IN LIBRERIA – La Scuola va alla Guerra
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IN LIBRERIA – La Scuola va alla Guerra

L’inchiesta sulla militarizzazione dell’istruzione in Italia di Antonio Mazzeo

Formato: 14,5×21 pp. 174 € 20 ISBN 97888728
Nel volume “La scuola va alla guerra. Inchiesta sulla militarizzazione dell’istruzione in Italia” l’autore descrive le modalità con cui la scuola italiana sta abdicando alle sue funzioni educative e formative delle nuove generazioni, consentendo alle Forze Armate e alle aziende produttrici di armi di occupare ogni sfera della didattica per fini ideologici assolutamente in contrasto con i valori costituzionali della difesa delle libertà, della democrazia, della giustizia sociale e della pace su cui si dovrebbe fondare l’istruzione pubblica.
Antonio Mazzeo avvia la sua riflessione descrivendo alcuni dei processi più drammatici che stanno investendo la scuola italiana. “Contemporaneamente alla privatizzazione e precarizzazione del sistema educativo, si assiste a un soffocante processo di militarizzazione delle istituzioni scolastiche e degli stessi contenuti culturali e formativi”, afferma l’autore. “Come accadeva ai tempi del fascismo, le scuole tornano a essere caserme mentre le caserme si convertono in aule e palestre per formare lo studente-soldato votato all’obbedienza perpetua. Nelle scuole di ogni ordine e grado si sperimentano comportamenti, percorsi e curricula del tutto subalterni alle logiche di guerra e agli interessi politico-militari, complici innanzitutto i governi che si alternano alla guida del Paese, gli inamovibili burocrati del ministero dell’Istruzione (e, oggi, del Merito) e i dirigenti reclutati ormai solo se rigidi osservanti del pensiero neoliberista e militarista imperante”.
Gli esempi descritti sono numerosi anche se poco noti all’opinione pubblica e agli stessi educatori e insegnanti, per lo più disattenti o forse anche normalizzati dai disvalori imposti nella società italiana dalle dissennate logiche del mercato. “Accade così che alle città d’arte, ai musei e ai siti archeologici, presidi e docenti preferiscano sempre più le visite alle basi Usa e Nato «ospitate» in Italia in barba alla Costituzione; o quelle alle caserme, agli aeroporti, ai porti militari, alle installazioni radar e alle industrie belliche”, afferma Mazzeo.
“Non c’è giorno che gli studenti non vengano chiamati ad assistere a cerimonie e parate militari, presentat’arm e alzabandiera, conferimenti di onorificenze, mostre di antichi cimeli o di più moderne tecnologie di distruzione.
Ci  sono poi le attività didattico-culturali affidate a generali e ammiragli docenti (dalla lettura e interpretazione della Costituzione e della Storia all’educazione ambientale, alla salute, alla lotta alla droga e alla prevenzione dei comportamenti classificati come «devianti», bullismo, cyberbullismo, ecc.); i cori e le bande di studenti e soldati; gli stage formativi su cacciabombardieri, carri armati, sottomarini e fregate di guerra; l’alternanza scuola-lavoro a fianco dei reparti d’élite delle Forze Armate o nelle aziende produttrici di armi. Il frenetico attivismo dei militari in ambito scolastico si manifesta anche con la raccolta e la donazione di libri e ausili didattici a studenti e istituti svantaggiati; l’istituzione di borse di studio o premi intitolati a «eroi» di guerra o a deceduti nel corso delle missioni internazionali; il lobbying sugli enti locali per intitolare nuovi plessi scolastici a dispersi in combattimento o a decorati con medaglie d’oro al valor militare”.
Mazzeo esprime altresì profonda preoccupazione per la “progressiva trasformazione delle strutture scolastiche a fini sicuritari” con l’installazione di videocamere agli ingressi e nei corridoi e la proliferazione di dispositivi elettronici identificativi e di controllo sociale (tornelli ai portoni, l’obbligatorietà per studenti e docenti a indossare badge, l’illegittima imposizione all’uso del rilevatore elettronico delle presenze del personale educativo, ecc.).
“In un vero e proprio clima di caccia alle streghe e criminalizzazione generale, questori e prefetti ordinano le incursioni delle forze di Polizia all’interno delle aule con perquisizioni a tappeto e cani antidroga sguinzagliati a sniffare zaini, giacche e cappotti”, spiega l’autore. “Proliferano altresì i divieti di riunione e delle attività autogestite degli studenti e i locali scolastici vengono dichiarati off- limits in orario pomeridiano, mentre viene minacciata l’azione penale e civile contro ogni forma di occupazione”.
Al rafforzamento del processo di militarizzazione del sistema scolastico concorrono poi l’approvazione di leggi che hanno conferito ai presidi poteri illimitati e istituzionalizzato gerarchie e discriminazioni tra gli insegnanti; la precarizzazione de iure e de facto della figura e delle funzioni del docente; il dilagante esautoramento degli organi collegiali; l’uso indiscriminato dei procedimenti amministrativi contro il personale della scuola disobbediente.
Nel capitolo finale del volume l’autore prova tuttavia a suggerire possibili percorsi educativi alternativi per “smilitarizzare” l’istruzione a sostegno della pace e del disarmo, della libertà di espressione e insegnamento, della scuola pubblica e dei valori fondamentali di uguaglianza formale e sostanziale e di giustizia sociale.
Antonio Mazzeo
è un insegnante, peace-researcher e saggista impegnatonei temi della pace, del disarmo, dell’ambiente, dei diritti umani e della lottaalle criminalità mafiose. Collabora con Il Manifesto e altre testate giornalistiche nazionali e nel 2020 è stato premiato dall’Archivio Disarmo con la “Colomba d’oro per la Pace” quale riconoscimento “per aver interpretato per anni il giornalismoe la scrittura come una missione di difesa dei diritti umani e di denuncia delle ingiustizie”. È tra i promotori dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università.
1 Febbraio 2024

Autore:

redazione


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