Interessante nota, la normativa ed il commento di due studenti.
Art. 1.- Finalità
1. Le strutture edilizie costituiscono elemento fondamentale e integrante del sistema scolastico. Obiettivo della presente legge è assicurare a tali strutture uno sviluppo qualitativo e una collocazione sul territorio adeguati alla costante evoluzione delle dinamiche formative, culturali, economiche e sociali.
2. La programmazione degli interventi per le finalità di cui al comma 1 deve garantire:
a) il soddisfacimento del fabbisogno immediato di aule, riducendo gli indici di carenza delle diverse regioni entro la media nazionale;
b) la riqualificazione del patrimonio esistente, in particolare di quello avente valore storico-monumentale;
c) l’adeguamento alle norme vigenti in materia di agibilità, sicurezza e igiene;
d) l’adeguamento delle strutture edilizie alle esigenze della scuola, ai processi di riforma degli ordinamenti e dei programmi, all’innovazione didattica e alla sperimentazione;
e) una equilibrata organizzazione territoriale del sistema scolastico, anche con riferimento agli andamenti demografici;
f) la disponibilità da parte di ogni scuola di palestre e impianti sportivi di base;
g) la piena utilizzazione delle strutture scolastiche da parte della collettività.
Art. 2.- Interventi da realizzare
1. Possono essere finanziati in base alla presente legge:
a) la costruzione e il completamento di edifici scolastici, nonché l’acquisto e l’eventuale riadattamento di immobili adibiti o da adibire a uso scolastico, in particolare al fine di eliminare le locazioni a carattere oneroso, i doppi turni di frequenza scolastica e l’utilizzazione impropria di stabili che non siano riadattabili;
b) le ristrutturazioni e le manutenzioni straordinarie dirette ad adeguare gli edifici alle norme vigenti in materia di agibilità, sicurezza, igiene ed eliminazione delle barriere architettoniche;
c) la riconversione di edifici scolastici da destinare ad altro tipo di scuola;
d) la realizzazione di impianti sportivi di base o polivalenti, eventualmente di uso comune a più scuole, anche aperti all’utilizzazione da parte della collettività.
2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche agli edifici sedi di uffici scolastici provinciali e regionali.
3. Sono ricompresi fra gli oneri per la realizzazione degli interventi di cui al comma 1 l’acquisizione delle aree, la progettazione, la direzione dei lavori e il collaudo, nonché le eventuali indagini.
4. Nell’ambito degli interventi di nuova costruzione, di riadattamento e di riconversione sono ammessi a finanziamento, ai sensi della presente legge, gli arredi e le attrezzature relativi alle aule, agli uffici, alle palestre, ai laboratori e alle biblioteche scolastiche.
Art. 3.- Competenze degli enti locali
1. In attuazione dell’articolo 14, comma 1, lettera i), della legge 8 giugno 1990, n. 142, provvedono alla realizzazione, alla fornitura e alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici:
a) i comuni, per quelli da destinare a sede di scuole materne, elementari e medie;
b) LE PROVINCE, per quelli da destinare a sede di istituti e scuole di istruzione secondaria superiore, compresi i licei artistici e gli istituti d’arte, di conservatori di musica, di accademie, di istituti superiori per le industrie artistiche, nonché di convitti e di istituzioni educative statali.
2. In relazione agli obblighi per essi stabiliti dal comma 1, i comuni e le province provvedono altresì alle spese varie di ufficio e per l’arredamento e a quelle per le utenze elettriche e telefoniche, per la provvista dell’acqua e del gas, per il riscaldamento ed ai relativi impianti.
3. Per l’allestimento e l’impianto di materiale didattico e scientifico che implichi il rispetto delle norme sulla sicurezza e sull’adeguamento degli impianti, l’ente locale competente è tenuto a dare alle scuole parere obbligatorio preventivo sull’adeguatezza dei locali ovvero ad assumere formale impegno ad adeguare tali locali contestualmente all’impianto delle attrezzature.
4. Gli enti territoriali competenti possono delegare alle singole istituzioni scolastiche, su loro richiesta, funzioni relative alla manutenzione ordinaria degli edifici destinati ad uso scolastico. A tal fine gli enti territoriali assicurano le risorse finanziarie necessarie per l’esercizio delle funzioni delegate.
(Legge 23/96, Norme per l’edilizia scolastica)
Ma tutto questo non basta.
A distanza di un anno, non basta nemmeno la caduta di una lastra di marmo in testa ad un ragazzo. (fortunatamente non sono stati riscontrati danni gravi, certo)
E, ancora, la caduta di un neon, quest’anno, sul banco di uno studente.
Ma cosa stiamo aspettando? “tempi burocratici” li chiamano. Si, 50 anni di tempi burocratici.
50 anni di ipotesi.
50 anni di “facciamo il punto della situazione”.
50 anni che PAGHIAMO l’affitto di locali non adeguati ad accogliere enti scolastici piuttosto che, ricorrendo anche alla soluzione del mutuo, costruire un nuovo Liceo.
50 anni di proteste e 50 anni di indifferenza.
“Ma chi lo spiega, dunque, a questi studenti che sono rimasti da soli? Chi tornerà ad ognuno di loro la formazione mancata?”
Nessuno, perché “color che tutto movono” avranno già le tasche piene per mostrare quello scarto di umanità che fa della giustizia un rigore morale.
Non è più tempo di chiederci quale sia l’immagine migliore da presentare del nostro rancore.
Non è più tempo di dare fiducia agli enigmatici tempi che, di protesta in protesta, si susseguono. Siamo ben distanti dall’ironia di cui ormai ci serviamo ogni giorno per discostarci dalla cerchia di numeri e interessi di cui la politica né è il limite, il peggiore dei limiti.
Siamo, invece, prossimi al baratro della necessità, oppressi e risentiti, ma ci ostiniamo a preservare la rabbia accumulata negli anni, consapevoli di un’imporobabile lotta, per mostrare imprudentemente, ancora una volta, quei già logori residui di speranza che possano, nelle LORO mani, dare voce alla drastiche circostanze in cui noi studenti e docenti, ogni giorno, ci troviamo.
A mani vuote, mettiamo un accento sugli interessi oscuri, sull’emergenza sicurezza ed emergenza igiene, sull’effettivo bisogno di laboratori, sull’inefficienza politica provinciale e comunale.. sulla cultura di ognuno di noi.
Saremo, di certo e ancora una volta, commiserati e protetti dagli appaganti occhi di ogni singolo cittadino che, dopo ogni misera e prepotente forma di protesta, tornerà al suo posto.
“Ma come? Con tutte le libertà che avete, volete anche la libertà di pensare?” Si. Giorgio Gaber.
Seby Segreto e Roberto Gammeri
fonte http://studentiliceopatti.blogspot.com/2011/12/ci-dicevano-di-abbassare-i-toni_12.html?spref=fb