INARSIND, per l’avvio dell’attività, ha in corso un serie di iniziative finalizzate a presentare questo nuovo soggetto di rappresentanza dei liberi professionisti agli Enti ed alle Istituzioni, con le quali gli stessi professionisti intrattengono quotidiani contatti di lavoro.
Nella giornata di martedì 20 gennaio u.s., una delegazione di iscritti a INARSIND Messina costituita dal Presidente Ing. P.L. Pettinato, dal V. Presidente arch. G. De Domenico e da alcuni componenti il Coniglio Direttivo (ing. R. D’Andrea, ing. F. Gullo, ing. C. Sottile, arch. M. De Francesco, arch. A. Micalizzi) ha incontrato l’Ing. Gaetano Sciacca, Ingegnere Capo del Genio Civile di Messina.
INARSIND ha promosso l’incontro in argomento, che è stato accolto con grande interesse e disponibilitàdall’Ing. Capo Sciacca, con il quale si è avviato un aperto e costruttivo confronto. L’incontro ha preso spunto di dialogo dalle note vicende legate alla recente alluvione che ha colpito la zona ionica del territorio, rimandando ai successivi incontri la trattazione di argomenti più specificatamente inerenti le procedure dell’Ufficio.
I professionisti presenti all’incontro, a nome proprio e di tutti gli iscritti ad INARSIND Messina, si sono resi disponibili a collaborare, sotto tutti gli aspetti, con l’Ufficio e con le Istituzioni per dare risposte concrete alle popolazioni colpite, e contribuire altresì alla individuazione di soluzioni tecniche per l’emergenza ambientale e idrogeologica in cui versa il territorio della provincia e della cittàin particolare.
Proseguendo nel confronto, INARSIND ha richiesto all’Ingegnere Capo un chiarimento in merito alle sue affermazioni, riportate ultimamente dagli organi di stampa cittadini, dalle quali sembrava trasparire un sollecito al blocco delle concessioni edilizie nella cittàdi Messina. INARSIND ha evidenziato che, in tal senso, non potrebbe condividere una tale indiscriminata ipotesi, in quanto fortemente penalizzante per il comparto dell’edilizia e per la categoria professionale. In particolare in un momento in cui la stessa soffre gli effetti della crisi economica, ancor più pesanti nel nostro giàasfittico tessuto economico.
L’ing. Sciacca ha precisato con grande chiarezza che non ha mai posto in essere alcuna proposta relativa al blocco delle concessioni edilizie, ma piuttosto ha posto la necessitàdi una maggiore attenzione nella fase decisionale e pianificatrice, sospendendo, seppur temporaneamente, l’utilizzo del territorio collinare. Ciò nella consapevolezza che l’edificazione di zone fortemente acclivi e fragili, non può che costituire la premessa per sempre più frequenti eventi traumatici e disastrosi.
INARSIND ha pienamente convenuto con tale necessità, registrando un’ampia convergenza tra le proprie posizioni e quelle dello stesso ing. Sciacca. In particolare si è ritenuto che il comparto dell’edilizia non può continuare ad operare esclusivamente nella direzione di un ulteriore “consumo†di suolo. Si è convenuto altresì che è necessario allargare l’orizzonte e guardare oltre: le attivitàedilizie su cui puntare sono quelle che possono attivare un circuito virtuoso capace di coniugare nuove occasioni di sviluppo con un uso equilibrato del territorio: non sospendere l’attivitàedilizia in sé, ma riconvertire la tipologia degli interventi sul territorio, puntando su una diversa e migliore organizzazione del costruito. Si pensi, in tal senso, ad alcuni specifici settori quali: il recupero del patrimonio edilizio e il risanamento urbanistico delle aree degradate, il riequilibrio ambientale dei bacini imbriferi dei nostri torrenti, la rinaturalizzazione di aree compromesse da mettere urgentemente in sicurezza. Gli interventi di nuova edificazione dovrebbero rivolgersi verso aree in genere pianeggianti, centrali e/o semicentrali, degradate e/o sottoutilizzate, ove si riscontrano insufficienze strutturali in termini di servizi, attrezzature e standards qualitativi.
Pertanto, è necessario riconvertire le logiche fin oggi percorse dagli stessi strumenti urbanistici (PRG, PR ASI, ecc.), cominciando finalmente ad orientare lo sviluppo verso tali alternative. Da tempo, si fa un gran parlare di affaccio a mare, di risanamento, di riassetto idrogeologico, di prevenzione del rischio sismico, ecc. Ma non è più possibile solo dibattere, è ormai improcrastinabile intervenire con gli appositi strumenti di pianificazione:
non ci si può preoccupare di prevenzione del rischio sismico, senza porre all’attenzione ed alla incentivazione la verifica del patrimonio edilizio più datato e i conseguenti eventuali interventi di recupero e consolidamento;
non ci si può preoccupare di congestione del traffico, senza intervenire con una nuova pianificazione per una nuova viabilità, che sia anche informata alla possibili vie di fuga, in caso di eventi calamitosi (si pensi alle strade di accesso a molti villaggi);
non ci si può preoccupare di affaccio a mare, senza strumenti pianificatori in tal senso qualificanti, caratterizzanti e incentivanti;
non ci si può preoccupare di riassetto idrogeologico, riequilibrio ambientale e rinaturalizzazione dei siti, senza che le Amministrazioni investano in tal senso dotandosi di una adeguata programmazione e di un conseguente idoneo parco progetti, per accedere tempestivamente agli appositi fondi europei;
non ci si può preoccupare di trasformazione urbana, sottovalutandone la pianificazione ed i rischi di stabilitàdei pendii, trascurando altresì le procedure di “evidenza pubblicaâ€Â;
non ci si può preoccupare di vocazione turistica del territorio, senza un investimento rivolto ad una dedicata infrastrutturazione;
non ci si può preoccupare di sviluppo, senza intervenire sui concreti aspetti che lo determinano.
A conclusione dell’incontro, si è auspicato un largo coinvolgimento dei professionisti nei processi decisionali, che passi attraverso un ampio dibattito -aperto alle forze politiche, sociali e produttive – che non sia accademicamente fine a se stesso ma che sia di stimolo e soprattutto di supporto alle Amministrazioni.
Anche in tale direzione, si è sancita una concreta disponibilitàda parte dell’Ing. Capo Sciacca, nella comune consapevolezza che il territorio non può trascurare il patrimonio di conoscenze, esperienze e capacitàdi innovazione dei liberi professionisti messinesi.