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IL DIRITTO DI SCEGLIERE E DI ESSERE SCELTO

di Iryna Chumakova

Secondo gli studi di Michael Walzer, un filosofo statunitense che si occupa di filosofia politica, sociale e morale, si può dire che «un concetto rigido di cittadinanza può apparire d’ostacolo all’integrazione, perché esclude gli stranieri dai “processi decisionali democratici” e principalmente dal voto politico».
Gli americani dichiaravano già nel 1776: “No taxation without representation” cioè: come possiamo riscuotere tasse, se non riconosciamo a chi le paga il diritto di essere rappresentato socialmente e politicamente?
Il punto più discusso in questi ultimi tempi politici riguarda il voto degli immigrati. «Dare la possibilità di voto agli immigrati presenti già da un certo periodo in Italia, sarebbe un segno importante » – dice Fini. Solo partecipando attivamente si possono influenzare le politiche dei partiti sull’immigrazione, trasformandosi da oggetti, in soggetti di quelle stesse politiche.
«Per me il diritto di voto è una cosa acquisita, non una gentile concessione,  e chi si oppone a questo concetto, è contro la Storia», aggiunge il deputato del Partito democratico Jean- Leonard Touadi.
Ricordiamo che i conflitti sociali nascono sempre li dove vengono negati i diritti fondamentali.
Inoltre, qual è la differenza fra un cittadino Rumeno od uno Polacco ( ambedue europei) che possono andare a votare ed un Filippino o un Srilankese, che attualmente non possono farlo?
Non sono tutti questi partecipi indistintamente del fenomeno migratorio?
Non vivono le stesse condizioni discriminatorie lavorative? Non partecipano indistintamente e insieme al nostro PIL nazionale? Non contribuiscono insieme al dovere del pagamento delle tasse? Quindi, non hanno ugualmente delle precise  esigenze (che gli Italiani non comprendono), che potrebbero emergere ed avere voce in un  consiglio comunale o in uno Provinciale?
Mi viene da riflettere anche del come mai gli “Italiani” permettono a Bossi ed ai suoi seguaci di  votare e partecipare alla Politica Italiana anche se giurano veramente solo a Pontida, disprezzando la bandiera Italiana e dichiarando come unico vero stato solo quello Padano?
Significante è la proposta di legge sulla cittadinanza ( acquisibile dopo solo tre anni di residenza in Italia da parte degli immigrati) presentata da Farubbi e da Granata, il primo del PD e il secondo del Pdl, che pur essendo di due schieramenti in antitesi si trovano concordi su un argomento che tutela il principio generale d’uguaglianza, regolato dalla costituzione Italiana. In conclusione, invito tutti i residenti immigrati a recarsi il 25 ottobre, presso le sedi locali del Partito Democratico, per espletare uno fra  più importanti Diritti, quello del Voto, il diritto di scegliere e di essere scelto.

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