IMPEGNO “CIVILE” – Domani a Brolo, in ricordo di Rita Atria molto più di un concerto
Cultura, Cultura, Fotonotizie, In evidenza

IMPEGNO “CIVILE” – Domani a Brolo, in ricordo di Rita Atria molto più di un concerto

Il concerto di Oriana Civile, alla villa comunale. Parteciperà anche Vincenzo Agostino, “padre coraggio”

trentennale della morte

Il trentennale della morte di Rita Atria a Brolo si tinge ancor più di ricordo, denuncia e impegno civile.  Oriana Civile presenta il suo ultimo lavoro musicale ” Storii tra il serio e il faceto”.

 

Un evento, fortemente voluto dall’assessore alla cultura Maria Vittoria Cipriano, che va oltre il semplice concerto, infatti vedrà la partecipazione di alcuni studenti   del “Comprensivo “ di  Brolo e del “Merendino” di Capo d’Orlando, che parleranno di Rita Atria, mentre, con un intervento  ad inizio  della manifestazione, Vincenzo Agostino, darà anche a Brolo, la sua testimonianza di lotta e di impegno civile contro la mafia.

Questo Padre Coraggio, quest’uomo infiacchito dagli anni, ma mai domo, e che oggi arranca con il bastone e con le lacrime agli occhi, è la voce di tutti quei martiri che ancora oggi chiedono giustizia, verità, parole chiare, processi, sentenze definitive, in questo nostro Paese eternamente sospeso perché sia data ai colpevoli, brutali macellai e sofisticati mandanti, la possibilità di continuare a vivere in bellezza, liberamente fra noi, perché da noi è così che funziona, la giustizia ha da essere sempre controversa, mai definitiva, mai risolutiva.

Un concerto che cade nel trentennale della morte di questa testimone di giustizia davvero speciale, mentre oggi si addensano ancor più cupe le nubi sulla ricerca di verità del suo “suicidio” e a pochi giorni della strage di via D’Amelio.

Infatti scrive Nadia Furnari, co-fondatrice dell’Associazione antimafia a dei dedicata “Non ci sono prove che Rita Atria si sia suicidata, tutt’altro. Fino a quando non ci dimostreranno che si è tolta la vita, per noi Rita sarà semplicemente morta in circostanze da chiarire».
Vincenzo Agostino, oggi ultra ottantenne si vide uccidere e si vide morire il figlio sotto gli occhi, insieme alla sua giovanissima moglie incinta, quasi di fronte alla porta di casa. Era il 5 agosto 1989, quando Nino Agostino, agente della polizia di Stato in servizio a Palermo, sua moglie Ida Castelluccio, 19 anni, incinta da un mese, vennero assassinati, uno a fianco all’altra, da un commando di uomini armati.

E per qualche metro, entrambi agonizzanti, si trascinarono mano per mano verso il cancello di casa. Il luogo: la spiaggia di Villagrazia di Carini, a pochi chilometri da Palermo. Mare limpido, giornata di sole. Esecuzione, si ricostruì dopo, dalle modalità feroci, per la assoluta mancanza di pietà dimostrata dai killer.
Nino Agostino dava la caccia ai latitanti mafiosi di quegli anni, lavorava sotto copertura nei servizi segreti, che però, dopo il duplice delitto, non ebbero mai il coraggio di ammettere la circostanza.
Anche lui, come Falcone e Borsellino non vennero uccisi solo dalla mafia.

Vincenzo Agostino, il papà di Nino, non ha mai condiviso le verità. E con sua moglie, Augusta Schiera, venuta a mancare alcuni anni fa.
hanno sempre rifiuta le versioni di comodo.
Anche a Brolo, Vincenzo Agostino, si farà carico di offrire le sue testimonianze di coraggio. E’ convinto da tempo che il figlio fu ucciso da un micidiale mix di Stato e mafia che si ha tutto l’interesse a tenere nascosto. Rappresenta quasi la voce della consapevolezza collettiva.

un discorso mai interrotto

Ricordando Rita Atria Brolo, riprende un discorso mai interrotto.
A lei venne dedicata una sala, a ridosso dell’ufficio turistico, divenuta centro di convegno e di incontri, dedicata allora ai giovani, e la si ricorda ogni volta, citandola, ogni evento che qui viene ospitato.

rita_atria1

Era l’8 marzo del 2009,  quando l’amministrazione guidata da Salvo Messina dedicò quel luogo a chi ha rappresentato un esempio reale di lotta alla mafia.

Poi venne la cittadinanza onorari a Piera Aiello, oggi onorevole della repubblica che allora viveva sotto scorta.

La Aiello venne a Brolo, sotto scorta, in un ambiente blindato dove erano vietate telecamere, telefonini e macchine fotografiche, per raccontare come due donne simbolo (lei e la cognato Rita) di una Sicilia seppero dire di No, alla mafia.

Fu un esempio di società civile che oggi molti a Brolo poco conoscono, ma soprattutto un punto di riflessione di una “primavera” di impegno sociale e politico.

Ricordando quel giorno

Una scelta , dedicare una testimonianza a Rita e Piera, che avveniva ad un anno dall’intitolazione di uno slargo al “giudice ragazzino” Rosario Livatino, in una Brolo che anche oggi non vuol, dimenticare e che qualche settima fa ha dedicato ai Giudici Falcone e Borsellino una stele.

Ma tornando al passato.

Con la delibera dell’01.04.2009, il consiglio comunale del tempo concesse a Piera Aiello, già testimone di giustizia, la cittadinanza onoraria del paese. A presiedere quell’assemblea c’era Francesco Moscato, ed anche una giovanissima Irene Ricciardello, dai banchi dell’opposizione votò quella scelta, mentre era sindaco Salvo Messina.

brolo_monumento_impastato

Il Presidente Moscato sottolineò i sentimenti di partecipazione e di grande interesse che hanno animato i preparativi dell’evento porgendo a nome proprio e del Consiglio Comunale il benvenuto a Piera Aiello e ricordò che quell’evento seguiva a quello di giorno 08 marzo, nel quale, con la celebrazione di una “ ragazzo-coraggio”, si è intitolata la biblioteca multimediale del Comune di Brolo Rita Atria.

francesco_moscato

Tra i vari interventi anche quello di Gaetano Scaffidi Lallaro, che espresse “apprezzamento per l’operato di Piera Aiello” affermando “che è compito delle istituzioni e delle forze politiche dare un segnale forte e chiaro ai giovani, costruendo percorsi di giustizia”.

Nuccio Ricciardello, si legge negli atti della delibera,  ringraziò dicendo “l’Amministrazione per l’iniziativa e anche Piera Aiello per la scelta di coraggio irripetibile, soprattutto per il contesto in cui ha vissuto ed ha operato tale scelta”. L’iniziativa sottolineò Ricciardello “non si può concludere con la sola consegna della cittadinanza ma deve essere una spinta ad agire per la legalità nel quotidiano” e aspicò che nel tempo Piera Aiello possa riferire cosa ha significato per Lei aver ricevuto la cittadinanza Brolese.

nuccio_r_041

E Basilio Scaffidi – che sedeva tra i banchi del consiglio comunale – parlando anche a nome dei giovani evidenziò “Che la mafia va combattuta a livello culturale; nichilismo etico, relativismo politico vanno cancellati a favore di una cultura diversa”.

salvo_messina_villa_thumb_medium234_155

Per Salvo Messina quell’atto del consiglio comunale disse che rappresentava “per Brolo, nella prosecuzione di un percorso per la legalità” soffermandosi sul “ comune sentire” della collettività civile sana che ha emotivamente partecipato all’esperienza di testimonianza di giustizia vissuta in prima persona, mettendo a repentaglio la propria vita ed a rischio l’incolumità sua e dei propri affetti, per sete di giustizia”.

Conclusosi il protocollo il consiglio votò all’unanimità la cittadinanza a Piera Aiello (poi dopo qualche anno il gesto si ripetè quando venne conferita la cittadinanza onoraria a Dacia Maraini. Un riconoscimento non tanto per la sua attività letteraria ma per quanto aveva scritto sui Migrantes… Testo oggi più che mai attuale).

In quel contesto storico Brolo vedeva attiva anche la scuola. Si rammenta che la dirigente scolastica, Nunziatina Lacchese, accettando l’invito fattole dall’assessore comunale alla cultura Maria Ricciardello, inserendolo nel progetto legalità, aveva permesso ai ragazzi delle Medie e delle ultime classi delle Elementari ad assistere alla proiezione,  del film “Angela” di Roberta Torre e ai video su Rita Atria curati da Carlo Lucarelli – che nella sua trasmissione Blu Notte ha ampiamente e dovutamente illustrato il ruolo e la figura della giovane di Partanna – e assemblati da Davide Canfora.

In quei giorni si registrarono gli interventi in “La verità vive” di Vincenzo Geraci e Nadia Furnari dell’associazione milazzese “Rita Atria”. Poi Geraci incontrò i docenti dell’Istituto Comprensivo, per parlare loro proprio di Rita Atria e della sua lezione di vita, concretizzatasi in un gesto estremo, di denuncia e di speranza.

A Brolo si animarono dibattiti, vennero  lette alcune poesie di Giovanna Gigliotti Manfredi, pezzi tratti da tesi di laurea su Rita Atria, proiettato un “corto” realizzato dai giovani della scuola media brolese, curato da Mariella Squillacioti, ci furono le testimonianze dei Ragazzi di “Addio Pizzo” di quelli dell’Associazione Libera di Don Luigi Ciotti, ed ancora i responsabili dell’associazione Rita Atria; anche di Pino Maniaci di Tele Jato, Vincenzo Conticello, autore di una denuncia contro il pizzo, e titolare dell’Antica Friggitoria San Francesco di Palermo, ma anche Magistrati del pool antimafia, esponenti del mondo della Politica, delle civiche amministrazioni locali e delle Associazioni Antiracket, prima fra tutti quella locale , l’Acib, oltre ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine.

Tempi… che videro realizzarsi monumenti in ricordo di Peppino Impastato, ai Martiri di via Fani e Aldo Moro, e poi ancora assemblee, teatro, concerti, incontri, testimonianze in un’attivismo civico importante.

Un patrimonio di tanti, di tutti.

 

25 Luglio 2022

Autore:

redazione


Ti preghiamo di disattivare AdBlock o aggiungere il sito in whitelist