“Il provvedimento di sequestro che ha interessato le due gallerie della A20 “Capo d’Orlando” e “Madonna del Tindari” è il risultato inevitabile del disinteresse e dell’inefficienza delle attività del Consorzio Autostrade Siciliane, una profezia autoavveratasi visto che rappresenta la conseguenza logica e prevedibile della condotta di tutti coloro che, nel corso degli anni, hanno improntato la loro condotta ad un’assoluta superficialità, abdicando al loro dovere di garantire la sicurezza stradale e lasciando sulle nostre autostrade una scia di morte.”
Questa la dichiarazione congiunta dei deputati del Pdl Nino Germanà ed Enzo Garofalo, sottolineando che “da più di un anno ho ingaggiato una lotta contro il CAS, – afferma Germanà – poiché se dovessimo fare un excursus cronologico analizzando le vicende che hanno coinvolto il CAS, il giudizio finale è fallimentare, le inadempienze lapalissiane e la programmazione del tutto inconsistente.
A ciò va aggiunto che il Consorzio era già stato Commissariato dal 2000 al 2007, cioè negli anni nei quali si sono verificate tutte le irregolarità, e nello specifico la mancata manutenzione, che hanno determinato la revoca della concessione da parte dell’ANAS, a causa delle mancate manutenzioni dal 2000 al 2005 per un importo di circa 50 milioni di euro, che se si considerano anche il 2006 ed il 2007 superano gli 80 milioni di euro. L’Anas – prosegue il deputato messinese – ha, inoltre, continuato a svolgere un continuo e costante monitoraggio sullo stato di attuazione delle attività avviate e messe in atto dal Concessionario nel periodo 2008 – 2010 a seguito degli inadempimenti formalmente contestati con l’atto di diffida ma, il 20 luglio 2009 il Presidente della Regione ha sciolto il Consiglio e nuovamente commissariato l’Ente e dopo un anno ovvero, il 10 luglio 2010, è stata notificata una contestazione disciplinare derivante dalla riscontrata assenza generalizzata di “sana amministrazione”, da imputare necessariamente alla dirigenza dell’Ente.”
Alla dichiarazione-fiume dell’On. Germanà, fa eco l’onorevole Enzo Garofalo aggiungendo che “esulando dalla constatazione dell’evidente negligenza nella tenuta dei libri contabili, dell’elevato indebitamento del Consorzio nei riguardi di terzi le cui spettanze non risultano in molti casi pagate e del mancato rinnovo delle concessioni per le aree di servizio che ha causato considerevoli perdite di introiti, evito di addurre le innumerevoli storture ed alterazioni dal punto di vista strettamente economico, poiché ciò che maggiormente rileva, insieme all’incontrovertibile dato relativo alla mancanza di investimenti relativi all’incremento dell’innovazione tecnologica, è che oggi si sta assistendo ad un allarmante peggioramento delle condizioni in cui versano le autostrade siciliane ed il consequenziale corollario non poteva che essere il provvedimento assunto. Il complesso coacervo di contraddizioni e paradossi che tengono in ostaggio le autostrade siciliane – riprende Germanà – non accenna a disciogliersi, mentre continua ad aumentare l’intricata trama di inadempimenti in ordine al mantenimento della funzionalità delle infrastrutture in concessione ed alla realizzazione delle nuove opere previste in convenzione.”
Ed infine l’onorevole Germanà affida le sue conclusioni alla circostanza che “nelle vesti di membro dell’VIII Commissione della Camera dei Deputati, Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, a più riprese mi sono fatto portavoce delle esigenze e delle difficoltà di tutti i siciliani esausti per una logorante situazione di stallo e pericolo, coinvolgendo i vertici dell’Anas, del Cas e rappresentanti della Regione Sicilia(principale azionista del Consorzio), e facendomi promotore di audizioni con il Governo, ho tentato anche di instaurare un confronto grazie al quale poter pervenire ad un’assennata e permanente intesa ma le risposte alle mie richieste non sono mai pervenute e il sequestro delle due gallerie è l’ultimo atto a suggellare il fallimento del CAS”
comunicato stampa