di Silvia Rossi Mileto
Nell”individuo adulto la parte che vive i momenti di panico, gli aspetti della vita trascorsi con malessere, disordine interiore persi nella confusione e nel timore, sono quelli in cui si affaccia e reagisce il bambino interiore che vive nell”adulto.
Per ognuno di noi c”è un bambino sabot…atore, esso può essere più o meno pericoloso in base a come ha vissuto gli anni dedicati a lui. Se è stato ascoltato, rispettato, se ha potuto esprimersi nei suoi bisogni, se gli è stato concesso il tempo necessario per crescere appagato e soddisfatto tanto da divenire adulto consapevole, maturo e sicuro. Purtroppo è praticamente impossibile crescere interiormente nel modo più completo e soddisfacente. Per tutti, nessuno escluso, c”è sempre un”infanzia che per motivi diversi non è stata rispettata totalmente. Motivi diversi, tematiche diverse, per alcuni terrificanti per altri più semplici e comuni, comunque per ogni adulto un bambino interiore che in alcuni momenti frigna e pretende irragionevolmente qualcosa: che ne siate consapevoli o no, così è! Tutto nasce dal momento in cui nell”etàdell”infanzia non si è stati sostenuti e allevati alla scoperta e all”espressione delle emozioni e dei sentimenti ma si è stati giudicati e costretti ai rigori dell”esigenza dell””adulto” genitore. L’individuo cresciuto per proteggere l’antica e insana vulnerabilità, adotta un certo numero di atteggiamenti che gli dettano un ruolo: di potente, di debole, persona in carriera, devoto al prossimo, madre prodiga, perenne Peter Pan, bomba sexy, fanatico spirituale, e così via. Questo ruolo inevitabilmente diviene un”ennesima gabbia dentro la quale è racchiuso non solo il dolore del bambino mai cresciuto e riconosciuto, ma anche l”essenza più pura dell”individuo adulto che però non viene riconosciuta e rispettata. Da qui l”insoddisfazione di tutta una vita. L”essere umano privato di un”identificazione diviene estremamente indifeso, crolla la struttura che mantiene possibile vivere con le paure, si diviene fragili e si è allo scoperto, preda di qualsiasi situazione interna o esterna. Una forma di vulnerabilitàsana è intrisa nell”uomo, làdove le emozioni e l”energia allo stato puro trovano un sistema di espressione fiduciosa, aperta, sincera e spontanea, troveremo allora armonia, morbidezza e serenitànella vita dell”individuo. Il bambino cresce costretto a adattarsi e giustificare una serie di mancanze, che solcheranno in lui grandi paure. E’ così che l”uomo adulto si ritrova inconsapevolmente a far fronte ad una vita in cui le paure operano per lui. Condizionato e sottomesso a queste si difende come può, il più delle volte creando relazioni di dipendenza e conflitto con il prossimo. Si deve si difendere dal non mostrare le proprie angosce e limiti all”esterno ma al tempo stesso dipende fortemente dalla vicinanza e dall”approvazione del prossimo, che deve giungere nel modo in cui il bambino frustrato necessita. Allora questo può causare in alcuni una tale dipendenza dal prossimo che può addirittura portare, dopo una serie di delusioni e sofferenze, ad una forma di vero e proprio isolamento, a una rinuncia razionale alle relazioni, ai sentimenti, lontani e chiusi al mondo esterno, dando vita all”eremita. Per altri invece, l”eterna ricerca di un altro capace di comprenderci ed amarci come il bambino interiore esigerebbe. Follia! Una catastrofe, in cui vittime di altre vittime si susseguono in un circolo vizioso senza via d”uscita, fatto di colpevolizzazioni infinite da cui non si esce se non attraverso un lungo e impegnativo percorso individuale di consapevolezza. Non è solo dalla famiglia che nasce il problema, la radice è nella societàche nel tempo ha indotto all”omologazione dell”individuo. Sembrerebbe un paradosso, ma è proprio ciò che viviamo, non c”è più spazio per l”espressione autentica, unica, che caratterizza le persone. A questo scempio l”uomo è arrivato grazie e per mezzo dei sensi di colpa e della paura. Se non si aderisce all”idea familiare, religiosa e sociale di “buono”, “corretto”, “giusto” e “opportuno”, il bambino cade preda prima della vergogna, poi del non sentirsi amato perché non rispettato, ed in seguito l”unico modo per uscire dal dolore delle sofferenze e del talento repressi è quello di adeguarsi, piegandosi ad un prototipo malato e perverso imposto dall”ordine finto ed ipocrita del collettivo. E proprio da questa dinamica che nascono i piccoli e i grandi conflitti interni, relazionali e sociali dell”uomo. Sabotare la natura umana è rassicurante perché ritenuto utile a mantenere il controllo, non si è consapevoli di quanto ciò sia la causa scatenante degli orrori umani. La cattiveria trova origine nella sofferenza, la sofferenza nella sopraffazione dell”animo dell”individuo bisognoso di amore, approvazione, fiducia, solidarietà!Esiste però l”antidoto a tutto ciò e si ritrova nella fiducia da prima in se stessi e poi nella vita. Non è solo una bella frase di vana speranza, ovvio la fiducia non viene da sé, ma giunge in chi persegue una via alternativa a quella che è proposta dalla società. Noi siamo gli artefici di tutto ciò, non possiamo esimerci da questa responsabilità. Fin quando non ci si renderàconto che siamo vittime anche se non dirette di un sistema che fa orrore e che presto o tardi ci travolgeràtotalmente, le cose non potranno mai mutare. Il solo strumento che possiamo utilizzare è quello della consapevolezza e dello studio teorico-pratico dei personali comportamenti alterati, creati dagli antichi disagi-mostri, ancori vivi nel nostro bambino interiore. Aderendo ad uno stile di vita proteso alla ricerca della cessione della sofferenza l”uomo si crea la sua grande chance nella vita e per la vita. Per il proprio bene e per quello dei suoi figli. Messe da parte le denunce socio-umane, passiamo a discutere della via, il percorso tecnicamente utile per la liberazione dalle paure del bambino interiore che condizionano l”individuo adulto. Il primo fondamentale passo è individuare queste paure, accettarle per dar inizio successivamente al riconoscimento del bambino spaventato che è in noi. Questa è di certo la parte più difficile da superare, se ne parla molto, si fanno molte letture a riguardo ma pochi, pochissimi imparano a conviverci e a gestirlo al punto da non condizionare più l”adulto. Dopo questo lavoro iniziale a mio avviso il più impegnativo, dopo aver cominciato a riconoscere che siamo sottomessi ad una serie di angosce e paure, il secondo passo da compiere è quello di guardarle e viverle con tenerezza, amorevolezza, come se avessimo fra le mani un cucciolo in preda alla paura rispetto a ciò che per noi non ha alcun rilievo. Che faremmo, tutti coloro forniti di sensibilitànon prenderebbero in giro il piccolino, né lo mollerebbero in preda al terrore, lo accudirebbero rassicurandolo, accentandolo con tutte le sue paure, e troverebbero per lui sistemazioni tali da riuscire a fargli superare il momento critico. E” proprio da lì che si inizia, osservando gli stati emotivi, psicologici, fisici che la paura scaturisce, accettandoli e prendendocene cura, senza vergogna, senza sentirsi sbagliati o non abbastanza adulti e bravi. Sviluppare comprensione per la vulnerabilitàche ci affligge è il passo più intelligente ed il primo da compiere verso la guarigione delle ferite del bimbo sacrificato che in noi urla dolore. Dopo aver ascoltato il lamento di sofferenza, è opportuno partire da lì per rintracciare quale è la necessità, il bisogno da soddisfare per superare la paura. L’adulto di oggi ha l’obbligo, l’onere di occuparsi del suo bambino interiore, perchè senza quest”impegno vivràuna vita succube dell”isteria di un infante tormentato che vive dentro di sé e che lo spinge a tutto pur di rivendicare la sua sofferenza, facendogli compiere azioni pericolose per se stesso e per il prossimo. Cominciate ad ascoltare il bimbo che è in voi, prendetevene cura con amore e tenerezza, siate per lui un genitore equilibrato e sano, capace di rendergli una crescita ordinata e serena come ogni bambino ha diritto di ricevere.