TRUFFA ALL’ASP 5 DI MESSINA – Arrestato Sabatino Carianni, primario degli ospedali di Patti e S.Agata Militello
I soggetti destinatari della misura degli arresti domiciliari, cui viene contestato il grave reato di corruzione, sono:
* CARIANNI Sabatino, classe 1946, residente a Capo d’Orlando, responsabile delle Unità Operative di Ortopedia degli Ospedali di Patti e Sant’Agata di Militello;
* LIBRIZZI Giuseppe, nato a Sant’Agata di Militello nel 1952, ivi residente, autista personale del Carianni;
* MOSCHETTI Fabio, imprenditore catanese di 48 anni residente a Trecastagni, Amministratore Unico della ditta “K Multi Lease Srl” con sede in Trecastagni e amministratore di fatto della ditta “Ortho Kronos Srl” con sede a Catania;
* PRIVITERA STEFANO, imprenditore classe 1953, Amministratore Unico della ditta “Ortho Kronos Srl” con sede a Catania in Via Mineo, di cui è proprietaria al 90% la madre di MOSCHETTI.
Raggiunta inoltre dal provvedimento cautelare di obbligo di presentazione alla p.g., la figlia del LIBRIZZI, Antonella, 33 anni, anch’ella residente a Sant’Agata.
Le indagini dei Carabinieri, dirette dalla Procura della Repubblica di Patti, hanno accertato che il Carianni, nelle veste di Direttore dell’Unita Operativa di Ortopedia e Traumatologia degli Ospedali di Patti e Sant’Agata di Militello, ha ricevuto una serie di utilità a fronte e quale corrispettivo del compimento di una serie di atti contrari ai doveri d’ufficio:
In particolare il dirigente medico, con ripetute attestazioni e richieste indirizzate ai competenti uffici dell’AUSL 5 di Messina (ora ASP), dichiarando che i prodotti distribuiti in esclusiva dalla ditta”Ortho Kronos Srl”, per le loro caratteristiche tecniche peculiari, erano unici sul mercato e consentivano di affrontare difficili patologie degenerative, e sollecitandone l’approvvigionamento da parte dell’Azienda, aveva creato i presupposti perché la società dei MOSCHETTI-PRIVITERA (“Ortho Kronos Srl”), si assicurasse una lucrosa e duratura commessa.
In sostanza in cambio di una serie di utilità che di seguito verranno elencate, il CARIANNI garantiva acquisti delle protesi commercializzate dalla ditta dei MOSCHETTI-PRIVITERA da parte dell’allora AUSL ora ASP di Messina, mettendoli al riparo dai concorrenti. Negli anni il fatturato della Ortho Kronos è lievitato arrivando ad incassare per il materiale fornito all’Ospedale di Patti dal 2003 al 2007 un milione e mezzo di Euro e 2.686.000 Euro per il materiale fornito nello stesso periodo all’Ospedale di Sant’Agata di Militello.
Carianni assicurava che le protesi ed il materiale ortopedico distribuiti dalla Ortho Kronos erano “prodotti unici, innovativi e con caratteristiche esclusive, pertanto infungibili”, scrivendo alla Direzione Generale dell’AUSL 5, che ovviamente dinnanzi ad una attestazione tecnica di quel tenore fatta dal primario, non poteva far altro che acquistare le protesi.
In cambio di questo rapporto di fornitura privilegiato, gli investigatori hanno accertato che il dott. Carianni ha beneficiato di una serie di benefit di notevole valore economico:
La “Ortho Kronos srl” ha assunto quale suo dipendente, regolarmente stipendiato, il LIBRIZZI Giuseppe, che invece era a costante e gratuita disposizione del Carianni e dei propri familiari, anche nella veste di autista giornaliero di una serie di autovetture (in una telefonata il Librizzi si vanta di averne fatte acquistare ben 3 in 4 anni, un Defender, una Mazda ed una Nissan X-trail) sempre fornite ed intestate alle ditte dei MOSCHETTI-PRIVITERA;
Carte Bancomat e conti correnti, formalmente intestati al Librizzi Giuseppe o alla figlia Antonella ma di fatto a disposizione del primario, con cui venivano pagati viaggi, ristoranti, alberghi, persino riparazioni meccaniche: si va dal ristorante milanese all’albergo di Napoli, Roma o al Grand’Hotel di Bologna; dall’officina Jaguar di Messina, dove sono state pagate riparazioni alla vettura personale del Carianni, al costo di viaggi, ai biglietti aerei o ai numerosi capi firmati acquistati in negozi di diverse località italiane.
Centinaia di migliaia di euro formalmente transitati sui conti e carte di credito di Librizzi Giuseppe e figlia, ma di cui ha beneficiato in larga parte il Carianni come incontestabilmente accertato dalle indagini.
Inoltre imprenditori e primario avevano messo in atto un sistema ingegnoso per nascondere la relazione corruttiva, mascherandola con un fittizio rapporto di collaborazione della Librizzi Antonella, figlia di Giuseppe. La Librizzi, infatti, figurando come agente commerciale della ditta fornitrice dei prodotti ortopedici, percepiva sui suoi conti-correnti, sotto forma di false provvigioni, in misura del 5% dell’importo fatturato, le somme qualificabili invece alla stregua di vere e proprie tangenti sull’acquisto ed utilizzo dei prodotti ortopedici.
Le indagini, tramite le intercettazioni telefoniche ed ambientali, le testimonianze dei responsabili degli uffici acquisti dell’AUSL e le acquisizioni documentali, hanno dimostrato infatti che Librizzi Antonella non ha mai svolto attività di agente commerciale per conto della ditta riconducibile a MOSCHETTI e/o PRIVITERA.
Nel corso delle perquisizioni effettuate negli uffici degli indagati, i Carabinieri hanno rinvenuto nel computer delle ditte catanesi le missive già predisposte, successivamente firmate da Carianni, con cui si sollecitavano gli organi della Ausl competenti all’acquisto dei prodotti dell’ “Ortho Kronos” di cui si attestavano le caratteristiche di infungibilità sul mercato.
Altri reati, altrettanti gravi, sono contestati al prof. Sabatino Carianni.
I Carabinieri nelle indagini hanno accertato che il Primario a volte non si recava in Ospedale, ma inviava il suo autista-tuttofare Librizzi Giuseppe a timbrare il cartellino. Per tali condotte dovranno rispondere entrambi di truffa aggravata e falso ai danni dell’ASL5 di Messina.
I Carabinieri hanno altresì appurato che Carianni, nello svolgimento della libera attività professionale autorizzata dalla ASL, commetteva anche ripetuti peculati ai danni sempre dell’Azienda Sanitaria.
Dalla documentazione acquisita durante la perquisizione nello studio privato del Carianni, dalle intercettazioni telefoniche, dalle sommarie informazioni rese dai pazienti e dalla stessa segretaria di studio del Carianni, si è accertato che il professore visitava i pazienti, incassava il corrispettivo ma non emetteva ricevuta fiscale, frodando così il fisco, ma, soprattutto appropriandosi di parte del denaro che invece sarebbe dovuto finire nelle casse dell’Asl.
E’ stato appurato inoltre che il Primario ha falsamente attestato di aver sottoposto a visita un lavoratore, chiamato a giustificare la propria indebita assenza dall’abitazione durante un controllo fiscale benché ufficialmente risultasse in malattia. Nella fattispecie Carianni attestava falsamente che durante il controllo il lavoratore non si trovava a casa poiché era nel suo studio per una visita ortopedica, realizzando così il reato di falso in atto pubblico commesso da pubblico ufficiale.
Il giudice, nel riconoscere le esigenze cautelari prospettate dalla Procura di Patti, evidenzia come il Carianni sia soggetto che agisce, nelle vesti di medico e/o pubblico ufficiale, in costante violazione delle regole, non solo quelle presidiate da gravi sanzioni penali e che hanno concretizzato la consumazione dei reati di Corruzione, Truffa, Peculato sopra descritti.
Il giudice per le indagini preliminari non ha invece ritenuto sussistente la contestata associazione per delinquere tra gli indagati, rigettando la richiesta di misura cautelare avanzata anche per tale reato.