La strategia è semplice, e concentrica: implacabile.
L’ha inaugurata Casapound, il primo vero centro sociale di destra, che ormai a Roma – ma in verità, in tutt’Italia – fa concorrenza alle postazioni occupate di sinistra, i centri autogestiti storici come il Forte Prenestino, il Brancaleone, la Torre, l’Acrobax e tutta la vasta galassia delle occupazioni dell’antagonismo romano.
A Casapound, da tempo, dai centri sociali hanno mutuato lo stile di militanza, il presidio stabile sul territorio e la tendenza all’aggregazione sociale.
Potenziando il tutto con un tocco di fascino del proibito, l’occupazione dell’Esquilino produce merchandising che va puntualmente a ruba, musica alternativa, palestre, svaghi e iniziative culturali. Una falange compatta di attivisti promuove le attività della destra romana, sotterraneamente collegata con la destra istituzionale – soprattutto al momento delle elezioni, quando i voti, in qualche modo, convergono su chi di dovere – ma ufficialmente distanti e separati, gli animatori di Casapound Italia guadagnano terreno nelle scuole, nella società, nel territorio e infine nel paese.
Spesso dissacrando l’ortodossia di destra per invadere il campo dei mostri sacri della sinistra: memorabile in questo senso l’iniziativa culturale, con tanto di manifesto, che “celebrava la memoria di Rino Gaetano”, difficilmente fino a quel momento rivendicabile da un’organizzazione apertamente neofascista.
Ed è solo uno degli esempi: un altro partirà di qui a breve.
In settimana sono attesi a Roma, infatti, tutti gli iscritti al campionato internazionale di Street Art, ovvero, leggi: writing, in pieno stile neofascista.
Toni apertamente futuristi per l’happening che troverà posto negli spazi di “Area 19-Postazione nemica”, occupazione di destra legata al circuito Casapound, in via Monti della Farnesina, ovvero in una delle zone storicamente più “nere” di Roma.
La manifestazione sarà un contest in piena regola, e promette premi e regolare giuria: per la precisione, un parterre di giurati composto da 5 aderenti all’associazione parallela “Artisti per Casapound”, ovvero il collettivo di espressione pittorico-plastica del neofascismo romano.
In questo – e solo in questo – l’arte è eminentemente “politica”, nel senso che ha sempre i piedi ben piantati nella vita della polis, dalla quale trae nutrimento e alla quale dona il fondamentale orientamento. “Artisti per CasaPound” è un associazione che fa proprio esattamente questo concetto d’arte.
Toni ancora una volta marinettian-futuristi – ma impossibile non far notare un lontano richiamo al togliattismo che bollò come nemici del popolo gli artisti che si rifugiarono in avanguardie lontane dalla massa: mutatis mutandis, un parallelo che sta in piedi – per la giuria che valuterà le opere del contest internazionale dei writer. Il concorso si apre il 13 maggio, ovvero, in sintesi, dopodomani.
La competizione inizierà venerdì 13 maggio in serata e si concluderà sabato 14 maggio alle 15:00. Una giuria composta da 5 membri di ‘Artisti per CasaPound’ assegnerà un premio di 300 euro per l’opera migliore.
Una diversa e nuova marcia su Roma è in arrivo: quella delle bombolette spray. E’ un mondo che si risveglia. C’è chi creerà una nuova tag, una nuova firma in pieno lessico ventennalista; non mancheranno murales del Duce. E’ Casapound, sono i fascisti del 2000 – così si autodefiniscono. E, sì, scrivono sui muri.
Sintomatico del conflitto di culture, e anzi, del vero e proprio scippo che l’associazione di destra sta realizzando a danno di quelle che una volta erano le “riserve indiane” della sinistra, il comunicato ufficiale di alcuni gruppi antagonisti che già annunciano battaglia contro la manifestazione di Casapound.
Questa volta è proprio il caso di dire che è stato ampiamente superato il limite, perché stanno cercando di mettere le mani su una cultura come quella del writing e della street art, linguaggi espressivi in profondo contrasto con i (non)valori di intolleranza che questi lugubri personaggi rappresentano.
La storia e l’evoluzione dei graffiti, dagli albori del movimento fino ad oggi, ci insegnano come questo mezzo di espressione artistica nasca e si sviluppi in un contesto di multiculturalità che rappresenta l’esatto contrario delle idee razziste ed autoritarie a cui si rifanno questi ‘fascisti del nuovo millennio’, come amano definirsi.
Se da una parte non ci interessa dare visibilità ad un’iniziativa che sfiora il ridicolo, dall’altra crediamo sia necessaria una presa di posizione netta da parte di tutti quelli che fanno vivere e respirare questa cultura nelle strade, negli spazi liberati e nella vita di ogni giorno. E’ dunque il momento di schierarsi e di rispondere a una provocazione di questo genere creando terra bruciata intorno a questa ed altre potenziali iniziative simili.
Questo significa semplicemente fare quello che abbiamo sempre fatto fino ad oggi, prendendoci le strade, i quartieri e gli spazi per liberarli e riempirli di tutto ciò che rappresenta la nostra cultura: contaminazione, antirazzismo, multiculturalità e libertà di espressione.
Bombolette e scontri di piazza? Staremo a vedere.
Tommaso Caldarelli
http://www.giornalettismo.com/archives/124936/i-writers-fascisti-marciano-su-roma/2/
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