Un’idea azzeccata. Un successo come quello del “riuso” della lira di qualche anno dopo.
I commercianti di Ospedaletti, nell’Imperiese, “battono moneta”.
A partire da ieri, lunedì 15 giugno, in tutti gli esercizi convenzionati, si potranno ricevere sconti e pagare in Pignurin da 1, 2 e 5 euro, rilasciati sotto forma di buoni sconto sulla merce.
Un modo per favorire il commercio e scacciare la crisi da lockdown. Una quarantina gli negozi hanno già aderito all’iniziativa che proseguirà in via sperimentale fino al 30 settembre, con possibilità di essere rinnovata.
Il commerciante che tra “dare” e “avere” si troverà a fine iniziativa con un “tot” di Pignurin in cassa, potrà monetizzare la cifra in euro, attraverso un fondo cassa dei commercianti.
Quest”iniziativa è stata resa possibile dal contributo dell’amministrazione comunale e di Confcommercio.
Idea geniale. E a Brolo si può dire azzeccata e di successo, in quanto già provata.
E’ identica.
Infatti nel Natale del 2007 si varò l’iniziativa per valorizzare il commercio e per la promozione dle commercio locale il “BrolEURO”. Era valido sino al 10 gennaio del 2008, il coupon come il Pinguirin era cumulabile, poteva essere utilizzato solo nei negozi aderenti. Ogni venti euro di spesa si aveva diritto a questa insolita “carta moneta” spendibile poi nei punti venditi locali.
Ed in tema di “idee creative” rammentiamo anche il “successo” che fu rimettere in gioco la Lira, a tempi ormai scaduti”.
Si partì, allora assessore al commercio, era Carmelo Gentile, dal dato statistico che ancora molte vecchie lire era custodite, autentici tesoretti, in bocce di vetro, porcellini\salvadenari, vecchi portafogli, oppure più classicamente sotto mattoni o dentro materassi. Circa 1,3 miliardi di euro. Era un segno di nostalgia di chi non si è voluto disfare delle vecchie lire, o, spesso, di dimenticata noncuranza.
Di fatto di “lire” ancora ve ne erano tante in giro, e risultava difficili portarli a scambiare, in quanto bisognava andare, in zona Cesarini per poterlo fare, solo alla Banca d’Italia, quindi in Sicilia a Palermo.
A Brolo, l’amministrazione comunale allora guidata da Salvo Messina, ed i commercianti, frutto di un incontro operativo decisero di riproporre il pagamento in lire, era il primo marzo, a ridosso della Pasqua, e l’iniziativa ebbe un successo immediato.
Il cambio era quello ufficiale senza altri costi per gli utenti dell’iniziativa, né per i commercianti, in quanto l’amministrazione attivò una convenzione con gli esercizi di credito per la riconversione in euro del vecchio denaro. “Qui si accettano pagamenti in lire”, sarà il cartello che indicava i negozi che aderivano all’iniziativa.
“Se si va alla Banca d’Italia – diceva allora Carmelo Gentile, assessore allo sviluppo economico di Brolo – si vede ancora molta gente in fila per cambiare vecchi lire con gli euro correnti. Così abbiamo pensato: perché non proporre acquisti accettando anche le vecchie lire? I clienti si disfano di moneta che dal febbraio del prossimo anno non sarà più valida, risparmiandosi anche le lunghe attese agli sportelli della Banca d’Italia per il cambio, ne guadagneremo tutti, ed il paese avrà un ritorno d’immagine importante”.
Idee “creative” .
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