Cronaca Regionale
“Il Bosco in concerto”- incanto e suggestioni in cima ai Peloritani trasformati in luogo delle fiabe.
di Corrado Speziale
Cellulari e sigarette bandite, leggerezza nei passi, l’obbligo assoluto del silenzio nell’ascolto del vento, l’osservazione della luce degli alberi, il concedersi al respiro degli odori lasciando libera la memoria, l’invito a chiudere gli occhi ed ascoltare i suoni per poi riaprirli e riascoltare, la predisposizione ad accogliere l’imprevisto.
Erano questi i passi salienti del decalogo su cui, prima dello spettacolo, si posava lo sguardo curioso ed interessato del numerosissimo pubblico che non è voluto mancare all’appuntamento con la IX edizione de “Il Bosco in Concerto”, spettacolo originale e raffinato, organizzato dentro il bellissimo parco demaniale della Forestale, dove ha sede il vivaio Ziriò, sui monti Peloritani.
La performance è stata quest’anno dedicata ai bambini ed alle bambine, nell’interpretazione del loro sguardo sul mondo, in un contesto dove il fascino e la suggestione del luogo hanno costituito un tutt’uno con le espressioni pure e seducenti dell’arte nel suo dialogo con la natura, arricchite dai valori più alti della vita.
Suoni, ritmi, canti, danze, racconti ed arti figurative, rivelatrici del magico mondo delle fiabe, domenica pomeriggio hanno caratterizzato lo spettacolo che ha intrattenuto un pubblico numerosissimo ed appassionato, che si è lasciato sedurre fino al tramonto dai fantastici personaggi del bosco che accompagnano ed assecondano l’immaginario di ciascuno.
Un percorso onirico fatto di quella narrazione che quasi paradossalmente, proprio nell’introspezione e nell’immaginazione, ritrova quello spirito d’umana solidarietà e reciprocità.
Artisti di varia formazione e professionalità, anche di altissimo livello, mano nella mano con ragazzi e ragazze diversamente abili che hanno trovato nella bellezza dell’arte e della natura, il mezzo e l’occasione per esprimersi al meglio, oltre ogni pregiudizio e difficoltà quotidiana, nel segno di quei valori che risiedono nell’animo umano e che non possono più lasciare il passo a distrazioni ed indifferenze. Semplicemente magnifico quel linguaggio che li univa, anche attraverso semplici sguardi, e che faceva trasparire nei loro occhi tutto il meglio della vita.
Ad organizzare l’evento, come ogni anno, sono state le associazioni La Ragnatela Onlus ed Il cantiere dell’InCanto, in collaborazione con Il Collettivo artistico Machine Works, Il Museo di musica e cultura popolare dei Peloritani e Il Teatro dei Naviganti.
“I ragazzi nello spazio trovano il silenzio ed il suono”, ci aveva detto Giovanna La Maestra – che insieme a Giovanni Tripodo coordina la sezione Suono e Ritmo nella “Ragnatela” – in occasione del “Natale degli Angeli”, quando l’associazione ha organizzato, all’interno della sede di via Maddalena, la performance “Di – Versi”, tra suoni, immagini e parole.
Ed alla luce di quanto visto ed apprezzato domenica, potremmo ben dire che spazio, silenzio e suono, colti, letti ed interpretati nel bosco e riuniti in un’unica entità dove anche la luce recita la sua parte, regalano meraviglie.
Ricchissimo l’elenco degli artisti, animatori e collaboratori che hanno lavorato per la realizzazione dello spettacolo che si è svolto in forma itinerante all’interno del curatissimo parco della Forestale, riunendo gli spettatori in almeno cinque tratti del sentiero, dove sono state messe in scena varie idee ed attrazioni, culminate con le suggestive ninne nanne propiziatrici del sonno dei bimbi. Tra queste ve ne era una particolarmente struggente, rievocativa di una guerra che ha sottratto il padre ad un bambino in fasce. Un’altra, invece, era cantata in puro dialetto sardo, della Gallura e del Logudoro per l’esattezza, ed il motivo era ben evidente a tutti i presenti, quantunque la cosa sembrasse passare “in sordina”, per utilizzare un termine appropriato.
A conclusione dello spettacolo il suo nome non è stato, volutamente, neppure menzionato, perché egli si sente ed è considerato, giustamente, uno di loro e con loro ha voluto condividere tutta la bellezza e l’emozione del momento. Perchè Paolo Fresu, quei ragazzi li conosce uno per uno e li porta nel cuore, e con essi le storie della loro vita accompagnata a quella musica concepita e regalata al vento ed ai presenti in quel luogo dello spirito.
Era la seconda volta che il trombettista di Berchidda partecipava al “Bosco in concerto”. Insieme a lui, un’accompagnatrice preziosa come l’arte musicale che la stessa sa profondere: Sonia Peana, bravissima violinista e moglie del trombettista, considerata da quest’ultimo, secondo quanto si vocifera nel mondo del jazz, “l’altra metà del cielo”.
Bene a saperlo, anche se la cosa non ci stupisce, avendo apprezzato la grazia e la raffinatezza della violinista, facente parte dell’“Alborada String Quartet” che ha accompagnato Paolo Fresu e Uri Caine nello splendido album “Think”, per la prestigiosa etichetta Blue Note, anno 2009.
Paolo Fresu, sempre richiestissimo in campo nazionale ed internazionale, ha dedicato così la sua unica domenica disponibile nell’arco di un’intera stagione ai ragazzi di Messina, impegnati nel bosco in canti e suoni, con i quali ha incrociato la straordinaria timbrica del suo flicorno, facendolo vibrare qua e là tra le fronde di roveri, cerri e castagni.
Con alcuni di quei ragazzi, nel lontano 1998, accompagnati dai responsabili Giovanna La Maestra e Giovanni Tripodo, e dal pianista Giovanni Renzo, Fresu aveva addirittura aperto “Time in Jazz”, il festival internazionale che annualmente si tiene a Berchidda. Qualcosa che rappresenta, quindi, un grande onore e riconoscimento artistico, oltre che un’attestazione d’amicizia.
Fresu si è così “concessa” una tappa fatta di contenuti umani ed artistici, prima di avviare, il 12 giugno prossimo, il suo progetto “50 50” che lo vedrà entrare nella legenda: 50 concerti, uno al giorno, tutti in Sardegna, consecutivi, ciascuno con musicisti differenti, pari agli anni che lo stesso ha compiuto lo scorso 10 febbraio. Un’impresa, unica nel suo genere, che si concluderà il 31 luglio.
Con il fuoriclasse della tromba, di chiara estrazione ed ispirazione “davisiana”, domenica pomeriggio, oltre a Sonia Peana, hanno suonato: Gemino Calà, Cosimo Costantino, Alessandra Giura Longo, Fabio Sodano, Andrea Coglitore, Giuseppe Gentile, Francesca Licata, Silvio La Fauci, Angela Ragusa, Alessia Battaglia, Francesca Billé, Eleonora Bovo, Eva Buttà, Serena Dascola, Giulia Lanza, Alessandra Licata e Rosa Marra.
Le performance teatrali sono state opera di Domenico Cucinotta, Loredana Fisichella, Andrea Parisi, Gianfranco Ruggeri, Margherita Smedile e Pierpaolo Zampieri.
Isabelle Dehais, Giuseppe Gentile, Francesca Licata, Silvio La Fauci, Giampaolo Palumbo, Angela Ragusa e Michele Rizzo hanno invece curato le installazioni.
Lungo il percorso hanno seguito ed orientato il pubblico: Silvana Broccio, Massimo Cammarata, Francesco Cuzzupoli, Vanni Jeni, Enza La Rocca, Santi Minasi, Pierluca Marzo, Mimma Polito, Valentina Raffa e Isolina Vanadia.
Alla fine dello spettacolo, il Consorzio Provinciale Allevatori di Messina si è fatto carico del rinfresco con degustazioni varie.
Come consuetudine, Giovanna La Maestra e Angelo Tripodo hanno curato, al meglio, la direzione di uno spettacolo che, attraverso l’autenticità dell’arte e della natura, grazie all’impegno umano, ha fatto vivere le sensazioni di un sogno.
domani ampia fotogallery
Alessandra Giura Longo Alessandra Licata Alessia Battaglia Andrea Coglitore Angela Ragusa bosco corrado cosimo costantino Eleonora Bovo Enza La Rocca Eva Buttà fabio sodano Francesca Billé Francesca Licata Francesco Cuzzupoli fresu Gemino Calà Giovanni Renzo Giulia Lanza Giuseppe Gentile incantato Massimo Cammarata Mimma Polito Paolo peloritani Pierluca Marzo Rosa Marra Santi Minasi scomunicando Serena Dascola Silvana Broccio Silvio La Fauci speziale Valentina Raffa e Isolina Vanadia Vanni Jeni