi vi partecipa e come la sognano coloro che, pur lontani, la portano nel cuore.

In questo nuovo racconto visivo di Ottobrando, la fotografia non solo registra ma plasma, riscrive e ridà vita al tempo, portandoci, ancora una volta, a riscoprire la memoria come una storia in evoluzione, una storia in cui siamo tutti parte, e in cui ogni anno possiamo ritrovare, in uno scatto, la magia di “guardare oltre”

Franz Demarchelier De Feudis 

Lui – 46 anni – è pugliese di origine, ma perdutamente innamorato di questo territorio e tre mesi fa ha deciso di richiedere residenza e prendere casa a Raccuja. Per descriversi afferma “Sono  un fashion designer e mi diletto con la fotografia da un paio di anni.”  tra i suoi sogni che diventano progetti quello di avviare un’attività multisettoriale che spazia tra la moda, la fotografia, il social media e la valorizzazione del territorio.

E conclude: “Questa esperienza a Floresta ha rafforzato ancor di più il mio legame d’amore per questo comprensorio ricco di storia e tradizioni”.

Buoni scatti.

 

Redazione Scomunicando.it

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