Con la relativa area marina protetta sono state appena inserite nei siti dell’Unesco.
Voglia di paradiso, di lembi di terra dimenticati e di atolli circondati in modo disarmante dall’oceano, per provare un’ebrezza primordiale. Sentirsi viaggiatori, non turisti: le Isole della Fenice (www.phoenixislands.org), uno dei tre arcipelaghi che in Oceania formano la Repubblica delle Kiribati (www.kiribatitourism.gov.ki) insieme alle isole Gilbert e Linea, sono sicuramente un luogo ancora remoto e difficile da raggiungere, ma oltre allo splendido mare offrono a chi ha l’ardire di avventurarsi nel cuore dell’Oceano Pacifico, a cavallo dell’Equatore, spiagge perennemente tranquille e la scoperta di una cultura che merita di essere conosciuta e preservata.
Già area marina protetta (la maggiore del mondo), le Isole della Fenice sono appena state dichiarate dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Lontana dal turismo di massa, questa catena di atolli è una meta privilegiata per chi può concedersi un viaggio esclusivo.
L’unicità dell’area protetta – oltre 400 chilometri quadrati di superficie – consiste nell’incredibile biodiversità di uno degli ecosistemi di arcipelaghi corallini fra i più vasti al mondo, oltre alle decine di vette sottomarine, presumibilmente vulcani estinti, e ai delicati habitat degli abissi. Santuario dei coralli e delle popolazioni di squali, l’area ospita una fauna di circa 800 specie censite fra cui: 200 specie di coralli, 500 specie di pesci, 44 specie di uccelli e 18 specie di mammiferi marini.
Insomma, come ha descritto il National Geographic, si tratta di “uno degli ultimi angoli del globo che preserva un ecosistema praticamente primordiale, con paradisi sottomarini ancora inesplorati e incontaminati”. Senza dimenticare che questi atolli sono abitati da un popolo di origine micronesiana, ceppo che sopravvive nonostante le influenze europee subite a partire dal XIX secolo.
È un esotismo completamente diverso da altri a tratti occidentalizzati: qui si dimenticano il traffico, i grattacieli, l’inquinamento, la confusione e anche gli orologi. Le isole della Fenice, con annessa area marina protetta, non sono comunque l’unico gioiello delle Kiribati, dove il mare domina incontrastato. Tutte le 33 isole (tutte atolli tranne una) che compongono questo Stato insulare offrono interessanti spunti di soggiorno.
L’isola Kiritimati (Natale), ad esempio, è un must per gli amanti della pesca. Il gruppo delle isole Gilbert (con Tarawa, Butaritari, Abemama) sono ricche invece di siti che mostrano una pagina di storia più recente: la Seconda Guerra Mondiale, prima con l’invasione dei giapponesi nel ’41 successiva al bombardamento di Pearl Harbour e poi con i raid dei marines nel ’42 e ’43. Relitti e fortificazioni possono essere visitati. All’isola Fanning l’attività preferita è il surf.(Ansa)
Come arrivare:
– Tarawa, capitale delle Kiribati, è servita da Air Pacific (www.airpacific.com), Our Airline (www.ourairline.com.au) e Air Kiribati (www.airkiribati.com.au/Ak_banner). Dall’Europa con Air Pacific ci sono connessioni (con Qantas e Cathay Pacific) via Hong Kong.
– Kanton (Abariringa), l’atollo maggiore delle isole della Fenice, è accessibile con voli privati o con imbarcazioni charter (Informazioni: info@kiribatitourism.gov.ki). L’isola è servita anche da Kiribati Shipping Services (Tel. +686 26195; e-mail: kssl@tskl.net.ki). A meno che non si possieda uno yacht.