PUNTI DI VISTA – L’OMOSESSUALITA’ ED IL MATRIMONIO
Che ne pensi di

PUNTI DI VISTA – L’OMOSESSUALITA’ ED IL MATRIMONIO

 

 

Pubblichiamo l’articolo dell’avvocato Paratore di Messina. Ovviamente anche il lavoro professionale che svolge la porta ad essere un osservatore privileggiato su quella che lei stessa definisce  una “realtà dei giorni nostri molto più diffusa di quanto si pensi”. Il suo punto di vista è teso anche a sollevare il dibattito ed il confronto.

silvana-paratore

 

 

 

 

Il Signore, disse: «Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui» (Genesi 2:18).

Qui la Bibbia descrive il bisogno che ogni essere umano ha di compagnia e d’amore.

E’ così che Dio crea per l’uomo “un aiuto” adatto a lui (la donna), non tratta dalla terra, ma tratta dall’uomo stesso.

Il termine ebraico originale per “donna” significa, infatti, “tratta dall’uomo” (2:22), cioè della stessa natura e dignità.

Gli organi genitali erano stati ovviamente creati per dare espressione fisica a questa unione.

Essi, infatti, vicendevolmente si integrano, celebrando quest’unione e insieme riproducono la vita.

Perciò, ogni rapporto sessuale che vada al di fuori di quanto così Dio ha disposto, profana l’immagine di Dio (maschio e femmina) e l’intenzione che aveva per questa unione (ri-unione).

La nozione di “omosessuale” per descrivere una persona non era usata al tempo di Gesù.

Di fatto i termini “eterosessuale” ed “omosessuale” sono usati solo dal XIX secolo.

Allora la gente non veniva identificata nei termini di orientamento sessuale.

Questo è un uso prettamente moderno.

Gesù ci insegna molto nel capitolo 19 del vangelo secondo Matteo quando pone alcuni principi come :non usare la pulsione sessuale come qualcosa che identifichi le persone; il matrimonio non è per tutti e non vi devono essere rapporti sessuali al di fuori dell’impegno nuziale fra un uomo ed una donna.

L’omosessualità non è più considerata una malattia, ma una forma di comportamento alternativo all’eterosessualità (OMS).Secondo la psicoanalisi, è molto importante il rapporto con i genitori per quanto riguarda l’orientamento sessuale.

In particolare, per raggiungere l’eterosessualità, il bambino deve superare il complesso di Edipo, allontanarsi dalla madre e dal femminile e risolvere la competizione con il padre, diventando, come lui, un uomo.

Non si tratta quindi di prendere il suo posto ma di essere come lui. Va da dire che l’omosessualità in Europa non è ancora vissuta in piena tranquillità. Quindi, non c’è da meravigliarsi se molti uomini continuano a nascondere la propria omosessualità: c’è chi, pur essendo consapevole della propria omosessualità, si sposa ma ha difficoltà ad avere rapporti con la propria moglie anche talora avendo figli.

In Cina, dal 2001 essere gay non è più considerata ufficialmente una malattia mentale.

Purtuttavia circa il 90% dei maschi omosessuali è costretto a nascondere la propria omosessualità e a sposarsi contro la sua volontà. La conseguenza? Matrimoni infelici e senza amore”. Matrimoni in cui a causa della frustrazione e della scarsa comunicazione, è molto frequente la violenza domestica.

Se è pur vero che la scienza  ha stabilito ufficialmente il 17 maggio 1990, che l’omosessualità non è una malattia, rimuovendo l’ attrazione sentimentale e sessuale tra individui dello stesso sesso dalla lista delle malattie mentali stilata dall’ Organizzazione mondiale della sanità, ben si comprende come nascondere la omosessualità implica un grande disservizio alla società e nel caso di matrimoni, notevoli conseguenze.

Molti paesi del Medio Oriente continuano a ritenerla un comportamento illegale ed una patologia.

In un paese emancipato come il nostro, è importante che chi intenda dichiarare la propria identità sessuale lo faccia ma soprattutto non lo nasconda a sé stesso e di conseguenza non palesi comportamenti atti a nascondere il proprio status.

Le donne che hanno contratto matrimonio con uomini rivelatisi nella loro naturale essenza omosessuale, hanno subito pesanti traumi dai quali non è semplice uscirne.

Senza minimamente condannare lo status di tali uomini, sarebbe corretto umanamente, eticamente, socialmente, non condizionare la vita di quelle donne che confidando in un futuro felice e roseo, si ritrovano, a sorpresa, in situazioni di notevole disagio psichico ed emotivo.

 

Silvana Paratore

è una giornalista che si occupa di problematiche sociali nonché giovane avvocato di Messina.

11 Luglio 2013

Autore:

admin


Ti preghiamo di disattivare AdBlock o aggiungere il sito in whitelist