Nella giornata di lunedì 15 febbraio u.s., una delegazione di iscritti a INARSIND Messina – costituita dal Presidente Ing. P.L. Pettinato, dal V. Presidente arch. G. DeDomenico e da alcuni componenti il Coniglio Direttivo (ing. R. D’Andrea, arch. A. Micalizzi, arch. T. Bellamacina, arch. F. Munagò, arch. S. Donia) – ha incontrato l’Avv. Giuseppe Corvaja, Ass.re alle Politiche del Territorio del Comune di Messina.
INARSIND ha promosso l’incontro in argomento, che è stato accolto con interesse e disponibilitàdall’Avv. Corvaja, con il quale si sono affrontati alcuni aspetti riguardanti l’Ufficio e la sua organizzazione, rinviando ad altro incontro gli approfondimenti sulle tematiche di natura più segnatamente urbanistica e di uso del territorio.
Tuttavia, pur nel citato rinvio, si è convenuto con l’Ass.re Corvaja in linea generale, nel merito di alcuni temi di fondo che INARSIND aveva giàavuto modo di affrontare con l’ing. Gaetano Sciacca (Ing. Capo del Genio Civile) e con il quale si era instaurata una sintonia di posizioni, che sinteticamente si possono riepilogare, ribadendo gli stessi concetti giàin precedenza evidenziati:
· il comparto dell’edilizia non può continuare ad operare esclusivamente nella direzione di un ulteriore “consumo†di suolo;
· è necessario allargare l’orizzonte e guardare oltre; le attivitàedilizie su cui puntare sono quelle che possono attivare un circuito virtuoso capace di coniugare nuove occasioni di sviluppo con un uso equilibrato del territorio;
· è altresì auspicabile immaginare sinergie tra pubblico e privato, nella chiarezza delle posizioni reciproche e nella trasparenza degli interessi di ciascuna delle parti, ipotizzando vie nuove di appetibilitàeconomica per gli imprenditori ed i professionisti che vogliono investire nell’altro sviluppo, sopra accennato.
Si è pertanto avviato un prima costruttiva discussione, che necessita di un ulteriore approfondimento e che saràaltresì oggetto di un confronto con il Sindaco, del quale INARSIND si faràpromotore.
Nell’ambito dell’incontro INARSIND ha consegnato all’Assessore un documento (oggetto del citato
primo confronto) denominato “PROBLEMATICHE DEL DIPARTIMENTO POLITICHE DEL TERRITORIO (SETTORE EDILIZIA PRIVATA) DEL COMUNE DI MESSINA: ANALISI E PROPOSTEâ€Â, che qui di seguito si riporta.
L’Ass.re, contestualmente, ha informato i presenti in merito alle iniziative che ha intrapreso, proprio in relazione alle stesse problematiche evidenziate da INARSIND e riportate nel documento.
Il detto documento, pur partendo da tematiche quotidianamente vissute dai professionisti, non prescinde da aspetti che riguardano tutta l’utenza e più in generale la collettivtà, o meglio le ricadute sulla collettività. Si pensi in tal senso, al danno erariale causato dal possibile mancato versamento degli oneri concessori e dal mancato riscontro in merito alla corretta applicazione delle norme urbanistiche e di tutela del territorio.
SEGUE DOCUMENTO
Da oltre dieci anni il settore edilizia privata del dipartimento politiche del territorio versa in uno stato emergenziale a causa della cronica e sempre maggiore carenza di organico, che comporta diverse e gravi problematiche.
Tale situazione è vissuta con pari forte disagio dagli utenti esterni (professionisti, imprese, ecc.) – che conseguentemente ne subiscono i danni anche di natura economico-finanziaria – e dai pochi funzionari (istruttori e dirigenti) in organico all’ufficio, che appaiono sempre più demotivati.
A parere di INARSIND è necessario valutare alcune inevitabili conseguenze di tale situazione, in quanto il permanere dello status-quo agisce su un duplice fronte: il crescente malcontento dell’utenza ed il grave danno economico per l’Amm.ne Comunale.
L’analisi che si vuole proporre, inizia con una sintesi dedicata alla focalizzazione dei vari aspetti e delle possibili conseguenze che si determinano.
1. si verifica un sempre maggiore tentativo di fuga, da parte dei pochi funzionari rimasti: anche un funzionario diligente, in tale situazione, non ha la serenitànecessaria per poter svolgere la propria mansione e non trova alcuna forma di stimolo. Anzi, al contrario, essendo oberato da una enorme quantitàdi progetti da esaminare, finisce con l’appiattirsi, e l’unica via d’uscita che intravede è il trasferimento ad altro settore dell’amministrazione.
2. è noto che esiste agli atti dell’ufficio una rilevante quantitàdi progetti non preventivamente esaminati dall’ufficio e dalla CEC. Per fare un esempio, l’unitàcentro ha un arretrato di non meno di 800 progetti e non si comprende come e quando si possa porre rimedio ad una tale condizione che costituisce di fatto un disservizio.
3. si registra un’inevitabile aumento del contenzioso amministrativo e civile con i privati, determinato dal fatto che le norme urbanistiche, spesso lasciano spazio a diverse interpretazione giuridicoamministrative.
La mancanza dell’esame preventivo del progetto, con l’insito confronto che si determina tra l’Ufficio, la CEC e l’utenza, conduce al sempre più frequente ricorso al detto contenzioso. Viceversa è evidente che qualora il confronto sull’interpretazione delle norme avvenga in fase preventiva, i rischi del contenzioso, pur presenti, diminuiscono.
E’ altresì evidente che qualora il confronto sull’interpretazione delle norme avvenga successivamente all’inizio lavori (comunicato ai sensi dell’art.2 L.R. n°17/1994), o peggio a lavori quasi ultimati, le conseguenze possono anche essere rilevanti.
4. Ultimo aspetto, ma non per importanza, è determinato dalla più grave delle conseguenze riguardante l’Amm.ne Comunale: il possibile danno erariale.
Sono numerosi, ormai, i progetti auto assentiti, ai sensi dell’art. 2 della legge regionale 17/1994, che
risultano ultimati (dichiarazione di fine lavori giàagli atti del comune), e mai riscontrati.
E’ evidente che l’assenza di istruttoria in detti progetti, oltre a comportare l’eventuale mancato rispetto delle norme edilizie, al tempo stesso, determina il mancato riscontro della quantificazione degli oneri concessori (ai sensi della legge 10/1977) nonché dei relativi versamenti.
Sussiste il fondato timore che in una siffatta situazione, trovino spazio casi ben gravi, che possono altresì assumere una rilevanza penale. A titolo di esempio, si possono evidenziare i seguenti possibili casi (che vanno oltre il mero errore, con l’evidente buona fede):
⇒ quantificazione degli oneri concessori in misura notevolmente ridotta rispetto a quella effettiva;
⇒ versamenti a titolo forfetario;
⇒ mancanza totale di versamenti;
⇒ versamenti della sola prima rata (nell’ipotesi di rateizzazione);
⇒ fidejussioni non conformi (che non garantiscono ad esempio gli interessi e le more).
Il precedente comma 4, merita alcune considerazioni.
· L’Ente Pubblico, nell’interesse della collettività, ha l’obbligo di esigere qualunque credito abbia, a
prescindere dall’entitàdello stesso. Peraltro, gli oneri concessori costituiscono una voce consistente per il bilancio comunale (diversi milioni di euro all’anno) ed il loro mancato introito (seppur parziale) è un danno economico particolarmente significativo.
· Una concessione tacitamente assentita può sempre essere revocata (per vizi, carenze o altro) in quanto
non sussiste la prescrizione; viceversa il recupero del credito dovuto agli oneri concessori non versati, si prescrive dopo dieci anni.
· Il comune di Messina ha giàsubito, circa dieci anni addietro, un grave danno erariale – proprio a causa dei mancati versamenti degli oneri concessori – quantificabile in circa 20 miliardi delle vecchie lire.
INARSIND, alla luce dell’analisi sopra sinteticamente descritta, individua ed in tal senso propone all’Amm.ne, un possibile percorso per affrontare l’emergenza e cominciare a porre le condizioni per una normalitàamministrativa, comunque auspicata.
Pertanto, vengono qui di seguito elencate alcune proposte che, partendo dall’adeguamento degli iter
procedurali alle nuove tecnologie, vanno in seguito ad affrontare nello specifico le problematiche sopra accennate.
Si vuole comunque evidenziare che il presente documento, in particolare nella seguente parte propositiva, vuole essere un primo costruttivo contributo all’Amm.ne, con la quale si vuole aprire un dialogo nel merito e nei confronti della quale ci rendiamo disponibili per ogni e qualsivoglia approfondimento.
A) OTTIMIZZAZIONE DEI PROCEDIMENTI D’ISTRUTTORIA ALLA LUCE DELLE NUOVE
TECNOLOGIE (FIRMA DIGITALE, .PE.C.,ETC.)
1. Istituzione di uno sportello in front-office e/o informatico on-line ove poter acquisire immediatamente e facilmente tutte le informazioni relative allo stato delle pratiche presentate;
2. Comunicazione del Responsabile del Procedimento e di eventuali richieste integrative agli istanti tramite P.E.C. al relativo professionista;
3. Rispetto dell’ordine di protocollo per le pratiche acquisite nello svolgimento della fase istruttoria, con conseguente attivazione di un sistema informatico di prenotazione e/o convocazione del tecnico al fine di discutere e istruire il progetto;.
B) RIORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI AL PUBBLICO
1. Assicurare, per quanto possibile e compatibilmente con improrogabili impegni, la presenza del personale durante gli orari di entrambi i giorni destinati all’apertura al pubblico, evitando sopralluoghi, incontri con dirigenti, corsi di formazione, giornate di permesso, trasferte, etc. che possono essere eseguiti in altre giornate;
2. Apertura dei servizi destinati ad un’utenza mista (professionisti e non) e/o di grande afflusso anche il giovedì mattino (uff. concessioni e trascrizioni, uff. vigilanza, uff. condono edilizio);
3. Maggiore funzionalitàdell’archivio, consistente nell’apertura al pubblico tutte le mattine della settimana (ad esempio 3 ore, dalle 10:00 alle 13:00) nonché nella dotazione di fotocopiatrice, con sistema prepagato.
Con l’introduzione nel territorio della Regione Siciliana della denuncia di inizio attività, e la sempre maggiore utilizzazione di tale istituto in luogo della concessione edilizia, è una necessitàsempre maggiore procedere al riscontro della documentazione agli atti dell’ufficio, in quanto il professionista ha l’obbligo di attestare, in forma di autocertificazione, la regolaritàdell’esistente.
Al tempo stesso si ritiene utile la dotazione – analogamente a quanto giàfatto da anni all’interno del Palazzo di Giustizia – di una fotocopiatrice con carta prepagata a carico dei professionisti, tale da evitare per la maggior parte dei casi di dover inviare al centro copie i fascicoli.
4. Cartellonistica con l’indicazione generale dei servizi e del personale, da ubicare all’ingresso, integrata da idonee targhette, con nominativi e ruoli del personale impiegato, in corrispondenza delle stanze.
C) TEMATICHE URBANISTICHE
1. Validitàdelle N.A. e R.E. adottati in variante nel 2008: stato dell’iter di approvazione.
In tal senso l’Ufficio deve sciogliere l’equivoco che si è determinato: procedere secondo l’iter di legge con la variante al PRG (completando le previste fasi procedurali quali il riscontro alle osservazioni, ecc.) fino alla definitiva approvazione, oppure, qualora si ritenga decaduto o non più meritevole di definizione, procedere ad una delibera di revoca.
2. Opportunitàdella revisione del P.R.G. in tempi celeri alla luce dell’adeguamento a vincoli sovraordinati di recente costituzione, ai dissesti di natura idrogeologica, ai danni al paesaggio e alla necessitàdi guidare lo sviluppo socio-economico della Città, al momento stagnante;
3. Pubblicazione delle perimetrazioni delle aree a rischio idrogeologico, determinate in sede comunale e non ancor deliberate dalla giunta regionale: alla stregua delle norme di salvaguardia degli strumenti urbanistici, è necessario per i professionisti (e non soltanto) essere a conoscenza dell’esistenza su di un’area, all’interno della quale viene redatto un progetto, dell’avvio del procedimento di vincolo;
4. Chiarimento in merito al preventivo conseguimento del parere della Soprintendenza B.B.C.C. per i lavori da eseguire nelle zone “A†dell’attuale P.R.G., come indicato nelle N.A., che non trova seguito presso la Soprintendenza, preposta allo scioglimento del medesimo vincolo;
5. Necessitàdi chiudere, in tempi brevi, il procedimento di tutte le istanze di sanatoria. E’ ancora troppo elevato il numero di pratiche di condono in itinere (circa mille), pur a seguito dell’affidamento d’incarico, ai professionisti esterni, per il disbrigo delle stesse istanze.
D) PROCEDURE PER L’ESAME DEI PROGETTI
La proposta di seguito sinteticamente esposta, individua un possibile percorso per poter esaminare le istanze di concessione edilizia giàagli atti dell’ufficio nonché di quelle future (almeno fino alla sopra definita “normalità†amm.va) nei modi e nei termini previsti dalla legge.
Si ritiene necessario intraprendere questo percorso, nell’interesse del Comune ed in riferimento alle necessitàdell’utenza (professionisti, imprenditori, ecc.). A titolo esemplificativo, una di tali necessitàdiscende dalla richiesta degli Istituti di Credito (per la stipula di mutui) di esibizione delle Concessioni.
L’Amministrazione Comunale – qualora non fosse nelle condizioni con il personale interno, di coprire le carenze di organico del Dipartimento – potrebbe puntare su una possibile alternativa, assumendo le seguenti decisioni operative:
a. Affidare a liberi professionisti (esterni) la fase di istruttoria dei progetti, consentendo in tal modo il successivo esame della CEC ed, in ultimo, il rilascio delle concessioni edilizie, che sono tutte a titolo oneroso. Tale affidamento potrebbe riguardare la mera istruttoria dei progetti ed il coordinamento delle stesse istruttorie, stabilendo criteri, modalità, obiettivi e tempistiche.
b. Affidare a liberi professionisti (esterni) la fase di riscontro delle denunce di inizio attività(DIA), che sono anche queste, in parte, a titolo oneroso.
c. Contestualmente l’ufficio, al fine di interrompere i termini di prescrizione, con il personale interno, dovrebbe provvedere a notificare a tutti i titolari di concessioni edilizie auto assentite (ai sensi dell’art. 2 della L.R. 17/1994) – quindi a tutte le concessioni edilizie non riscontrate – una nota in merito alla regolaritàdella quantificazione degli oneri e del relativo pagamento.
Le ragioni che stanno alla base della proposta sopra sinteticamente esposta, sono supportate da alcune rilevanti considerazioni di fondo.
IMPOSSIBILITÀ DI OPERARE SPOSTAMENTI DI PERSONALE
Per un’adeguata copertura dell’organico, tale da smaltire anche il pregresso, si stima siano necessari circa venti-trenta funzionari tecnici (diplomati e/o laureati).
Tale ipotesi (personale interno alla pianta organica del Comune e/o di provenienza da altra Amm.ne,
per mobilità) appare la più logica, tuttavia si scontra con la cronicitàdel problema: anni di tentativi in tal senso, senza alcun risultato apprezzabile.
Peraltro, ammettendo di insistere in una tale ipotesi, questa andrebbe certamente incontro ad una controindicazione e ad una constatazione di fatto:
– disporre lo spostamento di un numero così rilevante di funzionari interni alla pianta organica del Comune, comporterebbe, inevitabilmente, scompensi in altri dipartimenti;
– si è ormai consolidata la convinzione che non vi sia personale della stessa amm.ne e/o di altra amministrazione, disponibile ad accettare il trasferimento presso il settore edilizia privata del Comune.
COSTO ZERO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
La proposta formulata risulta di semplice applicazione, in quanto non richiede impegno di spesa a carico del bilancio comunale, considerato che il richiedente la concessione edilizia è tenuto a versare contributo ai sensi dell’art. 43, 4° comma, della legge n. 449 del 27.12.1997.
La relativa delibera di recepimento, e cioè la 106/c del 15.11.2007, stabilisce l’importo dei diritti da versare al momento del rilascio del provvedimento amministrativo, qualora ciò avvenga nei termini prefissati dalla stessa delibera (ad esempio giorni 120 per la concessione edilizia, giorni 30 per la D.I.A.).
L’onorario dei Tecnici Esterni potrebbe trovare copertura finanziaria nell’ambito di queste somme, sfruttando il principio della premialità, finalizzato ad accelerare l’iter autorizzativo, considerato che il comune sistematicamente non percepisce tali somme, a causa della inadempienza sopra richiamata.
Con tale ipotesi, senza aggravio di spesa per il bilancio comunale, si eviterebbero altresì possibili perdite di migliaia di euro per ciascuna concessione.
LE PROFESSIONALITÀ
E’ evidente che la presente proposta ricalca, sostanzialmente, quanto giàfatto in passato per il disbrigo delle pratiche di condono edilizio.
Tale precedente esperienza si è rivelata, tuttavia, poco efficace o fallimentare, per diversi motivi:
· la scelta frammentaria e non selezionata delle professionalità;
· il coordinamento dei professionisti esterni è stato affidato ai funzionari interni, giàsovraccarichi di lavoro;
· la mancanza di una clausola contrattuale che prevedesse la rescissione per inadempienza da parte del professionista incaricato.
Nella presente citata proposta, l’Amministrazione, potrebbe evitare tale precedente errore, selezionando in maniera adeguata le professionalitàesterne, attraverso la comparazione dei curricula dei professionisti esterni, iscritti all’Albo dei Professionisti di Fiducia (istituito ai sensi dell’art. 17, comma 11, della legge 109/1994, così come integrata e modificata dalla L.R. 7/2002 e succ. mod. e integr.), acquisendo tra questi, la disponibilitàe l’interesse a prestare tale servizio.
In tal modo potrebbero conferirsi gli incarichi a professionisti esterni, con esperienza pluriennale e con evidente specializzazione in ambito di urbanistica ed edilizia. In tal senso, non sarebbero da trascurare i professionisti dimostratisi più diligenti (in termini di puntualitàe completezza) nello svolgimento del precedente citato incarico relativo al disbrigo delle pratiche di condono edilizio.
LA TRASPARENZA AMMINISTRATIVA
Scegliendo le professionalità, sulla scorta della valutazione dei curricula di cui al citato Albo, peraltro annualmente aggiornato, le delibere per il conferimento degli incarichi andrebbero nella direzione del rispetto della normativa in materia di appalti di servizi, garantendo l’evidenza pubblica e la trasparenza amministrativa.
IL RISPETTO DELLA LEGGE 17/1994
In una tale fattispecie amministrativa (conferimento incarichi a professionisti esterni con specializzazione nel settore dell’urbanistica e dell’edilizia) è possibile altresì far rispettare i termini previsti per il rilascio delle concessioni edilizie, così come peraltro disposto dall’art. 2 della legge regionale 17/1994.
E’ sufficiente, infatti, inserire nel disciplinare di incarico una clausola rescissoria in caso di inadempienza rispetto al prefissato termine per l’istruttoria.
IL VICE PRESIDENTE                             IL PRESIDENTE
Arch. Giuseppe De Domenico                  ing. Pietro Luigi Pettinato
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